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Atletica

Bravo, Tortu: hai fatto il tuo dovere!

Da Pierangelo Molinaro 08/08/2018

Nella nostra mentalità calcistica quella di Filippo pareva una medaglia sicura nei 100 metri degli Europei di Berlino, ma l’atletica ha delle logiche che non si possono infrangere…

Quell’ooh di delusione si è sentito per tutto il Paese. Troppo ottimismo, salire sul podio nei 100 degli Europei di Berlino pareva per Filippo Tortu quasi una formalità. Ed invece il quinto posto di questo nostro ragazzo d’oro nella finale ci deve lo stesso gonfiare il petto di orgoglio. Perché il nostro ventenne ha fatto in pieno quanto gli si chiedeva, confermando qualità non comuni, anche se non espresse sino in fondo, che fanno ben sperare per un grandissimo futuro. Il quinto posto in una finale difficile come quella di Berlino è tutt’altro che da buttare.
    Il suo obiettivo era entrare in finale (un azzurro non la vedeva da una vita…) e Filippo ci è arrivato alla grande vincendo la sua semifinale (10”12) spendendo pure poco. Nella volata decisiva si è trovato nelle condizioni più difficili ed ha commesso errori che lo faranno crescere. Essere battuti da avversari come i britannici Hughes (9”95), Prescod (9”96), Ujah (10”06) e Harvey (10”01) non è affatto un disonore. I primi tre britannici pescato nei Caraibi, come il quarto, giamaicano che ha venduto il cuore alla Turchia. Anche se non conta nulla, in fondo Tortu è il primo fra i bianchi di razza caucasica ed era anche l’unico in finale.
    LE DUE VOLATE E’ tutt’altro che facile vincere una semifinale di un campionato europeo. Basta vedere la prestazione degli altri due azzurri eliminati a questo livello. Cattaneo, promosso dalla qualificazione, non ha fatto meglio di 10”39, Jacobs, che in stagione ha già centrato un grande 10”08, non è andato oltre 10”28. Tortu la semifinale l’ha gestita con sicurezza. Non è partito come un fulmine, ma questo per ora è il suo punto debole, ma ha disteso bene la falcata permettendosi anche di inserire il folle  e risparmiare forze negli ultimo metri ormai sicuro della qualificazione. Molto meglio è uscito dai blocchi in finale, ma si è trovato nella corsia peggiore, con a sinistra Hughes ed a destra Prescod. La maggior potenza dei due avversari e la loro forza sulla corsa lanciata lo ha mandato in confusione. Filippo non è riuscito ad esprimere il suo lanciato, quando si è visto raggiunto e superato si è irrigidito, ha perso quella fluidità che gli permette di guadagnare centimetri nell’ampiezza della falcata ad ogni appoggio e negli ultimi metri, quando sono affondati i suoi sogni di medaglia, ha cessato di spingere.
   LA LEZIONE Era lecito che l’azzurro sognasse, la sua stagione sino a questo punto era stata un crescendo irresistibile sino al 9”99 di Madrid, una progressione quasi geometrica. Ma l’atletica è fatta a grandini e più si sale più diventa difficile scalarli. Tortu è già abbastanza in alto e questa sconfitta è forse più importante di una medaglia per il suo futuro nella testa di un ragazzo che ha sempre vinto. Su una pista di atletica non si può vincere segnando un gol di calzettone. Un grande risultato è frutto innanzitutto del talento, ma anche della cura di mille particolari e di quell’esperienza che il nostro atleta deve ancora costruire. Ed i 100 metri sono spietati, troppo brevi per permettere di recuperare alcun errore. Per andare sul podio l’azzurro avrebbe dovuto eguagliare se non migliorare il suo primato, ma si chiama “primato” proprio perché non è mai successo prima. Un momento di grazia, figlio delle condizioni migliori, che non arriva a comando.
   COSA SFRUTTARE Tortu ha quindi assaggiato il mondo. E siamo solo a livello europeo. Ha giù dimostrato in semifinale una tenuta mentale notevole e non era facile. La controprova è la rinuncia alla finale del francese Vicaut dopo una semifinale vinta in 9”97: una contrattura muscolare nella prima blanda fase di riscaldamento può essere frutto solo di una tensione eccessiva. Troppa elettricità in corpo che finisce per aggrovigliare i muscoli. E non era facile per Filippo dopo 45 giorni senza gare trovare la giusta tensione. Forse potrebbe gareggiare un po’ di più, talvolta anche solo per “giocare”, per rompere la monotonia degli allenamenti e non rendere troppo importanti le gare vere. Adesso avanti. Quella di Tortu rimane una stagione spettacolare, le medaglie più importanti le ha ancora davanti.
Pierangelo Molinaro
Tags: Atletica, delusione, europei, finale 100 metri, tortu

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Nota sull’autore: Pierangelo Molinaro

Ha studiato Biologia all’Università di Pavia. Dopo le esperienze all’Informatore, Corriere di Pavia e SuperGol, ha seguito da inviato per la Gazzetta dello Sport 12 Olimpiadi, 27 Mondiali e 7 Europei di atletica, 5 Paralimpiadi. E’ specializzato anche di sci e doping.

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