Quant’è difficile educare l’ansia e incanalare lo stress attraverso lo sport… |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Quant’è difficile educare l’ansia e incanalare lo stress attraverso lo sport… |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Sport

Quant’è difficile educare l’ansia e incanalare lo stress attraverso lo sport…

Da Maurizio Mondoni 04/03/2020

Le grandi responsabilità dell'allenatore nella formazione: fra empatia e sicurezza, leadership e autocoscienza, lealtà e rispetto delle regole: un ruolo molto delicato

A livello giovanile vi sono moltissimi giocatori e Allenatori che davanti ad una situazione importante, come ad esempio una partita “tosta”, non riescono a tradurre in comportamenti positivi, le proprie potenzialità.

E’ il caso tipico di giovani giocatori che, pur possedendo mezzi atletici e tecnici idonei ad affrontare la partita, vivono una situazione di disagio talmente forte, da non riuscire a dare tutto ciò che hanno dentro di sé.

Lo stesso dicasi per molti Allenatori che vivono intensamente il pre‑partita e la partita stessa: non sono sereni, hanno paura della competizione (vittoria, sconfitta o incertezza) e scaricano sui giocatori la loro tensione nello spogliatoio e durante la gara (insulti, imprecazioni).

La capacità di comunicazione dell’Allenatore incide molto sullo stato ansioso dei giocatori: bisogna essere calmi, parlare tranquillamente, non enfatizzare troppo la partita, senza però tralasciarne l’importanza.

Da come si esprime l’Allenatore nello spogliatoio, i giovani giocatori ne ricavano le spinte per prepararsi alla gara e lo stesso dicasi durante la partita (nei time‑out).

Aver lavorato bene durante gli allenamenti con i singoli e con il gruppo, significa creare le basi affinché il giocatore abbia un buon rapporto con il proprio corpo e con le proprie pulsioni.

Essere in grado di discriminare le diverse differenze di tonicità nel corpo, permette alla persona (giocatore e Allenatore), di avere un parametro in più per riconoscere il proprio stato d’animo e quello degli altri.

Contrazione e decontrazione sono l’effetto sul corpo di stati d’animo diversi e l’imparare a riconoscerli su se stessi e sul corpo degli altri, è possibile solo si è lavorato bene e correttamente su queste tematiche e sulla gestione delle pulsioni nel periodo che va dai 6 agli 11 anni (multilateralità, educazione motoria di base, giocosport) e dai 12 ai 15‑16 anni (passaggio dal giocosport allo sport, sviluppo delle capacità motorie, perfezionamento dei fondamentali individuali e collettivi di attacco e di difensivi).

L’aggressività se non è educata ad essere scaricata con modalità adeguate, può diventare un pericoloso nemico in futuro.

Troppo spesso, ad un’educazione che tende a reprimere sul nascere qualsiasi forma di aggressività, corre in aiuto solo l’attività sportiva che offre al giovane la possibilità di evitare il pericoloso meccanismo che porta a dirigere l’eccesso di energia pulsionale contro se stessi, realtà che a lungo andare produce le malattie psicosomatiche.

Educare l’ansia e incanalare lo stress attraverso lo sport, sono gli obiettivi principali di un Allenatore a livello giovanile. La partita deve essere vissuta positivamente, l’agonismo deve essere inteso come confronto e non come scontro e il cercare ogni volta di migliorarsi, mettono in condizione l’Allenatore (capace, competente, preparato e profondo conoscitore delle tematiche relative allo sviluppo dell giovane) di operare bene.

Un aspetto forse un poco trascurato, è invece quello della personalità degli Allenatori a livello giovanile. L’esperienza ci insegna che le caratteristiche di personalità sono di primaria importanza nella valutazione su chi è preposto all’allenamento dei giocatori.

Un Allenatore positivo è colui che ha fiducia in se stesso, possiede una mentalità elastica, è intelligente e disponibile verso gli altri, è un leader, possiede un buon livello culturale, conosce bene se stesso, sa comunicare bene, è “curioso” verso il nuovo, non trasmette ansia e stress, sa gestire bene i rapporti interpersonali.

Un bravo Allenatore, per comunicare con la squadra e con i singoli giocatori, deve essere una persona sicura delle proprie possibilità, convinta delle proprie idee e capace di metterle in discussione, senza mai farsi prendere dal panico e dall’ansia.

L’autocoscienza (capacità di conoscere chi è realmente, che cosa vuole ottenere) e l’autostima (avere fiducia nelle proprie possibilità, conoscere quali sono i propri limiti, possedere equilibrio, indicare agli altri la strada giusta da percorrere per poter ottenere dei risultati), sono due elementi di personalità che determinano la possibilità o meno di essere un buon Allenatore a livello giovanile.

Se non c’e autostima ci saranno mille paure, troppi dubbi, che prima o poi genereranno ansia, stress e difficoltà nella gestione della squadra.

 

CONCLUSIONI

 

In passato l’attività sportiva era caratterizzata da valori, quali l’essenzialità, la lealtà, l’agonismo, il rispetto delle regole e dell’avversario, l’accettazione e la gestione dello sforzo fisico e mentale, valori che oggi appaiono soppiantati dalla ricerca del successo ad ogni costo e dalla sovrapposizione dell’immagine che ne deriva.

La sicurezza nei propri mezzi è quella virtù che permette l’elasticità mentale, che è da ritenersi un attributo fondamentale per la personalità dell’Allenatore. Più un Allenatore sarà insicuro e più si arroccherà su una filosofia sportiva rigida, diventando incapace di modellarla, in funzione del materiale umano a disposizione.

Se un Allenatore sarà sicuro di se stesso, conquisterà la fiducia dei suoi giocatori e quindi, il gruppo accetterà di farsi guidare senza paure, ansie o stress.

Troppo spesso molti Allenatori, guidando una squadra, tendono a porsi nei confronti dei giocatori con un atteggiamento autoritario (rifiuto della squadra a seguirlo), invece sarebbe molto meglio adottare lo stile della “leadership”.

L’Allenatore deve possedere la capacità di cogliere il mondo interiore delle persone nei suoi significati più intimi e personali come se fossero i propri, senza dimenticare che in realtà non lo sono (empatia). Questa qualità può essere accostata alla sensibilità, cioè alla capacità di percepire cosa una persona prova e come si sente di fronte ad una situazione.

L’Allenatore empatico riuscirà a comprendere la sofferenza di chi sta in panchina, la paura del giocatore ansioso e in questo modo il suo rapporto con i giocatori diventerà più intenso e positivo.

 

 

Condivisione...

Articolo precedente
Calcio, quando i capi sono dipendenti con scarsa autonomia…
Articolo successivo
Dal Milan al Cagliari: il calcio ha fatto 13! E non è un record…

Nota sull’autore: Maurizio Mondoni

Post correlati

  • Atleti e virus – Francesca Di Massimo, tennista, giudice di linea, arbitro, oggi libraia pony express: “Porto felicità”
  • Il tennis in tasca: come sfruttare la video-analisi per crescere
  • Gian Paolo Ormezzano: “Che odissea il Covid a 85 anni. Così sono guarito dalla notte più brutta della mia vita”
  • L’occhio “calmo” (“QE”) e la pazienza nella ricerca della performance sportiva
  • Milan-Juventus, rigore sì o rigore no? Un altro giallo all’italiana…
  • Siamo un Paese di ignoranti…anche nella scuola e nello sport a livello giovanile: questi sono due dei tanti problemi dell’Italia di adesso!

Ultimi articoli

  • Da Berrettini a Musetti, quando super è troppo di tendenza. Se è un coach…
  • McLaren, questione di testa
  • Lo Us Open da quest’anno torna in chiaro in tv su Supertennis
  • Il braccio sinistro della legge
  • Tutto è possibile, ma solo per chi crede in se stesso e negli altri…
  • L’Union(e) fa la forza, alla scoperta dell’Union Berlin e dell’Union St. Gilloise (II parte)

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi