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Pallavolo

Volley. Come l’Italia è diventata campione del mondo, 24 anni dopo. I videoracconti esclusivi

Da Vanni Zagnoli 18/09/2022

Due settimane al seguito dell’Italia, all’inseguimento del mondiale di volley, che poi è stato conquistato. Siamo partiti per Lubiana due sabati fa, appunto, per il debutto nella fase a gironi, dell’Italia, con il 3-0 al Canada. Facili anche le gare con la Turchia e la Cina, sempre 3-0.

Poi il rientro dalla Slovenia, a casa, per la morte della suocera, Enza Dall’Aglio, 81 anni, due venerdì fa, a inizio settembre, e il lunedì successivo la voglia di ripartire, dopo che l’Italia aveva battuto Cuba per 3-1.

Nel frattempo abbiamo ascoltato tante storie, che trovate sullo youtube di vannizagnoli.it.

A partire dai due liberi padovani, Fabio Balaso e Leonardo Scanferla, fatto raro.

”E’ il mio primo mondiale – racconta Balaso -, anche se in nazionale ho debuttato a 20 anni, nel 2015. Mantengo un buon rapporto con Massimo Colaci, titolare alle olimpiadi.

Con Anzani abbiamo vinto lo scudetto a Civitanova, c’era anche Simon, adesso a Piacenza, e Yant”.

Sono i due cubani che l’Italia è riuscita a domare, con la regia di Fefè De Giorgi, un gentiluomo in panchina, assolutamente unico.

 

Una delle imprese l’ha compiuta l’Ucraina, da ripescata nel tabellone – per ranking, non per la guerra – ai quarti, con il 3-0 all’Olanda del parmigiano Roberto Piazza, a trascinarla Plotnytskyi, di Perugia, e Tupchii, che gioca in Ucraina. Poi l’inevitabile eliminazione, con la Slovenia, dopo l’illusione durata un set. “Per quanto riguarda la guerra – racconta Plotnytskyi -, speriamo di vincerla, dopo i tanti caduti, è l’unico auspicio che mi sento di fare”.

Abbiamo assistito dal vivo, a Lubiana, alla quasi uscita della Francia già agli ottavi, con il Giappone di Philippe Blain, ex Cuneo, capace di raggiungere il 18-15 al tiebreak.

“Non mi ha scelto Ngapeth”, mi rispondeva Andrea Giani, a Bologna, alla Nations league. E io a spiegargli che nel calcio i grandissimi giocatori, come Cristiano Ronaldo, spesso sono determinanti anche nella scelta del tecnico.

 

Italia-Francia 3-2 è stata anche la sfida fra la sua panchina, profondissima, e i soli due cambi reali nelle scelte di De Giorgi, ovvero Anzani che dagli ottavi ha giocato stabilmente al posto di Roberto Russo e Sbertoli che entra ogni tanto come sostituzione tattica.

Vedendo quell’Italia-Francia ci sono venute in mente le sfide mondiali del calcio, a Berlino 2006, vinta ai rigori dagli azzurri, e all’olimpiade di Tokyo, nel basket, con il ct Meo Sacchetti che ha fatto l’impossibile, per eliminare i blues, decisamente più forti.

 

Vice palleggiatore francese è un friulano, di origine, Benjamin Toniutti, di San Daniele, da anni in Polonia.

 

De Giorgi era stato compagno di Andrea Giani nei 3 mondiali vinti dall’Italia, di fila, ne aveva disputati 4 in sequenza, è stato bello ascoltare la loro fraterna amicizia, all’una, nella notte, davanti all’albergo, dopo l’eliminazione dei francesi, assieme a parlare di Velasco.

 

Questa è una sventagliata dei video della serata, storica, anche con le nostre domande.

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E poi Earvin Ngapeth, il giocatore dotato di maggiore classe al mondo, da anni, mi risponde al tavolo, sempre all’una, con i francesi: “Non sono il miglior giocatore al mondo”. Il migliore adesso è Rrromanò”.

