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Sport

Gli orchi sportivi che hanno appoggiato Trump

Da Ruggero Canevazzi 12/11/2020

Mentre tutto il mondo sportivo main stream festeggia, chi e dove sono finiti quelli che appoggiavano il presidente uscente? Andiamoli a stanare…

Non è edificante lo spettacolo che sta fornendo l’amministrazione uscente Trump, che in ogni modo ostacola la transizione col nuovo presidente eletto Biden, impedendogli l’accesso ai dischi di sicurezza nazionale che normalmente vengono resi disponibili per permettere al nuovo presidente di arrivare preparato il giorno dell’insediamento, a fine Gennaio. Lo sono stati ancor meno i pochi sostenitori sportivi di The Donald, come Dennis Rodman (che appoggia a che il dittatore nordcoreano Kim Jong Hun, ricorda prontamente Gabriele Romagnoli su Repubblica, in un articolo dove celebra i vip supporter di Biden e le loro esultanze – in primis l’attrioce Jennifer Lawrence che che corre in strada ancora in pigiama) oppure Mike Tyson, uno che col passato che è costretto a salire sul ring a più di 50 anni per far fronte ai debiti accumulati nella sua vita travagliata. Mentre dall’altra parte chi c’era? Dei supereroi. A partire da Billie Jean King e Martina Navratilova, in passato protagoniste della parità di premi tra tennisti uomini e donne, poi paladine dei diritti di omosessuali e trangedender. In particolare la King ha detto senza mezzi termini: “Le donne che votano per Trump sono masochiste che non si piacciono, pronte a suicidarsi politicamente”. Poi la campionessa di calcio Megan Rapinoe, che quando si è laureata con i suoi USA campionessa del mondo ha rifiutato di farsi premiare alla Casa Bianca. Fino ai miti NBA, da LeBron James, stella dei Los Angeles Lakers e portavoce dei soprusi della polizia verso i neri (il caso George Floyd è solo la punta dell’iceberg), a Magic Johnson, che si è speso attivamente nella campagna elettorale di Joe Biden, spiegando che più persone vanno a votare meno probabilità avrebbe avuto Trump di riconfermarsi. Come poi è stato. Del resto, quale nero avrebbe mai votato per un suprematista bianco? Quale donna avrebbe dato ancora fiducia al maschilista per eccellenza, oltre che antiabortista? Che Cosa? Ce ne sono stati? Buon Dio, andiamo a stanarli, subito!

MARIANO RIVERA
Campione di baseball, mito dei New York Yankees, amico personale dell’ormai ex presidente, prima del voto ha dichiarato: “Gli sono stato amico prima e lo sarò dopo”. Vabbé, un atto di amicizia è sempre nobile, ma perché non fermarsi qui, perché mettere i panni del politologo all’insegna dell’ormai universale uno vale uno ed elencare i presunti meriti di Trump: il sostegno pieno a Israele e l’accordo di apertura coi Paesi arabi come molti Emirati. Poveretto, a volte l’amicizia fa dire grosse castronerie…

MIKE TYSON
Beh, di lui abbiamo già detto. Serve aggiungere altro? Qualcuno, allucinato e incapace di accettare la sconfitta come il suo paladino dal parrucchino di carota, sostiene che se Iron Mike si fosse schierato coi democratici sarebbe stato dipinto come quella simpatica testa calda capace comunque di rialzarsi ogni volta. Patetico, non sarebbe mai successo…

DENNIS RODMAN
Hahahahah, grazie Dennis, il tuo sostegno a Donald è perfetto, quasi quanto quello a Kim Jong Hun….

KIMBERLY RHODE
Pluriolimpionica di tiro a volo, oro ad Atlanta Atene e Londra, ha proferito le seguenti parole: “Sostengo fermamente il Secondo Emendamento. Per me la possibilità di portare le armi è un diritto sacrosanto ed è per questo che rimango una convinta elettrice di Donald Trump”. In poche parole, un mostro con tre medaglie al collo.

JACK NICKLAUS
Vabbé grazie, un altro amico del Parrucchino mai cresciuto, suo compagnuccio di golf. Leggenda sportiva senza discussione, sia chiaro, ma certi endorsement…: “Ha aiutato l’americano medio, dimenticato dai suoi recenti predecessori”. Un americano medio che sembra molto stile WASP (white Anglo Saxon Protestant), non è vero, grande Jack?

BRETTE FAVRE
Ex quarteback  dei Green Bay Packers, 3 MVP consecutivi e vincitore di un Super Bowl (il XXXI), se giocasse oggi non si sarebbe inginocchiato durante l’inno, ma sembra fatto con lo stampino dell’elettore medio di The Donald: “Il mio voto è per Trump, che mi convince sulla libertà di espressione, sulle tasse e sul far tornare grande questo paese”. Che brutto post carriera, Brett, che delusione.

Eccoli gli antieroi, quelli che hanno osato schierarsi con quel puzzone inviso a tutti. Bene, ora abbiamo i nomi. Speriamo che ora la gente non li giudichi come grandi sportivi né come esseri umani. Solo chi dice cose gradite ha diritto di dire come la pensa, accidenti!

Tags: #MikeTyson, #Trump

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Nota sull’autore: Ruggero Canevazzi

Giornalista pubblicista e ingegnere. Grande appassionato e conoscitore di tennis, calcio e rugby, ha praticato hockey su prato a livello agonistico e poi ha seguito il Sei Nazioni per Sportsenators con Italia-Francia 2019, dopo molte altre partite della Nazionale di rugby sempre nel Sei Nazioni e Irlanda-Italia alla World Cup 2015. Per il tennis ha seguito due US Open (2015 e 2016), due Roland Garros (2017 e 2018), due ATP di Montecarlo (2014 e 2016), due turni di Fed Cup (Italia-Slovacchia a Forlì 2017 e Italia-Belgio a Genova 2018), l'ATP di Halle 2019 e le ATP Finals di Londra 2019. Autore di circa 300 articoli.

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