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Pallavolo

Pallavolo, che serie A: un poker per gli uomini, che equilibrio fra le donne dietro Novara…

Da Carlo Gobbi 14/10/2017

Ottobre. Autunno. E’ tempo di campionato. Il n.73 dalla preistoria del lontanissimo 1946. Una tantum, si parte insieme. Uomini e donne abbracciati. Così, per mettere in difficoltà i giornali. Che sovente, se non quasi tutti, Gazzetta dello Sport esclusa, ignorano il femminile. Grave errore. Nel movimento rosa, la pallavolo è saldamente al primo posto. Peggio per chi non se ne vuole occupare.

Non sono in fotocopia i due tornei. E non solo perché uno si chiama Superlega e l’altro solo campionato di serie A. No, le differenze stanno sul campo. O bella, lo si sapeva. No, nemmeno per quello. Che cioè donne e uomini sono diversi. In tutto. Logico. La differenza più evidente sta nei valori qualitativi. I maschi vantano un quartetto di battistrada che ben difficilmente farà entrare un’eventuale outsider nelle attese semifinali dei playoff. Civitanova, Modena, Perugia, Trento, in rigoroso l’ordine alfabetico, rappresentano l’aristocrazia. Sono le  quattro grandi. Ben difficile che le eventuali outsider riescano a infilarsi in ciò che Lucchetta in Rai, i tecnici, la stampa più o meno qualificata, i tifosi competenti e quelli meno, considerano al vertice. Ma le sorprese….fanno sempre bene. Ebbene…sorprendiamoci.

Non così nelle donne. Qui sarà una rissa da osteria, una ressa spaventosa per le quattro posizioni che lanciano verso la gloria. O la disperazione per le due escluse dalla finale. Qui sono almeno sei le formazioni che sulla carta vantano sestetti di gran peso. Ma con almeno altre due forti outsider che potrebbero benissimo infilarsi fra le aspiranti al titolo. Meglio così, no?

Rapida carrellata. Novara scudettata, Conegliano grande delusa l’anno scorso, Modena rifatta da Marco Gaspari, Casalmaggiore rinvigorita dal sangue romagnolo della coppia tecnica. Scandicci che non ha badato a spese. Busto Arsizio da anni abituata a sparare alto. Ma non dimentichiamo Monza non è più solo una sparring partner. Nè Bergamo, forte della tradizione di squadra al vertice ma che è stata pure costruita in maniera saggia e competitiva, al di là del pessimismo dimorante. Sì, questo dovrebbe essere l’ultimo torneo delle orobiche. Che spreco, vero? Ma occhio pure a Firenze, guidata dal parà Marco Bracci.

Torniamo ai maschi, come andrà a finire? Non ci pronunciamo sull’esito della finale. La Supercoppa appena disputata ha visto finalmente Perugia sul podio, capace di sfatare il pericoloso tabù del primo set vinto. Modena non starà a guardare le due grandi. Trento ha cambiato molto ma, con Lorenzetti al timone sa essere competitiva con qualsiasi sestetto. E dietro? Quante pretendenti per gli altri quattro posti dei playoff. Padova ha impressionato in avvio di coppa Italia con una formazione ampiamente rinnovata e con l’ex trentino Nelli finalmente titolare. Milano, che non giocherà mai purtroppo nel fantasma del Palalido, promessa nebulosa mai mantenuta dal Comune, si presenta molto agguerrita con un sestetto rinnovatissimo costruito a mano libera da Andrea Giani. Giocare a Busto Arsizio sarà certamente un grande handicap. E non solo per i tifosi. Monza ha lavorato bene, il diesse Boinati si guadagna stipendio ed elogi presentando una formazione che potrebbe andare molto lontano, guidata da un regista americano di eccellente bravura qual è Koiji. Verona insegue quel quarto posto con tenacia rara. Per arrivarci ha sconvolto il sestetto. Parte una scommessa con gli scaligeri. Piacenza,un gradino sotto, sì è svecchiata salutando tre glorie del passato: Zlatanov, Tenvati e Samuele Papi, arrivati alla meritata pensione. Punto interrogativo. Restano però le ambizioni di un sestetto e di un pubblico abituato alle alte vette, galvanizzato dallo speaker Nicola Gobbi. Ravenna ha cambiato proprio tutto, meno Fabio Soli, il tecnico, e Bonita il mega dirigente. Incognita certo, però. Come Vibo che si affida a Lorenzo Tubertini, per mezza stagione lo scorso anno sulla panchina modenese. Sora e Castellana lotteranno per l’ultimo posto. Va ricordato che non c’è retrocessione.

