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Venghino, signore e signori alle Euro-Olimpiadi: aspetto più che sostanza, gigantismo, una droga mentale…

Da Sport Senators 01/08/2018

La grande ammucchiata di sport dal 2 agosto a Glasgow crea una serie di problemi fra manifestazioni che si sovrappongono e utenti che devono essere sempre più multimediali, per non essere tagliati fuori dalle loro passioni. Nel nome del business! 

Europei tutti insieme in un’unica sede. Volendo citare il geniale regista Marco Ferreri, autore de “La grande abbuffata”, si potrebbero definire “La grande ammucchiata”. Certo, per l’esordio di questo sistema le sedi sono due, visto che le gare di atletica si svolgeranno a Berlino e le altre sei in programma, a partire dal nuoto, a Glasgow, ma la sostanza non cambia. Dal 2 al 12 agosto, in questa prima edizione (dalla seconda, nel 2022, si prevede che la sede sarà davvero una sola), ci saranno gare di nuoto e sport acquatici, ciclismo, golf, ginnastica artistica, canottaggio e triathlon in Scozia, di atletica in Germania. Una bella idea? I gusti sono gusti, questi Campionati piaceranno ad alcuni, non ad altri, perciò è più importante mettere in evidenza i dubbi e le contraddizioni, invece che esprimere un giudizio.
     Per capire bene di cosa si parla bisogna fare un paio di premesse, che già pongono molti interrogativi. In Europa non c’è una grande tradizione di Campionati continentali onnicomprensivi, a differenza di quanto avviene in Asia, Africa, America, dove ci sono, anche da molti decenni: i Giochi Asiatici dal 1951, i Giochi Panafricani dal 1965, i Giochi Panamericani dal 1951, tutti quadriennali, cui si possono aggiungere i Giochi del Commonwealth, con tutte le nazioni dell’ex impero coloniale britannico, a partire dal 1930 (quando si chiamavano, infatti, Giochi dell’Impero britannico), anche questi ogni 4 anni. La cadenza è dettata dal fatto che, essendo tutti questi Giochi organizzati dai Comitati olimpici nazionali, si adeguano alla tradizione delle Olimpiadi. Poi potremmo aggiungere tanti altri esempi di Giochi e Campionati multisport di diverse aree del mondo raggruppati secondo i più disparati criteri, come i Giochi del Mediterraneo, i Giochi del Sud-Est asiatico e così via, fino ad arrivare addirittura ai Giochi della Lusofonia (con i paesi di lingua portoghese) e della Francofonia (lingua francese), anche questi ispirati al vecchio principio del colonialismo, che tanti danni ha provocato in ogni parte della terra. Tornando ai Giochi multidisciplinari, gli ultimi arrivati sono i Giochi Europei, disputati per la prima volta nel 2015 a Baku, in Azerbaijan, che, vedremo fra poche righe, hanno una non-relazione importante con i Campionati Europei.
    Tutte le gare appena citate hanno come caratteristica il fatto di essere organizzate dai Comitati olimpici. I Campionati Europei che si disputeranno dal 2 al 12 agosto, alla loro prima edizione, sono invece il frutto di accordi fra le Federazioni degli sport interessati. La distinzione è importante perché proprio su questo punto è già avvenuta una frattura decisiva fra Giochi Europei e Campionati Europei. Nella prima edizione dei Giochi, a Baku, i due sport che alle Olimpiadi ottengono l’interesse maggiore, l’atletica e il nuoto, non erano rappresentati dagli atleti di punta perché le rispettive Federazioni continentali rifiutarono un accordo. In realtà, stavano già pensando a una manifestazione come i Campionati Europei (proprio quelli che scattano quest’anno) e non volevano che Giochi e Campionati si sovrapponessero, oltre al fatto che, negli anni dispari, quelli in cui sciaguratamente si è deciso di organizzare i Giochi Europei, ci sono i Mondiali sia del nuoto che dell’atletica, per cui il calendario andava a sovra-dimensionarsi e gli atleti di punta non avrebbero potuto disputare entrambe le gare. Perciò, le Federazioni di atletica e nuoto decisero che ai Giochi Europei di Baku ci sarebbero state gare minori: la serie C dei Campionati europei a squadre di atletica leggera (ex Coppa Europa, detta anche Coppa Bruno Zauli) e gli Europei junior di nuoto. Insomma, due gare pur rispettabili e interessanti (soprattutto gli Europei junior di nuoto), ma una barzelletta se si considera il contesto: le Olimpiadi europee, con tutti gli spot al massimo livello, ma atletica e nuoto con partecipazione di livello nettamente inferiore.
   In effetti, i Giochi Europei hanno avuto e hanno molti problemi, con la grande fuga di chi deve organizzarli, varie rinunce, poi la Russia che si fa avanti e che se li vede annullare a causa dello scandalo doping, infine ecco la Bielorussia, che li organizzerà nel 2019. Ma il quadro generale resta problematico e comunque di basso livello per atletica e nuoto.
