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Sport

Da manager a superman: tre sfide in una per allenarsi alla vita, e per beneficenza…

Da Vincenzo Martucci 05/10/2018

La storia di Alfonso Maglio che nella sua storia agonistica è sfociato nel triathlon e il 13 ottobre parteciperà alla prima Aeolian Charity Triathlon a Lipari Contro la frenesia della vita moderna, contro la sedentarietà, contro il tran-tran del lavoro d’ufficio.
Che cosa c’è di meglio per un manager che indossare i panni di superman e sfidare i propri limiti a nuoto, in bici e di corsa?
Il triathlon è la sfida di moda, ma è anche un credo per atleti nati come Alfonso Maglio, classe ’69, di origini partenopee, folgorato sulla via delle “tre gare in una” dopo essersi cimentato in tanti di quegli sport che non stanno sulle dita di due mani.
“Cimentarsi in sport come il triathlon vuol dire fare un viaggio introspettivo dentro se stessi, durante le lunghe ore di allenamento e di gara, si pensa tanto e spesso le prove da superare richiamano alle stesse difficoltà poste dalla vita. Non è un caso se, “pro” a parte, gli sport di endurance “attecchiscono” maggiormente sugli ultra quarantenni. Io ci arrivo dalla passione per il mare dalle gare in acque libere alle quali mi sono indirizzato ultimamente”. Gare dure, durissime: “Trenta minuti di nuoto, due ore in bici, altri cinquanta minuti di corsa, coi cambi, fanno circa tre ore di gara in tre sport complementari, seguendo il mio credo “non mollare mai”, e anche credere che lealtà e duro lavoro alla fine pagano nello sport come nella vita. Così come è necessario possedere un metodo proprio, altrimenti non vai avanti”. Maglio è un atleta naturale: “La mia dote migliore è la resistenza”. Ma la passione va alimentata: “La nutro nei ritagli di tempo ma sempre al secondo posto dopo la cosa più importante che ho: la famiglia”. Certo, c’è lo sforzo fisico, che è importante, ma ancora più importante è il fattore mentale. “E’ un viaggio dentro se stessi, ed è una ricerca importante nell’organizzazione logistica. Durante una gara di triathlon può succedere di tutto: si può rompere la bici, puoi rompere gli occhialini, e poi c’è l’alimentazione, qua non si può sbagliare: l’idratazione, il controllo di tutto quello che è la benzina del tuo corpo, se si aspetta di avere sete per bere e fame per mangiare ahimè… è già troppo tardi. Bisogna essere sistematici, mangiare e bere ogni 30 minuti, anche quando non ne hai bisogno, per assicurarti le scorte di glicogeno. Bisogna pianificare tutto, sapendo che se sbagli non arrivi alla fine”. Quest’allenamento nell’allenamento aiuta poi nella vita di tutti i giorni: “Certamente, la resistenza mentale aiuta a gestire lo stress crescente, l’abitudine a superare il punto di non ritorno ti abitua a non dirti: “Non ce la farò mai”. Nella vita si vede chi è abituato a soffrire in gara e chi no, chi sa andare avanti nelle difficoltà. E questo è un grande aiuto indiretto non indifferente: di certo il triathleta non è quello che sclera se non parte l’auto e deve prendere la metro, ma sarà quello che subito pensa alla soluzione e si mette in moto nella nuova direzione. Anche se poi la tenacia è una dote naturale: o ce l’hai dentro o non ce l’hai”.
Ma Maglio come gli altri triathlon non è mosso solo da sé stesso. Il 13 ottobre parteciperà alla prima edizione dell’Aeolian Charity Triathlon a Lipari, con sponsor principale Marzotto Sim (Investment House operativa nei settori della consulenza, asset management e negoziazione). Inizierà la gara a Calandra con 1,5 chilometri a nuoto nella baia di Canneto, proseguirà con la prova in bici di 42,35 km, da Calandra ad Acquacalda per fare un giro completo dell’isola, e poi correrà per 8 km dalla strada provinciale a Pianoconte all’innesto della strada per le Terme di Calogero e da qui al sentiero lastricato e poi in terra di Punta Palmeto, per concludersi a Caolino. E, con la sua iscrizione, contribuirà a raccogliere aiuti per il Pyari Onlus (www.pyarionlus.org), che s’impegna a contrastare e prevenire il traffico di minori nelle aree di confine tra India e Nepal. “Perché è giusto restituire alla società civile parte del benessere che ciascuno di noi ha accumulato per il solo fatto di appartenervi, un po’ come un albero che restituisce al terreno che l’ha fatto crescere semi per una nuova pianta”.
Meditate, gente, meditate.

 

Tags: #alfonsomaglio, #triathlon

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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