Un po’ come dicono gli speaker e un po’ al cubo, dal momento che Yuri Romanò è stato davvero determinante, con i suoi 22 punti.

A Milano Romanò era riserva di Patry, francese, a Piacenza sarà per la prima volta titolare in serie A1. Aveva iniziato con il calcio, sino ai 16 anni, terzino sinistro, è uno dei rari opposti mancini, come Herrera, di Cuba.

La mamma ci confessa: “Ogni settimana mi riguardo la finale degli Europei, da quando è entrato”. Lei faceva la pallavolista, in C.

 

Per lui, De Giorgi ha lasciato a casa Zaytsev, che era rientrato per la Vnl, per lasciarlo giocare più tranquillo.

 

E poi la semifinale mondiale, Italia-Slovenia, con gli azzurri al cospetto di un paese da 2 milioni di abitanti che vive per lo sport. L’Italia stavolta era favorita, rispetto alla finale europea di un anno fa, nella stessa città polacca, non ha tradito, con un 3-0 anche facile.

Daniele Lavia è l’unico giocatore del sud fra i 7 impiegati nelle gare importanti come titolari, ovvero sei più un centrale che esce a rotazione per fare spazio al libero. Nella finale con la Polonia, peraltro, è entrato anche Roberto Russo, palermitano, da metà del secondo set, al posto di Gianluca Galassi.

 

E la bella storia di Gheorghe Cretu, ct con Bassano del Grappa nel cuore. “Ogni volta che torno fanno a gara a ospitarmi. Lì ho passato due anni splendidi, con il presidente Fiorenzo Signor. A parlare di Bassano mi viene veramente la pelle d’oca. Se a maggio ho vinto la Champions league, a Lubiana, con lo Zaksa, squadra polacca, lo devo anche alla follia di mia moglie, che mi ha sempre assecondato in tutto, lei è ungherese ed è stata protagonista anche in Champions di basket, da allenatrice, anche contro Schio. E’ difficile per un romeno affermarsi nel volley, su di noi”.

 

Giovedì sera, all’arrivo in Polonia, abbiamo visto anche la bellissima arena di Gliwice, 16mila posti, che ha chiuso dopo i quarti. La semifinale dell’Italia è stata alle 21, non più alle 18.

Prima c’era Polonia-Brasile, i polacchi hanno già rischiato con gli Usa, erano sopra 2-0, hanno chiuso al tiebreak, come con i carioca, ma a set alterni.

 

E poi tutta l’emozione della finale, il primo set dall’Italia dopo essere stata a lungo sopra, il secondo vinto a fatica, il terzo e il quarto molto più facilmente. L’emozione al termine, epocale, a osservare anche i pochi giornalisti arrivati dall’Italia.

 

Il videoracconto della finale, dunque.

 

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Da Katowice (Polonia)  Vanni Zagnoli foto tratta dal sito dell’adnkronos

 

 

 

Tags: Da Katowice (Polonia)  Vanni Zagnoli

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Nota sull’autore: Vanni Zagnoli

Classe 1971, di Reggio Emilia, dal ’90 solo giornalista. Mai un contratto, esclusi due mesi a Il Giornale; professionista dal ’99. Il curriculum è infinito, condiviso con la moglie Silvia Gilioli, pubblicista. Pubblicarono ovunque, esclusi sui quotidiani economici e sui più recenti. Dal 2014 editano vannizagnoli.it, le proposte alle redazioni e l'integralità degli articoli usciti. Vanni punta su youtube, a tanti non piace che intervisti o anche solo riprendere persone. Ha fatto tv (da ospite) e radio, pezzi per settimanali. Ha scritto di quasi tutti gli sport. Ama approfondire, i videoracconti sono videobiografie. Nell’aprile 2018 gli hanno chiuso un canale youtube, sennò sarebbe a 15 milioni di visualizzazioni e a 15mila iscritti. Lavora da casa, sdraiato sul letto, per molte ore da solo, anche per questo ama le note vocali notturne e infinite.

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