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Sport

La diplomazia del ping pong. Ora è soltanto pubblicità

Da Gennaro Bozza 23/11/2021

Ai Mondiali a Houston, 50 anni dopo lo storico incontro di tennistavolo Usa-Cina a Pechino, una riedizione di quell’evento ma con tante contraddizioni e forzature: i giocatori statunitensi sono tutti cinesi e indiani naturalizzati

Ci sono due cinesi, una cinese naturalizzata statunitense e un indiano naturalizzato statunitense. Una nuova barzelletta sul tipo di quelle classiche con “un italiano, un tedesco e un inglese” o giù di lì? Beh, di essere nuova è nuova, di essere barzelletta poco ci manca, ma davvero poco. Lo scenario è Houston, in Texas, ai Mondiali individuali di tennistavolo, i primi che si svolgono negli Usa da quando furono istituiti, nel 1926, con l’edizione inaugurale giocata a Londra. Gli organizzatori e l’Ittf, la Federazione mondiale tennistavolo, considerato che questi Mondiali si svolgono esattamente 50 anni dopo la storica visita della squadra statunitense in Cina e l’affermazione della “Diplomazia del ping pong”, che portò nel 1972 all’incontro fra Mao Zedong e Richard Nixon a Pechino, hanno pensato di sfruttare la ricorrenza. Così, ecco la celebrazione, con cena ufficiale e inviti esclusivi, ammessi solo i giornalisti “graditi” all’Ittf, e infine con un annuncio che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto portare un po’ di pubblicità a questi Mondiali, pubblicità sempre più necessaria se si considera che i mezzi di informazione negli ultimi anni hanno mostrato sempre minor attenzione a questo sport.

Il “colpo di teatro” è questo: nel doppio misto, ci saranno due coppie formate da un cinese e una statunitense, da uno statunitense e una cinese. Le coppie vengono presentate nella serata di gala e, considerata l’enfasi che l’Ittf ha dato alla notizia, sembra di assistere a un avvenimento epocale. Peccato che ci siano molte contraddizioni in questa operazione mediatica. La prima è una coincidenza sfortunata. Proprio negli ultimi giorni è scoppiato lo scandalo legato alla “sparizione” della tennista cinese Peng Shuai, che aveva accusato un ex vice primo ministro, Zhang Gaoli, di averla violentata. Un successivo messaggio social di Peng Shuai e una sua videochiamata col presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, in cui lei dice di stare bene, non hanno tranquillizzato sulla sua reale situazione. In più, si sono fatte sempre più insistenti le voci di un boicottaggio diplomatico degli Stati Uniti all’Olimpiade invernale 2022 a Pechino, nessun rappresentante del Governo statunitense andrà ai Giochi. Perciò, che rilevanza potrà mai avere la notizia di due doppi misti Usa-Cina ai Mondiali di tennistavolo quando tutta l’attenzione è rivolta al caso Peng Shuai e i rapporti diplomatici fra i due Paesi sono a rischio, senza contare i problemi con l’Associazione mondiale donne del tennis e con il Cio?

La seconda contraddizione è quella che rimanda alla barzelletta. Quali sono i doppi misti in questione? Lin Gaoyuan (uomo, cinese) con Zhang Lily (donna, cinese con passaporto statunitense), Wang Manyu (donna, cinese) con Kanak Jha (uomo, indiano con passaporto statunitense). Insomma, per farla breve, tre cinesi e un indiano. E questa sarebbe la diplomazia del ping pong? Obiezione: avrebbero potuto scegliere due statunitensi veri, anche a discapito del valore tecnico. Ma qui sta il bello: nelle due Nazionali Usa, maschile e femminile, non ci sono giocatori e giocatrici statunitensi veri: ci sono 5 donne, tutte cinesi, e 3 uomini, un cinese e due indiani! E’ evidente la forzatura che organizzatori e Ittf hanno voluto fare, anche comprensibile, viste l’opportunità della ricorrenza, il Cinquantenario, e la necessità di attirare l’attenzione, ma l’interesse non lo si può ottenere soltanto con i “fuochi artificiali”, perché poi si è costretti a trovarne sempre più belli e potenti, e questo non è possibile, si arriva presto al limite.

E una volta raggiunto questo limite si è costretti a ricorrere a soluzioni artificiose che scadono addirittura nelle irregolarità, come nel 2018 ai Mondiali a squadre in Svezia. A torneo già cominciato, con le squadre arrivate alla fase a eliminazione diretta, l’Ittf decise di cambiare le regole e approvò la “fusione” delle due squadre femminili coreane, Nord e Sud, che si sarebbero dovute affrontare. Invece di arrivare all’eliminazione di una delle due, la partita non si giocò, con il colpevole e omertoso comportamento degli arbitri che accettarono di non compilare il referto in cui si dichiarava l’assenza contemporanea delle due squadre, ancor più inaccettabile se si considera che quello degli arbitri è un corpo autonomo che non può ricevere ordini dalla Federazione riguardanti lo svolgimento tecnico della gara. Al turno successivo, la Corea si presentò unita, con 3 giocatrici del Sud e 2 del Nord. L’Ittf si mostrò soddisfatta perché arrivarono giornalisti delle Agenzie mondiali per descrivere l’evento, tanto da ottenere spazio sui mezzi di informazione, e sorvolò sui soprusi regolamentari che aveva commesso, anzi, quando un solo giornalista osò chiederne conto in conferenza stampa, rimarcando che era stato commesso un sopruso, il presidente dell’Ittf, il tedesco Weickert, interruppe stizzito la conferenza stampa e in seguito ordinò di non concedere più l’accredito a quel giornalista per le successive manifestazioni.

A dispetto dei successi di immagine creati ad arte, i problemi per il tennistavolo mondiale sono sempre più evidenti. Negli Usa non sono riusciti ad arrivare, bloccati per problemi di visto, molti rappresentanti dei Paesi arabi, persino un dirigente del Qatar candidato alla carica di presidente per l’elezione prevista durante questi Mondiali, problemi che si confondono con le difficoltà legate al Covid e che fanno intuire altre motivazioni legate solo agli arabi. Non è nemmeno la peggiore esperienza in materia di divieti di partecipazione. Nel 1999, ai Mondiali in Olanda, a Eindhoven, che si sarebbero dovuti disputare a Belgrado, poi cancellati in quella sede perché la Nato aveva cominciato i bombardamenti sulla capitale serba, fu vietato l’ingresso alla Serbia. Quindi, la squadra serba veniva “punita” per aver provocato l’ira della Nato che così aveva cominciato a buttare bombe su Belgrado!

E allora, cosa c’entra tutto questo con l’immagine del tennistavolo portatore di pace e di collaborazione fra i popoli? Cosa c’entra con una celebrazione che sa tanto di falso? Ci conviene tornare alle barzellette. Dunque, ci sono un italiano, un tedesco e un inglese…

 

Tags: La diplomazia del ping pong. Ora è soltanto pubblicità

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Nota sull’autore: Gennaro Bozza

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