Questo campionato precede il Mondiale, che vivrà il suo momento magico il prossimo settembre fra Italia e Bulgaria con girone finale a Torino. Quanti stranieri riusciranno a migliorare in questo campionato anche italiano, dove il numero degli strangers appare preponderante a danno dei giovani italiani? Ormai purtroppo merce rara.

E veniamo alle donne. Novara parte con un vantaggio in più: Paola Egonu. La fantastica moretta, nigeriana d’origine, ma nata a Cittadella, è un fenomeno collaudato già a 18 anni. Questo è l’anno della sua consacrazione sotto la guida di un tecnico bravo, esperto, collaudato come Barbolini. Ma tutta la squadra è fortissima, presentando ancora Francesca Piccinini, lady di ferro del nostro movimento. Classe, temperamento,tecnica, carisma, efficacia. La Picci ha tutto per guadagnare un altro alloro al suo già ricco palmares. Conegliano, grande delusa della scorsa stagione, presenta una squadra dove faranno a botte per scendere in campo. Almeno otto le titolari meritevoli di gloria. In partenza non ci sarà Lia Malinov che, per infortunio, ha dovuto saltare l’Europeo. Ha 21 anni, potrà rifarsi. Questo è il suo campionato. Diamole tempo. Casalmaggiore ruggisce con la coppia di Cesenatico sulla panca. Marcello Abbondanza proiettato fra Istanbul e Vancouver, ha lasciato la Turchia per vincere il suo primo scudetto. Squadra fortissima. E si è lasciata scappare l’Egonu. Marco Gaspari ha avuto mano libera per costruire a Modena una Liu Jo a suo piacere. L’anno scorso a sorpresa è riuscito a infilarsi in finale con Novara. Quest’anno vuole di più. Cosa sarà? Scandicci ha speso molto, aspetta il nuovo palazzetto dal suo sponsor superdinamico. E ci crede. Occhio. Busto è guidata da Marco Mencarelli, mago della nazionale pre-juniores che ha portato al successo mondiale. E rispolvera Valentina Diouf arrivata al momento della verità. O la va o la spacca. Che scintille con la Paoletta di Novara.

Sulle altre c’è molta attesa. Monza si è affidata a un tecnico di grande esperienza e signorilità come Pedullà. Squadra ringiovanita, bene assemblata, parte con tanta fiducia. Alessandra Marzari Fumagalli è l’unica presidente presente nei due campi, Che coraggio. Gli auguri, li merita. Le altre daranno vita alla lotta per la retrocessione. Con la matricola Soverato e il debutto di Legnano. Ma anche con Firenze che vanta l’impianto più grande della A-1. Il Nelson Mandela Forum da riempire: che bella scommessa.

Anche per le donne, a settembre ci sarà il mondiale, in Giappone. E allora, come dice Lorenzo Dallari, voce del volley, “Buona pallavolo a tutti”. Divertitevi. Loro sul campo, noi in tribuna. Partenza!

Carlo Gobbi

Tags: calo gobbi, maschile e femminile, Pallavolo, serie A

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Nota sull’autore: Carlo Gobbi

È il giornalista più poliedrico del panorama nazionale. Oltre a 7 Olimpiadi, 6 Mondiali e 15 Europei di pallavolo, e 139 test match di rugby, ha seguito oltre 20 Mondiali ed altrettanti Europei di ginnastica, judo, hockey, ghiaccio, pallamano, pesi, tiro.

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