La Jugoslavia del Sudamerica |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
La Jugoslavia del Sudamerica |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Calcio

La Jugoslavia del Sudamerica

Da Roberto Beccantini 10/12/2022

La Croazia, con un solo tiro nello specchio in 130’, ha scortato il Brasile ai rigori e, come con i nippo, l’ha fregato. Brasile campione nello spreco di talento

Diario mondiale, diciassettesima puntata. Devoti di Fusignano e nerd di Coverciano. Minestrari e cavialisti. Fanatici del tiki taka e maniaci del campanile. Tutti in piedi: con un tiro nello specchio, uno solo in 130’, la Croazia ha scortato il Brasile ai rigori e, come con i nippo, l’ha fregato. Tutti in piedi, non scherzo. La Croazia non arriva a 4 milioni di abitanti, eppure: terza nel 1998, seconda nel 2018. Il Brasile del «jogo bonito», esplosivo contro i coreani, torna a casa nei quarti: gli era già successo in Russia. A quanto mi date che Tite, colui che ballava il samba in panchina, verrà declassato da maestro a somaro? Girano quote interessanti.
La Croazia è la costola calcisticamente più raffinata di quella Jugoslavia che definimmo il Brasile d’Europa. Sarebbe il caso, e l’ora, di dare al Brasile della Jugoslavia del Sudamerica. E questo, al netto della propaganda, per il reiterato spreco di talento e le immancabili amnesie nei momenti topici.

La partita. Un western moscio, con sparatorie varie solo nella ripresa. Non nel primo tempo, controllato dalla banda Modric, con uno Juranovic, terzino destro, migliore per distacco, e un Pasalic, mossa segreta, di utilità estrema. Mancava, agli «scacchisti» di Dalic, un centravanti di peso: il Suker etichetta ‘98, il Mandzukic vendemmia ‘18. Un tipo così. Ecco (anche) perché non risultano tiri in porta. Sì, il «fuoricampo» di Brozovic avrebbe potuto alterare la trama, ma si è perso nell’al di là di Doha. Nessuno, nessuno, nemmeno il destino. Tranne quello lì, di Petkovic, entrato per offrire palloni da asporto come un pizzaiolo annoiato.

Piano piano, o Brasil prendeva campo. E Livakovic, sempre lui, conquistava la «prima» su un maldestro fuoco amico, su Neymar e Paquetà, un paio di volte a testa e, fra gli ultimi tornanti del Golgota, su Casemiro. Il gol che spaccava l’equilibrio sembrava introdurre la festa degli «oh Ney oh Ney». Un gran gol: Neymar-Rodrygo-Neymar-Paquetà-Neymar, con Sosa e il portiere saltati come birilli. Viceversa, non succedeva più niente: se non il tocco di Orsic a Petkovic, e il «miracolo» di costui. Due cambi. Fiuto, fiuto delle mie brame…

I rigori sono la specialità dei nipotoni di Boban. Vlasic, Majer, Modric, lo stesso Orsic: zero errori. Cecchini implacabili. Un po’ meno, i brasiliani: Rodrygo murato da Livakovic (e dai!), Casemiro e Pedro (quattro sorsi di Firenze), a segno, sino al palo di Marquinhos, già sfigatissima sponda sulla freccia del pari. Hanno tradito i tenori: Vinicius, Raphinha, Paquetà, Antony (95 milioni? Arrestateli), Richarlison. Persino Neymar, sprazzi a parte.

Una biblioteca piena zeppa piange, un francobollo balla. «Sogna come se dovessi vivere per sempre; vivi come se dovessi morire oggi». E’ una frase di Oscar Wilde. La troverete, nascosta, tra la maschera di Gvardiol e la tigna di Perisic. Sì, la fortuna. Ma non sarà mai una colpa.

 

 

Articolo ripreso da Facebook

Tags: #brasile, croazia

Condivisione...

Articolo precedente
Coppa Davis 2022, il trionfo del Canada
Articolo successivo
Il Tennis Club Sinalunga campione d’Italia 2022

Nota sull’autore: Roberto Beccantini

Post correlati

  • Napoli raddoppia, Inter solo per un posto d’onore, addio Milan
  • Il Sassuolo, una società sana che punta sui giovani da 10 anni nella massima serie
  • Le 5 calciatrici americane che hanno fatto causa per discriminazione sessuale
  • Necco, Valenti & C: quel 90° minuto… Come eravamo!
  • “Non tifo gli squadroni ma tifo te”, la rivincita del calcio di provincia
  • Calcio in bilico: gli interessi stravolgono il senso del gioco

Ultimi articoli

  • Da Berrettini a Musetti, quando super è troppo di tendenza. Se è un coach…
  • McLaren, questione di testa
  • Lo Us Open da quest’anno torna in chiaro in tv su Supertennis
  • Il braccio sinistro della legge
  • Tutto è possibile, ma solo per chi crede in se stesso e negli altri…
  • L’Union(e) fa la forza, alla scoperta dell’Union Berlin e dell’Union St. Gilloise (II parte)

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi