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Tennis

Zverev impressiona più dell’anno scorso quando vinse Roma. Rafa ringrazia la pioggia, resta il più forte 

Da Vincenzo Martucci 20/05/2018

Dopo Madrid con Thiem, il Masters 1000 nostrano rilancia anche Cilic e Djokovic sulla strada del Roland Garros

Sbam, stock, spack! Mamma che botte! Che suono fa la palla colpita dall’ultimo fenomeno, che impatto micidiale ottiene dall’altra parte del net, contro tutti gli avversari! Arriva sempre quello che picchia più forte, arriva sempre quello più giovane e cattivo, arriva sempre quello che ti supera, e ti manda in pensione. Questa, dagli spalti del centrale del Foro Italico, è la considerazione che viene da fare su Sascha Zverev, il nuovo che avanza, sempre nelle finali di Roma, dal 2017, quand’ha demolito Novak Djokovic, firmando per la prima volta gli Internazionali d’Italia e anche il primo Masters 1000, al 2018, quand’ha perso contro Rafa Nadal, cedendo forse solo per la pioggia che gli ha annacquato la concentrazione e le polveri sul 3-1 al terzo set. Perché è vero che poi questa finale di Roma numero 75 la cede a Rafa Nadal – che  così mette l’ottavo sigillo nell’albo d’oro – ma ancor più di dodici mesi fa, la prestazione di Sascha è davvero impressionante. E promette ancor più di quella dello scorso anno.
    Semplicemente, il potente tedesco di ceppo russo, alto 1.98, agile e veloce su due gambe da fenicottero, servizio e rovescio ma anche dritto che non scherza, ha confermato che, oggi, paga solo d’esperienza. Una merce che non si acquista, ma si acquisisce soltanto sul campo. Bello, poi, è il modo in cui prorompe con la sua fragorosa gioventù e si esalta con la sua faccia imberbe,  un po’ come fece il connazionale Boria Becker quando conquistò a sorpresa Wimbledon nel 1985. Bello il modo in cui mette in estrema evidenza i 21 anni appena compiuti (il 20 aprile 1997), facendo appassire ancor più del dovuto i quasi 32 anni che il Maciste di Maiorca festeggerà il 3 giugno, come sempre durante il Roland Garros. Cioè lo Slam che ha vinto dieci volte, da più grande campione di sempre sulla terra rossa.
    Zverev è sfrontato, irriverente, sfacciato, presuntuoso, testardo. Zverev voleva cancellare l’umiliante zero nella casella dei testa a testa sul rosso in quattro confronti con Nadal, l’ultimo quest’anno in coppa Davis. Era arrivato a Roma con la sicurezza di chi ha vinto 13 partite di fila sulla terra battuta, compresi i titoli di Monaco e Madrid, e di 5 finali negli ultimi 10 Masters. Primo anche nella graduatoria di chi ha vinto più match quest’anno, 30, superando Marin Cilic venerdì sera a Roma, si era già garantito il numero 2 nel tabellone del Roland Garros che scatta domenica.
    Tutto ciò non offusca i meriti del solito, inossidabile, Rafa, il grande, l’immenso Rafa che nella campagna sul rosso di quest’anno ha già firmato Barcellona e Montecarlo per l’undicesima volta, a Madrid ha fissato a 50 il record di set vinti consecutivamente sulla stessa superficie. A Roma, era uscito vincente ma segnato dai confronti contro Fognini e Djokovic, cedendo un set al ligure dal braccio d’oro e rischiando di perdere il delicatissimo tie-break iniziale contro il rivale serbo. E in finale ha perso nettamente il secondo set e sembrava perso nel terzo, almeno fino all’1-3, quando il dio del tennis gli ha teso una mano, consentendogli il riposino di tre quarti d’ora, utilissimo due volte: per rimotivarsi lui e per scaricare  il puledro che si trovava di fronte. Chissà, magari avrebbe concluso la rimonta anche senza lo stop per pioggia, sappiamo solo che, così, è tornato a giocare come nel primo set che aveva dominato, impelagando la potenza di Zverev nella sua ragnatela. Così, torna a trionfare a Roma, dov’aveva fatto festa l’ultima volta nel 2013, e negli ultimi tre anni s’è fermato nei quarti. Rilanciando ancora una volta la propria candidatura come primo favorito al Roland Garros, per l’undicesimo titolo.
    Qualche perplessità sul suo stato fisico in realtà l’ha lasciata, al Foro Italico, perplessità che possono diventare nefaste a Parigi, in un torneo di due settimane, con partite al meglio dei cinque set. Ma è ugualmente vero che i rivali sono molto lontani. Pur riproponendosi in vario modo Thiem, che l’ha stoppato a Madrid, Cilic, in ripresa fisica che ha perso a Roma solo in due set molto equilibrati con Zverev, lo stesso Sascha, che accusa però ancora troppi alti e bassi e non ha esperienza di Slam, Djokovic, che ha mostrato sensibile segnali di miglioramento.
  Le risposte fra una settimana al Roland Garros.
VINCENZO MARTUCCI
Tags: internazionali bnl d'Italia 2018, Nadal, tennis, vittoria, zverev

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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