Rafa, dopo il trionfo agli Us Open un’altra lezione di umiltà. Da numero 1 di vita non solo di tennis! |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Rafa, dopo il trionfo agli Us Open un’altra lezione di umiltà. Da numero 1 di vita non solo di tennis! |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Tennis

Rafa, dopo il trionfo agli Us Open un’altra lezione di umiltà. Da numero 1 di vita non solo di tennis!

Da Vincenzo Martucci 11/09/2017

I primi 38 minuti della finale già scritta degli Us Open contro Anderson, Nadal rimane fedele al suo credo e smantella con ostinazione e pazienza il servizio-monstre del sudafricano-rivelazione. Così non vince solo lo Slam numero 16, ma molto molto di più…

Alzi la mano chi, guardando in tv la finale degli Us Open (magari fuorviato dalla telecronaca) o avendo la fortuna di essere presente nella tribuna del gigantesco Arthur Ashe Stadium da 23mila posti, non s’è stupito, domenica, nei primi 38 minuti della finale già scritta degli Us Open Nadal-Anderson. Il numero 1 della classifica mondiale, lo strafavorito per il terzo trionfo agli Us Open e per lo Slam numero 16 – il secondo di un’altra straordinaria stagione di successi -, Rafa Nadal che non ha bisogno di presentazioni e mette paura a qualsiasi avversario già con la sola presenza, all’idea dell’impegno e della fatica che occorre per domare un simile guerriero. Lui, proprio lui, il portentoso mancino di Maiorca dal top spin che schiaccia chiunque, che ha superato talmente tante volte oltre i propri limiti, che ha sconfitto tutte le superficie, tutti i preconcetti e tutti i rivali, che ha domato infortuni imbattibili per i comuni mortali, che richiama Tiger Woods al suo angolo in tribuna (alla disperata ricerca dello spirito vincente smarrito), che torna a minacciare il mito Roger Federer, primatista Slam a quota 19. Lui, sì, lui, l’uomo forte del tennis che rialza imperiosamente la testa e che vola letteralmente vola questo Slam come ha volato il Roland Garros, si è messo stabilmente tre metri dietro la riga di fondo a rispondere non solo alla prima, ma anche alla seconda di servizio del Carneade Kevin Anderson, mai arrivato così avanti in un Major ed appena numero 32 del mondo.

Quanti hanno davvero capito che quei 38 minuti iniziali sono stati la sublimazione degli insegnamenti di zio Toni (che lo assiste per l’ultimo Slam in tribuna prima di dedicarsi alla Scuola di Manacor), marchiando il match, smontando, svilendo, annacquando l’arma principale del giocatore-sorpresa del torneo? Di più: così facendo, Rafa ha dimostrato ancora una volta di non essere solo il numero 1 del tennis, ma il campione ideale, l’esempio per tutti, l’idolo vero per chi si vuole impegnare in qualsiasi impresa, quello che, come base di partenza, mette in gioco l’umiltà. E’ la parola-chiave che zio Toni ha inculcato al suo Rafael, svestendolo da subito dai panni di un possibile ragazzo viziato, figlio del fratello Sebastian, ricco imprenditore di Maiorca ed allevandolo, intanto, ai valori della vita. Umiltà vuol dire rispetto di tutti, umiltà vuol dire evitarsi sorprese, con tutte le aspettative che potevano soffocare il super-favorito, arrivato così facilmente sotto il traguardo, umiltà vuol dire tener fede ai propri principi, a prescindere da chi hai attorno e da come si comporta, umiltà vuol dire seguire un piano fino alla fine, accettando ogni volta un nuovo schiaffo ma insistendo tenace nelle proprie convinzioni.

Per tradurre questa parola in inglese, come altre parole in un lingua che ha imparato sulla strada del tennis – con l’aiuto soprattutto del fido Benito Barbadillo -, Rafa ci ha messo un po’. Non voleva dire soltanto umiltà (“umilty”), parola così vicina al suo spagnolo ma che resta lì, fine a se stessa, lui voleva dire: essere umili, “to be humble”. Perché lui ha fatto davvero sua quella parola tanto difficile che ha imparato da zio Toni, la urla ogni giorno della vita, la vive, la respira, la traduce nel tennis, a costo di restarsene in trincea a sfoderare un servizio e un rovescio che s’è costruito con uno straordinario lavoro, finché non è sicuro che il bazooka- Anderson fa ormai Plop, e può buttarsi a rete, sfoderando anche un servizio-volée invidiabile.

Impostando così la partita, Rafa si è confermato Rafa, non ha deragliato da se stesso e dal suo credo, dall’umiltà che significa ostinazione, pazienza, orgoglio, forza, e tante altre qualità irresistibili. Trattando il pivot sudafricano come tutti gli altri avversari che lavora ai fianchi proprio sul loro colpo più forte, fino a vincerli, di testa, di tecnica, di fisico. Epperciò, onore al campione uomo Rafa Nadal che merita tutto quello che conquista. Quello che saluta sempre per primo quando incroci qualcuno che conosce, ma anche quando semplicemente arriva in un posto – per educazione -, quello che si arrabbia solo se uno contesta il suo credo: “In una finale non ci sono favoriti, bisogna sempre giocarla la partita, è quella che decide il risultato”. Grazie anche di quest’ultima lezione.

Vincenzo Martucci

Tags: kevin anderson, rafa nadal, tennis, us open, vincenzo martucci, vittoria

Condivisione...

Articolo precedente
Il segreto di Anderson? Alexis che l’ha fatto diventare davvero alto 203 centimetri, in musica… 
Articolo successivo
La solita Italia o l’Italia che batte la Serbia e rivaluta un’intera generazione?

Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

Post correlati

  • “Forza e varietà, Sinner e Musetti super rivali al vertice come Bartali e Coppi”
  • Allie, Victoria, gli Us Open e le storie del tennis nascoste. Fra ferite ed amicizie che fanno più forti
  • Senza i giudici di linea il tennis è entrato nel futuro
  • La più bella sei tu: perché al Masters di Singapore tifiamo Venus…
  • Highlander Mahut, tennis all’infinito?
  • L’ATP fa la voce grossa, 16 settimane di sospensione per Kyrgios?

Ultimi articoli

  • Baby Italia, la festa è rinviata
  • Il club degli stoici gaudenti
  • Wilson festeggia il quarto anno di collaborazione con il Roland-Garros
  • Fritz reagisce al pubblico giacobino. Guga fu graziato, la Hingis finì male…
  • Spalletti e de Laurentiis. Pochettino e i ricicli
  • Davide contro Golia: signore e signori, la FA Cup (parte due)

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi