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Motori

Bastano gomme soft e un goccio di olio: il turbo Ferrari fa un po’ di fumo e… tanto arrosto!

Da Sport Senators 11/04/2018

Vettel fa il bis e rilancia la power unit di Maranello: non era mai capitato che tre squadre diverse motorizzati dal Cavallino avessero finito una gara. In Cina si attende il riscatto Mercedes. Che però suscita anche tanti dubbi

La Ferrari fa fumo, ma c’è anche molto arrosto nella SF71H. Quella nuvola grigia che ha un po’ allarmato chi era ai box in Bahrain, quando è stato messo in moto il motore delle rossa monoposto, ha soltanto evidenziato che i tecnici di Maranello hanno adottato una speciale sistema di lubrificazione. Non scendiamo in dettagli troppo tecnici: se ci hanno spiegato bene, si tratta di una piccola quantità di olio che serve a ingrassare gli ingranaggi del turbo. Quando il propulsore è freddo il liquido viene espulso e sprigiona la fumata. In passato questo era un segnale pessimo. Annunciava problemi irreparabili. Ma i tempi cambiano.
   L’arrosto sta nelle prestazioni. Due vittorie anche risicate, se vogliamo, ma una più bella e confortante dell’altra. In Australia c’era stato anche un pizzico di fortuna, nel circuito di Sakhir la Ferrari ha dominato largamente le qualificazioni, conquistando tutta la prima fila con Vettel e Raikkonen. Poi in gara giocando anche sull’azzardo di tenere per 39 giri le gomme soft, ha sorpreso la Mercedes. La squadra tedesca ha continuato a pensare che Sebastian si sarebbe fermato ancora una volta per sostituire i pneumatici e ha sbagliato. Quando Bottas e Hamilton hanno iniziato il loro attacco era evidentemente troppo tardi. E peccato per l’incidente ai box che ha eliminato Raikkonen dopo aver incolpevolmente travolto Francesco Cigarini, che era addetto al cambio della gomma posteriore sinistra. Lo sventurato meccanico, operato subito per la frattura di tibia e perone, nella notte di domenica in ospedale a Manama, per fortuna è già in piedi. Se non fosse successo il drammatico incidente, è probabile che il finlandese si sarebbe classificato almeno terzo aumentando il bottino di Maranello.
   Detto questo, con la Ferrari in testa nel campionato piloti (Vettel a punteggio pieno: 50) e fra i Costruttori il GP di Cina che si avvierà già venerdì con le prove libere vede ancora la Mercedes favorita nei pronostici. A parte il fatto che le previsioni meteo sono pessime fino a sabato con pioggia battente – ma per la gara domenica dovrebbe esserci sole pieno – le W09 vengono considerate ancora più competitive. Quindi non sono escluse le sorprese, in un verso o nell’altro. Senza dimenticare che prima o poi anche la Red Bull potrà dire la sua nella sfida di vertice che per ora è limitata a due squadre.
   Se rimaniamo alla teoria, comunque, la terza prova del Mondiale potrebbe portare alla rivincita della corazzata tedesca. La Mercedes ha dominato a Shanghai per quattro anni di seguito, monopolizzando pole position e gare. Le caratteriste del circuito, 2 lunghi rettilinei, raccordati da 15 curve anche a gomito potrebbero adattarsi meglio alla Stelle d’Argento. Però le macchine di quest’anno sono diverse e la Ferrari, allungando il passo della SF71H, ha cambiato più degli avversari. Quindi bisognerà attendere il responso della pista per capire se certi valori potranno essere ribaltati. I tecnici del Cavallino guidati da Mattia Binotto hanno portato in Cina un nuovo fondo piatto. Forse potrà consentire altri progressi.
   Le prime due gare, tuttavia, non hanno chiarito alcuni dubbi. Non si è capito se la Mercedes non dispone più di un illimitato uso di un boost che sino all’anno scorso aveva utilizzato a volontà. Forse, con le nuove regole che obbligano le squadre a far durare per 7 corse le power unit, per evitare penalizzazioni, ha costretto i motoristi a non correre troppi rischi. Hamilton prima dell’inizio della stagione aveva detto di essere ansioso di provare il «party mode», cioè il famoso bottone magico che gli ha permesso di conquistare tante pole position ed effettuare sorpassi facili e fulminei. Poi c’è da capire bene chi riesce a consumare meno carburante per poter schiacciare l’acceleratore sino all’ultimo chilometro. C’è l’impressione che i piloti debbano guidare con il contagocce per evitare di fermarsi in pista prima di tagliare il traguardo.
   Se guardiamo alle prestazioni e alle novità 2018, infine, a proposito di Ferrari, si può notare che i team motorizzati dal Cavallino hanno svoltato. Non era mai capitato che tre squadre diverse con la power unit italiana avessero finito una gara a punti. Magnussen quinto con la macchina del team americano e Ericsson nono con la Sauber che ha portato i primi punti alla Sauber targata dalla debuttante Alfa Romeo. Una bella spinta al morale.
   C’è qualcuno, invece, che si trova in una condizione psicologica difficile. E’ il caso di Daniel Ricciardo, subito bloccato da un problema elettrico. L’australiano di origine italiana avrebbe potuto lottare per il terzo posto ma è tornato ai box a piedi, veramente scuro in volto, abbacchiato. Non può lamentarsi invece l’arrembante Verstappen, vittima dell’eccessiva aggressività che lo contraddistingue. Grandissimo talento, coraggio e determinazione non bastano se non si usa anche un po’ di cervello. Max si è schiantato contro la Mercedes di Hamilton (che non gli ha risparmiato critiche e pure un pesante insulto), forando una gomma. Incidente che poi lo ha costretto al ritiro. In fondo ha fatto anche un piacere a Lewis, perché se l’olandese fosse rimasto in pista, forse l’inglese non sarebbe salito sul terzo gradino del podio.
Cristiano Chiavegato
Tags: analisi, cristiano chiavegato, ferrari, post vittoria, Vettel

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