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Calcio

Ai Mondiali delle donne appare finalmente anche la nostra mamma… Grazie Giappone!

Da Vincenzo Martucci 20/06/2018

Accanto alle bellezze di tutte le nazioni e i colori, accanto ai simboli anche politici, si fanno notare anche le donne del Sol levante che fanno pulizia allo stadio

Nella società dell’apparire, degli slogan, dei titoli che poi scompaiono nell’oblio il giorno dopo, un bell’articolo sulle donne iraniane liberate dal caldo ci sta benone. Il fard, l’ombretto, il rossetto sulle guance con la bandiera del proprio paese, la stridente differenza fra la spensieratezza degli stadi dei Mondiali di calcio in Russia e le ferree regole del loro paese, delle loro moschee, della loro vita di tutti i giorni. Eccole le donne arabe, sorridenti, spensierate, molte senza il tradizionale velo imposto dal codice d’abbigliamento dell’Islam, senza l’Hijab, il foulard che copre i capelli e il collo lasciando scoperto il volto. Accanto a loro le altre donne, le liberissime svedesi, le frizzanti francesi, le spensierate inglesi, le folgoranti russe, le appassionate spagnole con le loro amiche portoghesi, le bellissime brasiliane, fra cui spicca la fidanzata di Neymar, Bruna Marquezine.
    Questi Mondiali, per ora, sono grandi errori, grandi fiammate dei campioni, grandi equilibrio, grande fisicità, grandi sviste degli arbitri. Grandi, sicuramente grandi, ma ancora non eccezionali come gioco.  Ma intanto, sono grandi spettacoli donne sugli spalti. Con le nuove protagoniste che certamente non aspettano più che il compagno le porti allo stadio, ci vanno da sole, a far festa con tutti, in allegria, per poi baciare pubblicamente il loro “lui” in mondovisione. Grandi. Sicuramente grandi. Si esaltano nel ruolo di tifose che prima era molto sporadico e spesso s’accompagnava alla scarsa conoscenza di fatti e regole, personaggi e situazioni. Invece, perfettamente inserire nella generazione web, si vede che sanno tutto e che vivono le emozioni della partita con trasporto e partecipazione.
   Ma qualsiasi cosa faranno non potranno mai battere le nostre mamme. Cioé, il personaggio chiave della nostra vita di tutti i giorni che manca in modo evidente dagli stadi di calcio. Se ci pensate, sugli spalti, ci sono amici, fratelli, parenti, di tutti i tipi. Ma la mamma classica, resta a casa, non s’interessa, magari riposa, magari cura le piante, o cuce o guarda pure la tv, ma un altro programma. Da ieri, però, il Grande Fratello ha portato nel calcio anche le mamme. Non quelle scatenate che fanno da manager ai loro mariti-figli, non quelle d’arte prestate allo sport dal cognome famoso, quelle autentiche, quelle che per abitudine e tradizione sono abituate a mentre in ordine, a lasciar pulito, a spegnere la luce. Sono le mamme, le mogli, le donne di casa giapponesi, sorprese dalle telecamere a ripulire le tribune dello stadio di Saransk di tutti i rifiuti che hanno creato col loro tifo e l’estrema euforia di aver battuto a sorpresa la Colombia: dalle cartacce ai vetro, dalle plastiche alle bevande. E’ un’immagine che non fa titolo, non fa WAGS (Wives And Girlfriends, moglie e fidanzate di calciatori famosi), non fa sexy, non fa libertà di costumi, non fa politica. E’ un’immagine di tutti i giorni di mamma che ci urlava dall’altra stanza: “Questo non è un albergo, la luce costa, chi ha buttato tutto per terra in bagno?”. Ma è femminile al massimo, come le nostre mamme.
Per vedere il video clicca qui
VINCENZO MARTUCCI
Tags: curiosità, donne delle pulizie, mondiali, russia

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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