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Pallavolo

Piazza e Abbondanza, dall’Emilia-Romagna con furore! Che rivincite: fanno grande tutto il mondo…

Da Carlo Gobbi 08/05/2018

Roberto da Parma è passato dall’improvviso e misterioso addio di Modena allo scudetto con l’Iskra Belchatow, Marcello da Cesenatico è il profeta di Canada, Turchia e ancora Polonia 

Polonia, terra di lavoro. Per tecnici italiani di pallavolo. La nuova terra promessa. La nuova frontiera. Il new deal degli emigranti sottorete. Ma anche terra di rivincite. Nello spazio di pochi giorni, tre-quattro, la scorsa settimana, due bravissimi  coach nostrani, cacciati con infamia da club di chiara fama, si sono presi una colossale rivincita. Alla faccia di chi gli vuol male, avrebbe esclamato Totò. I due tecnici arrivano dall’Emilia-Romagna: Roberto Piazza da Parma, Marcello Abbondanza da Cesenatico.
    Piazza, notoriamente un sergente di ferro, preparatissimo, allevato come spalla di Daniele Bagnoli a Treviso, poi ha spiccato il volo. Da Belluno a Cuneo, poi Modena. Qui a metà del 2016 interruppe, si dice volontariamente, il suo cammino con i gialloblu. Incomprensioni con la truppa? Anticipo di rivolta di palazzo, come è stata quella più recente dei gialli verso Rado Stoychev? Fatto sta che dalla sera alla mattina, dopo una sconfitta pesante subita in casa, Piazza rassegnò le dimissioni. Da signore qual è, senza fare polemiche, senza comunicati accesi, ringraziando società e presidente. Una uscita in punta di piedi, che non causò traumi alla squadra, subito affidata da Catia Pedrini al suo vice, Lorenzo Tubertini. Ritroviamo Piazza, un passato da riserva illustre sulla panchina del Maxicono Parma ai tempi di Montali e Bebeto, in Polonia. Ed ecco, di pochi giorni, la notizia che ha pilotato al successo in campionato l’Iskra Belchatow. Guarda caso, tutte le quattro semifinaliste sono guidate da tecnici italiani: Andrea Anastasi, Andrea Gardini, Ferdinando De Giorgi, gli altri protagonisti di questa fuga verso l’Eldorado polacco. E ce ne sono altri.
   Più recente la comparsa di Marcello Abbondanza. Lui pure è passato dalle stelle alle stalle. Per tornare poi alle stelle… polacche. Marcello, fisico da centurione romano, lo vedremmo bene attorno al Colosseo in divisa da antico legionario guidare l’assalto ai turisti al grido di “Roma o morte”. Lui ha sempre operato in campo femminile, toccando vette elevatissime con un palmares di assoluto riguardo. Era di fianco a Marco Bonitta nel 2002 a Berlino, alla conquista del primo titolo mondiale in rosa. Ha allenato a Ravenna, targa Teodora, era il 1996, al fianco di Bonitta, che gli ha fatto agli inizi da pigmalione. Poi a Jesi, Bergamo nella Foppapedretti, a Forlì in B1, a Mazzano (Brescia) portandola in A2. Quindi a Pesaro, terzo posto. Per tre volte finalista in campionato, due con Villa, patendo gli infortuni prima di Tai Aguero, poi di Martina Guiggi. Emulo di Giovanni Guidetti, ha percorso la strada extra moenia, fuori le mura, all’estero. Prima con la Bulgaria, portando una squadra tutta nuova a disputare gli Europei. Poi  è tornato nei club: in Turchia prima, dove ormai è di casa. Al punto che ci ha pure preso moglie, la dolce Damla, e acquistato casa, a Istanbul. Alla guida del Fenerbahce ha vinto due scudetti e due coppe di Turchia. Poi un anno a Baku nel Rabita: idem. La scorsa estate ha accettato la sfida con il Canada, Paese principe dell’hockey ghiaccio, non certo del volley. Squadra ringiovanita, vittoria nel Norceca, il campionato nordamericano. Era la prima volta. Lui, sempre ottimista, ci aveva detto in  estate che il materiale era buono, a livello degli Usa. Ha avuto ragione.
   E qui parte la seconda metà della sua storia. Il Norceca termina ai primi di ottobre. Ha accettato un’offerta interessante, da Casalmaggiore, due anni prima vittoriosa nello scudetto con Mazzanti alla guida, targata Pomì. Lascia la squadra al suo vice e grande amico, Cristiano Gancio Lucchi. Vince il Norceca. Torna in Italia. Parte il campionato, una ventina di allenamenti. Un sabato di fine settembre si sposa con Dalma in Comune a Cesenatico, domenica gioca. Lunedì licenziato. Anzi, sollevato dall’incarico. Forse venti allenamenti con la squadra, ora affidata al suo vice.
