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Calcio

Il “dagli all’arbitro” scientifico/metodico di Mister Mourinho

Da Fabrizio Bocca 19/04/2022

L’allenatore della Roma attacca sistematicamente i direttori di gara a testa bassa ì gigante di a dismisura gli episodi dubbi, figuriamoci quelli reali

Il Bar Sport di Fabrizio Bocca – Bloooog!
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Addirittura vergognarsi di stare su un campo di calcio insieme a loro. Il senso di José Mourinho per gli arbitri è totale, sterminato, sconvolgente e travolgente. In certi casi siamo praticamente al disprezzo. Gli arbitri sono i suoi nemici, non ha alcun rispetto per la loro terzietà e il loro compito indispensabile e necessario. Li attacca a testa bassa, ripetutamente, con parole pesantissime, mettendo in dubbio anche la loro professionalità. Se dici che gli arbitri fischiano a favore delle squadre che giocano per lo scudetto l’offesa non è da poco. Bisogna solo vedere se si vuole ignorarla o meno, fare finta di non aver sentito.

Dato che l’allenatore della Roma non può attaccare gli arbitri a prescindere, e cioè in assenza di un errore che abbia realmente danneggiato lui e la sua squadra, ingigantisce a dismisura gli episodi dubbi, figuriamoci gli episodi veri e reali.

Che in Napoli-Roma l’arbitro Di Bello abbia fatto pasticci se ne può discutere, ma sui suoi errori non c’è unanimità nemmeno tra ex calciatori e i suoi ex colleghi. Per alcuni ha sbagliato, per altri no. Cioè, la colpevolezza dell’arbitro non è poi un fatto così clamoroso, riconosciuto, oggettivo. L’operazione di Mourinho è imporre subito la sua verità, impedire che il giudizio sull’operato dell’arbitro passi attraverso un normale procedimento di giudizio, sia pure severo. Bisogna subito fare il salto di qualità al livello scandalo.

Lo scorticamento in diretta dell’arbitro è ormai un rito consueto del post partita. Così da dare subito un indirizzo alla lettura della singola gara e della situazione generale, avere cioè una sua interpretazione soggettiva della realtà.

La sua è una forma di condizionamento dell’opinione pubblica generale, direttamente, o anche tramite i media. Che comunque, anch’essi, ne risultano notevolmente condizionati. Generalmente c’è molta timidezza davanti a lui e il senso di inferiorità nei confronti di Mourinho è particolarmente accentuato, il contraddittorio veramente minimale. Avete mai sentito qualcuno rispondergli a tono in conferenza stampa o nelle interviste post gara? Un conduttore o un ex giocatore che gli dica “Scusi, ma cosa sta dicendo?”.

Allo tsunami verbale può unire gesti che rendono ancora più plastica e simbolica questa sua opposizione permanente all’istituzione arbitrale. Dalle manette contro Tagliavento al tempo dell’Inter ormai oltre dodici anni fa è passato alla mano che simula la telefonata di chissà chi all’arbitro Pairetto quest’anno. Molto più semplicemente può ridere platealmente contro le decisioni arbitrali, ben sapendo di essere ripreso dalle telecamere.

In ogni caso la sua panchina è un perenne vulcano in eruzione, collaboratori, colleghi dello staff, giocatori che urlano e protestano più o meno come fa lui. Dirigenti e allenatori delle altre squadre  si sono ormai fatti l’idea che questa sia una forma di pressione scientifica sull’arbitro, un condizionamento più o meno diretto. Glielo ha detto fuori dai denti Walter Sabatini l’ex ds della Roma ora alla Salernitana, lo ha ripetuto Luciano Spalletti, è addirittura scoppiato un caso internazionale per la rissa negli spogliatoi tra staff della Roma e staff del Bodø/Glimt.

Insomma è il classico cerchio che si chiude, il condizionamento è esattamente quello che lui rimprovera agli arbitri. L’arbitro da che mondo è mondo in Italia, va tirato per la giacchetta (caso mai ancora ne indossasse una…) dalla propria parte. E Mourinho oggi è quello che la giacchetta arbitrale la tira più forte.

Si contano almeno otto, dieci casi di accuse più o meno furiose nei confronti dell’arbitro che ha appena diretto la partita di Mourinho. Globalmente ci stiamo facendo l’idea di una Roma osteggiata e penalizzata dagli arbitri, la cui posizione in classifica è il risultato di una montagna impossibile da scalare. Perché gli arbitri possono modificare realmente la classifica, non per disonestà o perché capaci di manovrare certe leve – Mourinho sa benissimo che questo è un limite che non può oltrepassare – ma perché la loro incapacità, presunzione o intoccabilità può realmente stravolgere il campionato di una squadra. Come dire, avrei potuto anche ottenere di più ma…

Lo scontro insomma è totale, e soprattutto scientifico, metodico. Lo specialissimo sesto senso di Mourinho per l’ultimo arbitro capitato disgraziatamente tra i suoi sproloqui.

Fabrizio Bocca

Tags: #mourinho, calcio, roma

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Nota sull’autore: Fabrizio Bocca

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