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Tennis

Kyrgios, l’istrione

Da Vincenzo Martucci 16/05/2019

Batte dal basso, alterna fulmini e smorzatine, a un certo punto mostra le terga all'avversario per provare distrarlo mentre prepara lo smash. Alcuni pensano sia un maleducato, tanti altri si divertono come matti ai suoi match. Lui è felice soltanto quando è a casa a Canberra. Per combattere la malinconia sul campo inventa di tutto.

L’istrione parte con un servizio dal basso. La sua pernacchia al tennis di potenza che sfodera alla massima espressione, ma quando dice lui. Attenzione, il servizio dal basso, Nick Kyrgios dalla faccia truce, lo fa spesso, a match in corso, anche per alleviare i problemi che ha da tempo a braccio e spalla. Così dice. Ma pochi gli credono. A partire da Daniil Medvedev. Che, infatti su quel colpo inatteso e beffardo al primo punto del match, peraltro fra due picchiatori, fa buon viso a cattivo gioco, rimandando una palletta di là del net, facendosi uccellare. Se potesse specchiarsi, vedrebbe che gli è spuntata un’altra ruga sula fronte, scoprirebbe una faccia che non conosce, coi lineamenti tirati, gli occhi di brace, la rabbia che fuma da ogni poro. Ha già perso la battaglia di nervi, è già un toro furioso e cieco, come voleva l’avversario. Lo zimbello del pubblico che si diverte un mondo con questo Kyrgios, così diverso da tutti gli altri attori del tennis. Figurarsi a Roma, città che sa ridere. Anche troppo. E quel “mo’ te faccio il cucchiaio” l’ha ben in mente dai tempi del ‘core de na Città’, Totti.

Roma è diversa. Roma, anche in conferenza stampa, fa un regalo inatteso all’australiano di sangue un po’ greco (da parte di papà Giorgos) e un po’ malese (da mamma Norlaila). Domanda: Sei un campione, un giocatore molto divertente, quanto ti piace fare questi show sul campo? E il “bad boy” si scioglie come la Bestia accarezzata dalla Bella nella versione Disney: “Questa è la più bella domanda che ho ricevuto in vita mia.

Sì, è molto importante andare là fuori e fare un po’ di spettacolo. Oggi mi sono divertito molto e penso che la gente abbia apprezzato”.

Non c’è solo istinto o provocazione, non c’è solo salvezza di se stessi, c’è voglia di fuga dai classici, violenti, noiosi, bim-bum-bam da fondocampo. “Sapevo che sarebbe stata dura, Medvedev è un giocatore incredibile, l’anno scorso abbiamo fatto una gran bella partita e non ho giocato tanto sulla terra. Ho cercato di servire molto forte, di dettare i punti e fare tante palle corte per tirarlo fuori dal suo gioco, perché so che adora gli scambi di ritmo”. Medvedev è caduto nella trappola

Per dimostrarsi all’altezza dell’istrione massimo, ha cercato di anche lui di esibirsi in smorzate, lob, volée, perdendo però la posizione e il filo del gioco. E rimanendo sempre battuto, comunque, dal campionario di Nick. Il quale, a un certo punto, su un tocco sbagliato, che l’esponeva a un facile vincente in mezzo al campo, si è girato di spalle, esponendo le spalle ma ancor di più il fondo schiena al potente smash di frustrazione del russo. Applausi. Anche quando lancia fuoricampo una palla. Anche, e soprattutto, all’inizio del terzo set quando si rimette in carreggiata dopo aver perso il secondo.

Ma Roma è anche gelosa, come tutte le donne. Altra domanda: tutti i tornei sono uguali, Nick, o avverti la differenza fra l’uno e l’altro, c’è un posto che ami più di un altro, per la gente il tempo, il posto? Tutti, ma proprio tutti i tennisti, davanti a una domanda così, abboccano felici come il pesce all’amo, invece Kyrgios è sincero. Non è banale nel dichiarare amore all’ultima città, magari solo per ingraziarsi il pubblico. Lui è fedele a se stesso, a qualsiasi costo: “Io amo solo casa mia. Non mi piace lasciare Canberra. Per me tutto il resto è tutto uguale, è solo giocare a tennis. Quando torno a casa sono super-felice, e quando la lascio sono infelice”.

Ahilui, il destino gli mette ora davanti un regolarista feroce ed essenziale, Casper Ruud, uno che lo farà soffrire. Preoccupato? Nick è semplice, davvero semplice: “Non so tanto di lui, a parte i risultati, e che gioca bene sulla terra. Cercherò di portare le cose dalla mia parte. Per me non cambia nulla: devo sempre servire forte, giocare d’istinto e vedere come funziona”.

Viva l’istrione.

*articolo ripreso da Supertennis.it

 

Tags: Kyrgios

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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