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Tennis

“Bum-Bum” Tauson, la Alcaraz delle donne: “Ora non ho più paura”

Da Vincenzo Martucci 21/02/2022

Clara Tauson ha aperto con una sorpresa il Qatar TotalEnergies Open, torneo WTA 1000 trasmesso su SuperTennis e SuperTennis. Nel suo primo match in questa categoria di tornei, ha sconfitto 6-4 3-6 6-3 la campionessa olimpica Belinda Bencic. Il quarto successo in otto partite contro una delle prime 30 del mondo la proietta al secondo turno contro la numero 3 WTA, la spagnola Paula Badosa. Per conoscerla meglio, vi riproponiamo il ritratto firmato da Vincenzo Martucci lo scorso gennaio durante l’Australian Open.

Clara Tauson è la Carlos Alcaraz delle donne: ugualmente precoce, potente e volitiva, con ampi margini di progresso, è la stella annunciata del firmamento WTA.

La danese, che ha compiuto 19 anni il 21 dicembre, ha tutti i colpi e una chiara visione del gioco già dall’anno scorso, quand’è sbarcata fra le pro dopo un’ottima carriera da junior, ma ha dovuto lavorare molto sulla reattività fisica e psicologica.

Forse, a caricarla maggiormente, è stata l’esplosione delle coetanee Raducanu e Fernandez che sono arrivate prima di lei a una finale Slam agli US Open di settembre. Forse semplicemente qualche brutta esperienza, in campo, e qualche reazione dura di qualche avversaria, e la naturale esperienza di un anno sul palcoscenico maggiore l’hanno cresciuta in modo determinante.

Perché anche al torneo di Courmayeur di fine ottobre dov’ha perso in finale contro Donna Vekic, il suo ego non le avrebbe mai permesso di esprimere un concetto così umile: “Penso di essere andato in campo credendo di poter vincere, ma non che dovessi vincere, era più: “Puoi farcela, ma guarda bene che cosa succede là fuori”.

SALTO DI QUALITÀ
Clara ha cominciato a giocare tornei juniores nel 2013 ad appena 10 anni, la famiglia (papà ex professionista di hockey e mamma di pallamano) l’ha finanziata fino al 2017 quand’è passata professionista, anche se, ancora da junior, nel 2108, si è aggiudicata gli Australian Open di categoria, dal 2019 si allena all’accademia dell’ex numero 1 del mondo, Justine Henin, in Belgio: “Non mi troverai mai impreparata se mi chiedi qualcosa sul tennis. So tutto. Il mio allenatore dice che sono la Wikipedia dei risultati del tennis. Amo guardare il tennis e amo giocare”.

Poi ha alternato buone prestazioni a cali di rendimento, ma ha continuato ad auto-esaltarsi: “Penso che il mio gioco mi aiuterà ad arrivare in alto”. Ha vinto un paio di tornei, a Lione e Lussemburgo, e ha salutato il salto di livello: “Che bello, finalmente posso cercare di più i colpi, come piace a me, nei tornei ITF era diverso: si appoggiavano e mi costringevano a giocare tantissimi colpi, per stancarmi”.

Chiaramente puntava molto più in alto e, anche se le avversarie la guardavano male, con quell’aria sempre altera e superiore, lei ha insistito, e ha spiegato che forse urlava alla luna ma per auto-difesa: “Ho un grande rispetto per le giocatrici del WTA, ma in campo mi sento sempre più a mio agio e non ho paura come mi succedeva prima”.

Così oggi, dopo una partita senza macchia e senza paura come piace a lei, ”è stata una giornata in cui tutto funzionava al meglio”, si esalta e non sembra più la bambina viziata di poco tempo fa: “Riuscire negli Slam è una gran bella sensazione, è il premio del tanto duro lavoro che ci ho messo. Eppoi questo è uno dei primo tornei dell’anno, e va anche meglio”.

VIZIETTI
Clara ha cominciato il 2021 da numero 152 del mondo, l’ha chiuso da top 50, oggi è 39, ma vale tranquillamente le prime 20, come ha confermato superando la sua prima top ten: “Anche se ho avuto qualche momento difficile ho sempre creduto di poter vincere. Penso che sia questa la differenza rispetto all’anno scorso. Sono ancora giovane, ho bisogno di migliorare tante cose nel mio gioco per alzare ancora il livello alla prossima partita. Non abbiamo obiettivi concreti, se non proprio crescere”.

Con quell’arroganza del campione che le spunte comunque fuori qua e là: “Adoro giocare contro le più forti. È lì che voglio essere. Se ho scelto uno sport individuale e non di squadra è perché mi piace poter decidere dove voglio giocare la palla e sono solo io a decidere se vinco o perdo”.

Il prossimo incrocio è un bel test contro computer-Danielle Collins, con la quale ha perso al Roland Garros 2020: “Ma io ero infortunata”.

Vincenzo Martucci (testo e foto tratti da supertennis.tv)

Tags: "Bum-Bum" Tauson, la Alcaraz delle donne: "Ora non ho più paura"

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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