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Calcio

Empoli, la provinciale con le stimmate di inventare e proporre giocatori che in B è sempre più di passaggio…

Da Sport Senators 22/03/2018

Una società solita, un presidente serio e affezionato, tecnici importanti, come Sarri e Giampaolo, giocatori che si fanno le ossa da Marchisio, Giovinco a Eder, da Di Natale a Montella, da Rugani e Saponara. E ora un’altra seria candidatura al ritorno in serie A

Negli ultimi 30 anni ha fatto saliscendi tra la B e la A, si è tolta anche il gusto di entrare in coppa Uefa (eliminato al primo turno nella stagione 2007-2008) e ora, dopo la caduta si appresta a riprendersi il posto che gli compete. In A. Parliamo dell’Empoli, squadra toscana che si può considerare qualcosa di più di una provinciale di lusso, che pur navigando in un bacino limitato (la città conta 48 mila abitanti, poco più di una delle altre contendenti alla promozione, il Frosinone), per bilanci, iniziative e sapere calcistico sta per domare un campionato in questa stagione quanto mai indecifrabile.
Ne parliamo perché proprio nell’ultima giornata la squadra di Aurelio Andreazzoli, capolista solitaria e una partita da recuperare, ha dato un’accelerata convincente, aiutata certo dalla frenata delle avversarie, ma anche dal suo attacco vorace con 65 gol all’attivo che ha costruito una marcia composta da 16 risultati utili (quasi un intero girone) e 13 partite positive in casa. Gli incisori di questa fantastica cavalcata sono Francesco Caputo, 31 anni, capocannoniere con 21 reti e Alfredo Donnarumma, 27 anni, vice-capocannoniere con 17 gol. Una garanzia che mette in cassaforte ciò che è più di un sogno promozione.
I pezzi giusti per un mosaico di calciatori che ha un’età media non bassissima, nutrita da grande esperienza (Manuel Pasqual, 36 anni e Matteo Brighi 37) , forza, grinta e determinazione: nel gruppo dei titolari un solo ’96 (il difensore Luperto in prestito dal Napoli) e Ismael Bennacer, 20 anni, centrocampista algerino. Una squadra che è un monolite, non scalfibile dalle altre forze del campionato, anche perché in regia c’è un allenatore che ha spesso lavorato dietro le quinte, ma che frequentando il back stage ha imparato calcio e lo sa insegnare con efficacia.
Parliamo di un toscano di Massa, Aurelio Andreazzoli che il 17 dicembre, quando i risultati sembravano sotto la media imposta dalla società, rilevò Vivarini. Ci voleva Aurelio, che Luciano Spalletti chiamò a Udine come collaboratore tecnico e poi se lo portò a Roma (dove ebbe anche l’esperienza della panchina della prima squadra) per rimettere in piedi l’Empoli che lui stesso aveva guidato dalla C alla A.
Ebbene, Andreazzoli in poche settimane ha rovesciato i destini della squadra toscana, cancellando i dubbi dopo la caduta tra i cadetti. Tutto ciò non sarebbe possibile se dietro alla squadra non ci fosse una società solida, guidata da una presidente come Fabrizio Corsi che è in sella dal 1991, cioè 27 anni di proficuo e intenso lavoro, con un occhio ai conti e uno alla classifica, ma sempre con la stella cometa della sostenibilità. Scendere in B non è mai un dramma, proprio perché la qualità dei bilanci e le scelte tecniche, più prima che poi, sanno aprire le porte della massima divisione. Sta succedendo ancora oggi.
Sembra che le stimmate della società siano lo stile di inventare (Maurizio Sarri e Marco Giampaolo negli ultimi sei anni), di proporre giocatori nuovi, crescerne altri che qui sbarcano per farsi le ossa. Pensiamo, negli anni, a Marchisio, Giovinco o a Eder, ma anche a Di Natale e Montella, sino a Rugani e Saponara. Perché il clima sportivo è ottimo, si lavora bene e si investe – ancora meglio – con i giovani. Ogni stagione un budget consistente prende la strada del settore ragazzi, piuttosto che verso un acquisto o un ingaggio oneroso. Non tradendo mai l’origine del progetto, facendo i conti con il bilancino del farmacista, ma anche scegliendo vie coraggiose (allenatori quasi sconosciuti), si capisce perché oggi l’Empoli si avvicina a una nuova promozione. Il campionato è ancora lungo, ma la squadra toscana non è costruita a partire dal tetto…
Sergio Gavardi
Tags: empoli, sergio gavardi, serie B

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