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Motori, Sport

WorldSBK, intervista a Garrett Gerloff: “Ho dato la vita per la moto”

Da Cristina Marinoni 23/09/2022

Il fratello adorato, il cibo messicano, la fotografia: il rider americano si racconta

Mancano cinque tappe (inclusa quella del weekend in corso, in Catalogna), al termine del Mondiale e Garrett Gerloff , 27 anni, sa già che l’anno prossimo correrà nel team BMW Bonovo. “Questa è la mia terza stagione, tutto è andato velocissimo – mio padre mi ha sempre detto che, con l’età, i tempi si accelerano – e sono sempre più entusiasta del mio lavoro” spiega il pilota texano del team GYTR GRT Yamaha.

Hai mai pensato di lasciare?

“Sì, più volte. A inizio carriera perché non era semplice cominciare, poi per gli incidenti che mi sono capitati e ogni volta che le cose vanno diversamente da come speravi.

Cosa ti ha spinto a continuare?

L’amore per la moto. Le sensazioni che danno la velocità e le gare sono una droga, non posso farne a meno.

Il piano B l’avevi?

“Non preciso, anche ora penso al futuro. Mi piace molto fotografare, mi interessano la nutrizione e il fitness. Un amico medico mi aiuta a capire come funziona il corpo umano ed è un argomento che sarebbe da approfondire. E poi mi piace creare. Costruire una casa con le mie forze sarebbe magnifico”.

Hai paura di qualcosa?

“Sì, delle api, per esempio”.

E in moto?

“Della velocità, ma dopo che sono caduto. Solo quando sbatti per terra, ti rendi conto di quanto corri. All’Estoril, a maggio, non sapevo che l’ultima curva fosse così rapida, l’ho scoperto poi, attraverso la ferita al ginocchio. Un high-side pazzesco”.

La prima persona che chiami finita una gara?

“Mio fratello Grayson. Pensa che ci odiavamo; il rapporto è cambiato quando mi sono trasferito in California per correre, a 17 anni. Da lì abbiamo cominciato a parlare e siamo diventati grandi amici. Anche lui gareggiava: io miglioravo, lui era forte, ma mancavano i soldi per continuare entrambi e Grayson si è tirato indietro per lasciare proseguire me. Che cuore grande”.

Ora di cosa si occupa?

“È manager di un workshop d’automobili. Bravissimo: a 25 anni, gestisce 50 dipendenti. L’azienda fattura milioni di dollari e lui è a capo di tutto”.

Vivi ad Andorra come tanti colleghi: cosa ti manca degli Stati uniti?

“Tutto. A partire dalla famiglia. Mi manca anche il cibo messicano: abito in Texas, per me è pane quotidiano”.

Dell’Europa ti ha conquistato qualcosa?

“Di Andorra, in particolare, la possibilità di girare in bici ovunque. Mi alleno con diversi piloti, spesso con Jack Miller e i fratelli Binder. Apprezzo la vostra cucina, la qualità è superiore  in confronto alla nostra e le persone molto gentili”.

Un sacrificio che hai fatto per le moto?

“Ho dato la vita per la moto. Il più grande tra i tanti è stato lasciare la scuola per studiare a casa. Viaggiavo di continuo per le moto e non riuscivo a frequentare con assiduità. Faticavo ad avere amici stretti per questo motivo; per fortuna ho recuperato: ora che sono fisso in Texas diversi mesi l’anno, ne ho un gruppo affiatatissimo. Certo, la dieta rigida e gli orari da rispettare – niente dolci, niente feste – non sono il massimo, soprattutto quando sei un teenager, ma ne è valsa la pena”.

 

Foto credit: Dario Aio

Tags: Garrett Gerloff, GRT Yamaha WorldSBK Junior Team, GYTR GRT Yamaha WorldSBK Team

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Nota sull’autore: Cristina Marinoni

Giornalista professionista, è laureata in Lingue e letterature straniere moderne e si divide felicemente tra sport e musica (con qualche incursione nella moda, dove tutto è cominciato). Le interviste, che esplorano le persone dietro ai personaggi, sono il suo pane quotidiano.

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