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Calcio

Beccantini: “Presto la Var, ma prima regole più snelle”

Da Luca Marianantoni 21/04/2017

Ritroviamo Roberto Beccantini per parlare di calcio e di scandali legati agli arbitraggi. Il più clamoroso, tra i recenti, riguarda la qualificazione del Real Madrid ai danni del Bayern di Monaco di Carletto Ancelotti.

Come mai il calcio rifiuta la tecnologia?

“Il calcio è uno sport fortemente conservatore, da sempre, fin dalla notte dei tempi. Sepp Blatter, nei suoi 17 anni di presidenza, ha sempre amato un calcio per così dire “biscardiano”, un calcio con partite che durano una settimana intera, da una giornata di campionato all’altra. E’ un reato pensare che tutto finisca al novantesimo”.

 

Il mondo va avanti e il calcio rimane all’età della pietra?

“Una grande svolta il calcio l’ha vissuta dopo i Mondiali del 1990. Dopo quel torneo il potere in campo si è spostato dai difensori agli attaccanti. Per anni si sono tutelati esclusivamente portieri, difensori e tutto quello che andava a pro loro. Dopo si è pensato di proteggere i fantasisti, a dare più spazio agli attaccanti. Così sono arrivate le regole che hanno vietato il retropassaggio al portiere, l’espulsione per il fallo dell’ultimo uomo sull’attaccante lanciato a rete e tutte le modifiche varie sul fallo di mano e sul fuorigioco”.

 

Quali sono stati i grandi errori arbitrali del recente passato?

“Prima dei Mondiali in Sud Africa ci fu lo scandalo nello spareggio Francia-Irlanda, con il gol di Gallas viziato da un doppio fallo di mano di Thierry Henry. La svista dell’arbitro svedese Hansson costò all’Irlanda un’ingiusta eliminazione che anni dopo la Fifa stessa compensò regalando 5 milioni di euro alla federcalcio Irlandese”.

 

Ma secondo te qual è stato l’errore che ha determinato la svolta?

“Un altro errore recente che ha fatto infuriare il mondo del calcio e provocare la reazione degli sponsor, è stato il gol fantasma di Lampard ai Mondiali del 2010 nel match Germania-Inghilterra. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Fu Michel Platini a convincere Sepp Blatter che il calcio aveva bisogno dei giudici di porta. E così il calcio, pur di evitare la tecnologia e il progresso, ha aumentato il numero degli arbitri: ora in campo ci sono 6 referee, l’arbitro tradizionale, due assistenti o guardalinee, due arbitri di porta e il quarto uomo”.

 

La prima grande svolta si è avuta nel 2015 con l’occhio di falco posizionato sulla linea di porta?

“Nel 2015 ha debuttato la “gol line technology” che almeno ha chiuso definitivamente le polemiche su gol o non gol. E’ molto probabile che ai Mondiali di Russia del 2018 ci sarà anche la Var, che ta per video assistant referee, un po’ come accade per Nba, Nfl, rugby e tennis”

 

Tornando alla sfida tra Real e Bayer, cosa pensi sia successo?

“Quello che è successo in Real Madrid-Bayer di Monaco è qualcosa che il termine scandaloso non puo’ minimamente avvicinare. Due gol in netto fuori gioco di Cristiano Ronaldo, un’espulsione sacrosanta non data a Casemiro e una invece data ma che non c’era a Vidal. Tifosi e investitori non possono più accettare situazioni del genere”.

 

Cosa accadrà nel futuro prossimo?

“L’inversione di tendenza si è avuta con il nuovo presidente Fifa. Infantino ha bisogno di consensi e allora fa la cosa opposta a quella di Platini e Blatter. Toglie autorità all’arbitro. Loro avevano riempito il campo di arbitri e lui invece stringe la mano alle nuove tecnologie. E dopo la Var, sono convinto, arriverà anche il tempo effettivo con due frazioni di gioco da 30 minuti ciascuno. Ma prima che arrivi la Var bisogna fare chiarezza e snellire le regole. Bisogna rivedere le norme che regolano il fuorigioco e il fallo di mano. Ci deve essere chiarezza. La Var non è una bacchetta magica, ti farà vedere se la mano di De Sciglio ha toccato il pallone, ma non ti dirà se il contatto tra il pallone e la mano o il braccio è voluto o meno, se il movimento è naturale o innaturale. Queste sottigliezze vanno eliminate alla base”

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Nota sull’autore: Luca Marianantoni

Una vita tra numeri, statistiche, campioni e imprese memorabili. L'amore più grande il tennis con cui ha collezionato la presenza in 53 tornei del Grande Slam a partire del Roland Garros 1989. Ha collaborato a pubblicazioni e libri di tennis.

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