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Motori

“Valentino e Marquez sono dei. Ma ora basta, frenate… Anche con le parole. Altrimenti il motociclismo muore!”

Da Vincenzo Martucci 21/04/2018

Polemiche, cadute, il rischio della bandiera nera, i conflitti fra “maschi Alfa”, i precedenti… E’ arrivato il momento che Dorna a Federazione mondiale intervengano decisamente

Carlo Canzano, alla vigilia del motoGP di Austin, si parla sempre, e soltanto, e ancora, di Rossi-Marquez. Quale sarà la prossima puntata di questa storia infinita?
“Purtroppo, sembra che sia morendo il motociclismo. Secondo qualche indiscrezione, la Safety Commission ad Austin avrebbe fatto emergere la decisione di punizioni più rigide per chi d’ora in poi sbaglierà e farà cadere un altro concorrente. Per lui ci sarà la bandiera nera, e per il motociclismo sarà la fine. Perché, questo sport è caratterizzato dall’equilibrio dei piloti: non è come l’automobilismo, e non è come il calcio, dove ci sono regole certe per tutte le infrazioni. E, nelle gare sulle due ruote, è difficilissimo decidere, anche per i tre giudici, gli eventuali falli”.
E’ chiaro che i nomi dei protagonisti hanno aumentato a dismisura la portata dei fattacci nel GP d’Argentina.
“E’ vero che Marquez era un po’ sopra le righe, come è sua caratteristica, ma il precedente contatto, con Aleix Espargaró, era stato anche più netto rispetto a quello con Valentino, solo che uno è rimasto in sella e l’altro  caduto. Marquez avrebbe meritato la bandiera nera per il primo contatto più che per il secondo, ma Espargaró con è Rossi”.
Sembra quasi che voglia assolvere Marquez.
“No, sottolineo solo ch fosse in trance agonistica, stava andando da 1 a 2 secondi più veloce degli altri, nella sua rimonta, e quando vai così hai riferimenti diversi: quello davanti frena a 100 metri e tu a 80. Quando vai più veloce sei più soggetto all’errore, e devi saper controllare la tua azione. Ma vale anche per Valentino, con le parole”.
Anche Valentino sbaglia, quindi?
“Sì, parla con toni troppo accesi. Non si può dire: “Mira scientemente alla gamba per farti cadere”. E’ come se dicesse che è un killer. E perciò andrebbe sanzionato. Non è un personaggio qualsiasi, è Valentino Rossi, è un punto di riferimento di tutti, le sue parole destano più attenzione: da campione, ha più responsabilità nei confronti dello sport e dell’etica. Capisco anche qui l’adrenalina, le dichiarazioni a caldo nel dopo gara, ma il suo caso vale anche più di quello di Buffon dopo il ritorno di coppa Campioni di Madrid. Perché il portiere della Juventus è uno dei protagonisti di riferimento, Valentino è “il” riferimento. E la differenza fra lui e gli altri è sostanziale anche in queste cose”.
Tutte le rivalità della vita e dello sport sono velenose.
“Valentino è il maschio Alfa che vede arrivare il nuovo e sa che prenderà il suo posto. E, come un cervo maschio, lo prende a cornate, così i due si scannano. E’ già successo con Agostini e Hailwood, che però erano amici.
Ed è già successo a Valentino, da giovanissimo, già alla seconda stagione da pro, con Max Biaggi, che era il maschio alfa dell’epoca. Con la differenza che per tre anni, pur in categorie differenti, erano già dichiaratamente rivali. Finché, nel 2000, la gara verbale non si spostò in pista e Valentino vinse sul campo”.
Qual è la morale di questa storia Rossi-Marquez?
“L’ha fotografata bene Johann Zarco, che peraltro, sempre in Argentina, contro Pedrosa, ha fatto un’entrata decisa, per cercare un varco all’interno. E lo spagnolo è stato spinto fuori. Il francese ha detto chiaramente: “Il problema è che Rossi e Marques sono due dei, è difficile giudicare due dei”. E’ proprio così”.
Quindi non c’è soluzione: Rossi e Marquez continueranno a litigare e a gareggiare così? Sembra che nella Safey Commission di Austin, Marquez abbia replicato a Valentino: ”Abbiamo imparato da te”. E l’italiano gli abbia risposto: “Vuoi paragonare me a te? Io ne ho buttati fuori quattro in venti anni, tu cinque in una gara sola”.
“L’unica soluzione può essere che Carmelo Ezpeleta, il gran capo della Dorna, e Vito Ippolito, il presidente della Federazione mondiale, si chiudano in una stanza con i due piloti-dei, e gli dicano chiaramente: “Noi siamo i vostri datori di lavoro, adesso Basta, e cominciamo a moderare i toni”. Perché anche il casino della Malesia di tre anni fa nacque da Rossi che accusò pubblicamente Marquez di essere un anti-sportivo: non potendo vincere lui, avrebbe aiutato Lorenzo contro Valentino. Sia che fossero supposizioni o anche certezze, il nostro pilota avrebbe dovuto denunciare la cosa proprio alla Dorna e alla Federazione mondiale. Ecco, ci vorrebbe proprio una presa di posizione decisa dei padroni del vapore nei confronti di questi due grandissimi piloti che si sentono padroni”.
VINCENZO MARTUCCI
Tags: “Valentino e Marquez sono dei. Ma ora basta, carlo canzano, frenate… Anche con le parole. Altrimenti il motociclismo muore!”, moto gp

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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