    Da tutti questi contrasti viene fuori adesso la manifestazione che si pone come contraltare ai Giochi, ma nasce con un numero ridotto di sport e con nuovi problemi, a partire dalla durata delle gare. Prima di parlare della durata, però, è opportuno mettere in evidenza un’altra contraddizione. Questi Campionati Europei si svolgeranno ogni 4 anni. Ma i Campionati europei delle singole Federazioni si svolgono ogni due anni o anche ogni anno. Le edizioni fuori della cadenza quadriennale continueranno a svolgersi, singolarmente per ogni sport, per poi “raggrupparsi” nuovamente ogni 4 anni. Per cui, degli sport di questa prima edizione, gli Europei di atletica e sport acquatici sono biennali, quelli di ciclismo, ginnastica artistica, canottaggio e triathlon sono annuali.
   Allora, c’è una prima domanda legittima: che senso ha per uno sport disputare gli Europei ogni anno oppure ogni due e poi, ogni quattro, raggrupparsi con altri sport per un’unica manifestazione? Cambia il valore delle medaglie? In realtà, cambia solo la “cornice” perché il valore tecnico delle gare, per ogni sport, rimane uguale. E quindi, tutto questo sforzo solo per un “cerimoniale” diverso e, nelle intenzioni, più importante? O si spera di attrarre più sponsor, più tv, più soldi? Potrebbe essere l’aspetto da tenere in considerazione, ma poi c’è l’altra faccia della medaglia: non andrà a finire che le edizioni “normali” degli Europei di ogni sport riceveranno minor attenzione dagli sponsor perché considerate meno importanti e meno “visibili” per il grande pubblico?
     Strettamente legato a questo aspetto, c’è il problema della visibilità “singola” di ogni sport. Gli Europei dei vari sport, in genere, non coincidono nel tempo, quindi c’è maggiore possibilità di essere “soli” nel quadro dei collegamenti televisivi e dell’interesse dei mezzi di informazione. Con la “grande ammucchiata”, chi ci perde sono gli sport che, rispetto a nuoto e atletica, oltre che alla ginnastica, sono meno seguiti. Quanto spazio sarà offerto loro dalle televisioni quando, in contemporanea, ci sono le gare di altri sport più seguiti? Quest’ultimo problema si porrà, sia pure in maniera più limitata, anche per gli sport “maggiori”, perché per tre giorni ci sarà coincidenza fra le gare di atletica e nuoto. E abbiamo già visto, come durante le Olimpiadi, che quasi tutte le Tv non operano su più canali, ma su uno solo, di conseguenza anche gli sport più seguiti devono cedersi il passo l’un l’altro a seconda delle gare e dei personaggi più o meno importanti. Se è possibile accettarlo per le Olimpiadi, sarà mai possibile accettarlo anche per i Campionati Europei, in quelle gare e in quelle discipline che, fino a oggi, hanno avuto l’esclusiva dell’interesse per il singolo sport? Non è un problema di poco conto, anche considerando la cosiddetta “evoluzione” delle trasmissioni televisive.
     Sempre più spesso, quando ci sono problemi di durata della gara, di concomitanza con altri avvenimenti, che siano sportivi o di cronaca, ecco la brutta sorpresa, con i telecronisti che annunciano: “E adesso proseguiamo in streaming sul sito della nostra emittente”. Così, da un minuto all’altro, chi sta seguendo la gara in tv, comodamente seduto sul divano, deve collegarsi a internet, sempre ammesso che abbia un televisore adatto allo scopo e che il router sia già accesso, e poi fare tutte le manovre necessarie per collegarsi. Per i giovani nessun problema. E per tutti gli altri? Colpa loro se hanno più di 40 anni, più di 50 o 60 e non sono particolarmente avvezzi a queste manovre o non hanno la minima idea di cosa fare? E chi non ha il televisore in grado di connettersi a internet? Ammesso che abbia un computer in casa (c’è tantissima gente che non ce l’ha, oppure ce l’ha ma lo sa usare solo il figlio), deve precipitarsi ad accenderlo, collegarsi al sito e poi “godersi” la gara sullo schermo da 10-15 pollici invece che su quello della tv da 40 o 50 pollici! Un affarone! Possibile che un telespettatore debba essere trattato in questo modo, dovendo fra l’altro pagare un canone?
Ma torniamo agli aspetti prettamente sportivi e alla durata delle gare.
    Dovendo rientrare in un programma generale più complesso, alcuni sport sono costretti a ridurre i giorni di gara, con conseguente danno sia per gli atleti e per i valori tecnici, sia per lo spettacolo. Tutto insomma sembra sia sacrificato alla “grande cerimonia”, all’aspetto più che alla sostanza. L’esigenza di “gigantismo”, l’esasperata ricerca della manifestazione epocale sta diventando una specie assai pericolosa di droga mentale. Il problema di questa ricerca di grandiosità è che non si ferma mai. Buona fortuna, quindi, ai “ricercatori”, ne hanno bisogno.
Gennaro Bozza
Tags: euro olimpiadi, europei, Glasgow

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