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Tennis

Tennis, nextgen fra sorrisi e nervi tesi

Da Vincenzo Martucci 24/03/2018

Shapovalov rischia, scintille Tsitsipas-Medvedev

Il coast to coast sul cemento Usa, fra Indian Wells e Miami, chiama i NextGen: in California, hanno brillato Chung e Coric, chi conquisterà la ribalta a Miami? I primi fuochi esaltano il nuovo Borg, solo d’aspetto ma dal gioco, tanto più effervescente, peraltro con rovescio a una mano e mancino, il 18enne Denis Shapovalov (n. 46 Atp), che dopo aver condotto 5-1 al terzo salva un match point al tie-break contro i navigato Troicki, e confessa: “Sono felice di essere ancora in vita, e poter giocare altre partite nel torneo, dimostrando che ho imparato da questa esperienza”. Il sorriso del canadese si specchia nel sorriso di Frances Tiafoe, il 20enne afroamericano che, a Delray Beach ha messo in fila Del Potro, Chung e lo stesso Shapovalov, aggiudicandosi poi il torneo, ed è semplicemente felice di giocare a casa, a due passi dalla sua Orlando, perciò sorride sempre, è sempre disponibile per un’esibizione, come per una sessione di autografi o di foto. Da 63 del mondo, sente che è in ascesa e si sente forte del pubblico amico.

E’ addirittura euforico Nicola Kuhn che, due giorni dopo aver compiuto i 18 anni, si regala il co-record di più giovane spagnolo a vincere un match sul Tour dopo Rafa Nadal che a Estoril 2004 batteva il coetaneo 17enne Richard Gasquet. Per il 211 del mondo, il successo sul qualificato Darian King avviene appena alla seconda partita nell’Atp Tour, in attesa del test con Fabio Fognini. “Ho messo tutto il mio tempo, negli anni, per arrivare dove sono. Gli altri giocatori hanno più esperienza di me, io devo giocare partite e imparare, sia che vinca sia che perda, sfruttare le opportunità e dare tutto me stesso. Voglio solo vedere qual è il mio limite e divertirmi più che posso”. Il campione del Roland Garros juniores 2017, è biondissimo come un vichingo, ha papà tedesco e mamma russa, è nato in Austria, ma è cresciuto in Spagna e, dopo aver giocato per la Germania la coppa Davis juniores, ha abbracciato la bandiera spagnola.

Anche se il sorriso più bello lo sfodera forse il 19enne Mikael Ymer, svedese d’adozione, ma di chiara discendenza etiope, che doma al primo turno il tedesco Struff. Così come euforici sono l’altro giovane yankee, il 20enne Michael Mmoh, che sta lentamente scalando la grande ribalta, ma è ancora numero 176 del mondo, orgoglioso della discendenza araba e grande beniamino di frotte di emigranti, che supera le qualificazioni e anche Eubanks nel derby a stelle strisce di primo turno.
Ben più tese le facce e ben più stizzite le reazioni di altri NextGen, chiamati alla riprova dopo l’esplosione dell’anno scorso, come Sascha Zverev, Rublev e Medvedev o attesi ai primi acuti, come Tsitsipas. Fra allenamenti e doppi d’assaggio, il 20enne tedesco di genitori russi Zverev (n. 5 del mondo), che a novembre rifiutò sdegnosamente le Next Gen Finals di Milano per accedere direttamente al Masters di Londra, e il coetaneo, russo Doc, Rublev (n. 34 Atp), finalista alla passerella italiana, sono nervosissimi, e invece di distendersi, nella lunga attesa per l’esordio, che per loro è direttamente al secondo turno, somatizzano questo secondo Masters 1000 dai tanti punti Atp in palio. Il loro connazionale, il 22enne Medvedev, terzo a Milano all’esordio della gara under 21 coi migliori 7 del mondo e una wild card italiana, oggi 52 del mondo, ha già eruttato: dopo aver rimontato il 19enne dal bel braccio Stefano Tsitsipas (n. 70 Atp), è stato frenato a malapena dall’arbitro: sembra che il greco dalla lingua lunga abbia aggiunto un aggettivo insolente al termine russo, e il vulcanico Andrey, muovendosi minaccioso contro di lui, gli abbia risposto: “Che cosa hai detto, ripeti, ripeti, sei solo un bambino che non sa lottare”.
Benvenuti alla NextGen scapigliata, sicuramente molto meno controllata dei Fab Four e dell’ultima generazione. Il gruppo delle grandi promesse dovrebbe osservare quelli che, alla ricerca del tempo perduto dietro gli infortuni, si riaffacciano speranzosi e ci danno dentro in silenzio.
Come il 21enne Thanasi Kokkinakis (sceso al 175 del mondo), il 22enne Yoshihito Nishioka (addirittura 374). O come il nuovo eroe della patria, il 22enne cileno Nicolas Jary, salito al numero 65 del mondo grazie alla miracolosa finale di Sao Paolo, persa contro Fognini.

Vincenzo Martucci

(tratto da federtennis.it)

Tags: giovani, NextGen, tennis, vincenzo martucci

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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