Mesi di amarezza, rabbia e qualcosa d’altro. Poi gli arriva a sorpresa un’offerta. Dalla Polonia. E’ il Police di Stettino, lassù sul Mar Baltico. Chiede lumi all’amico Anastasi, che allena lì vicino, a Danzica (ricordate: morire per Danzica, settembre 1939!). Accetta e comincia la sua rivincita. La squadra è in testa alla classifica ma ha tre giocatrici infortunate. Vincerà il campionato, dopo la coppa di Polonia, superando in semifinale e poi in finale le due squadre di Lodz: il Budowlac e l’UKS, sempre in due partite. Per chi lo considerava finito, bollito, fuori del tutto, è una bella tranvata nei denti. Marcello è un combattente, non molla mai. Il Police gli ha fatto ponti d’oro. Due anni di contratto (molto ragguardevole). Condizioni ideali per lavorare. Società molto bene organizzata, ben strutturata, settore giovanile, possibilità economiche, parco giocatrici, palazzo da favola, come quasi tutti in Polonia (basti ricordare la finale scudetto maschile disputata a Perugia per comprendere la differenza), stampa e televisione che seguono il volley come in Italia si può soltanto sognare, al di fuori della Gazzetta e di Gianluca Pasini con i suoi copains.
     Marcello tiene aperto uno spiraglio. Lo  attende in Canada una estate importante, che culminerà con il mondiale in Japan a ottobre. Però mente e cuore sono rivolte alla Turchia. Infatti ha già deciso di rimanere alla guida delle ragazze canadesi soltanto per questa stagione. Il contratto prevedeva fino all’Olimpiade. Deve pensare alla famiglia. Ora ha 48 anni, il figlioletto Noah, ha festeggiato ieri  la prima candelina. Con Dalma progetta di fare subito il secondo. La casa di Istanbul è un obbiettivo da raggiungere. Ma se non arriveranno offerte, e dal Fenerbahce, dove è rimasto cinque stagioni, potrebbe arrivare, ecco pronto il Police. Lui non ha problemi, neanche di lingua ormai. Dalma ha vissuto alcuni anni per lavoro a New York, così Marcello ha perfezionato il suo dapprima scarso inglese, che ora invece parla con scioltezza. Il futuro è suo. Casalmaggiore? Un mattone ancora da sciogliere, che lui preferisce non rivangare. Col presidente, Massimo Boselli, presente al suo matrimonio, i contatti sono chiusi.
   Ora Abbondanza penserà a Stettino e Istanbul. E l’Italia? Per lui, l’Italia è Cesenatico, la sua città dove si è costruito, nella vicina Sala, una villa palladiana, da favola con dependance per i genitori e la sorella. Lì ha tutti gli amici fedeli, quelli del beach. Con Thomas Casali, guru sulla sabbia dei tredici campi allestiti dal Comune sulla spiaggia libera, sotto al grattacielo, c’è un rapporto bellissimo di solida fraterna amicizia, come usa in Romagna. Insieme hanno fondato la Beach Volley Accademy. In estate qui è il suo rifugio. Al bagno Venezia di Loretta Vincenzi, viene a ricaricare le batterie, tra un torneo di beach e l’altro. Ma sempre con Noah in braccio. Parte domani per Vancouver, una delle più belle città del mondo, la Sanremo del Canada, protetta com’è dalle Montagne Rocciose. Obiettivo: fare bene al mondiale. Poi….Police o Turchia. Quando si sarà tolto tutte le soddisfazioni, non esclude un clamoroso ritorno a casa. Ma nella sua Romagna. Qui c’è il suo ambiente. I romagnoli veraci sono fatti così. Piadina, Sangiovese, spiaggia. E tanto beach!
Carlo Gobbi
Tags: dall’Emilia-Romagna con furore! Che rivincite: fanno grande tutto il mondo…, Pallavolo, Piazza e Abbondanza

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Nota sull’autore: Carlo Gobbi

È il giornalista più poliedrico del panorama nazionale. Oltre a 7 Olimpiadi, 6 Mondiali e 15 Europei di pallavolo, e 139 test match di rugby, ha seguito oltre 20 Mondiali ed altrettanti Europei di ginnastica, judo, hockey, ghiaccio, pallamano, pesi, tiro.

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