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Pallavolo

Leon… Leal? L’ideale, per costruire un squadra, sarebbe partire da Grebennikov!

Da Carlo Gobbi 25/05/2018

Cubani protagonisti del mercato, dove brilla Modena, forte dell’arrivo di Zaytsev e Julio Velasco…

La stagione agonistica si è conclusa lasciandoci nella memoria le immagini della fantastica finale di Champions a Kazan. Dove la Lube ha disputato la sua più bella partita di sempre contro i padroni di casa. Lube battuta da un Leon spaventoso nel tie-break, praticamente vinto da solo o quasi, dopo quattro set non all’altezza della sua fama. Un canto del cigno alla grandissima per la società di Treia (là dove sorgono le famose cucine!), che ha onorato l’impegno chiudendo una stagione poco fortunata, senza vittorie, ma pur con tutte finali. Noblesse oblige. Poco importa, a noi, alla pallavolo italiana, ma non al club e ai suoi supporters, che giocatori, staff e presidente di Perugia abbiano fatto il tifo per Kazan e per il nuovo compagno Leon in questa finale, suscitando le ire dei marchigiani che non hanno gradito. I rapporti fra le due società, così vicine geograficamente, non sono più tanto idilliaci. Anzi, nelle cinque finali scudetto si sono accese scintille che potrebbero ripercuotersi sulla prossima stagione agonistica. Ma staremo a vedere.
     Ora impazza il mercato. Si immaginava un mercato frizzante, scintillante, brillante, imprevedibile, fantasmagorico. Ma la realtà supera ogni attesa. Le botte che le protagoniste si sono regalate sul campo, si ripetono fuori, alla scrivania di dirigenti e procuratori. Inutile farne qui un riassunto. Peraltro concesso molto bene dalla Gazza, che segue con la diuturna fatica di Gianluca Pasini, sulle pagine rosa e sul suo blog, le schermaglie dei club. Da sottolineare soltanto qualche colpo da maestro che vale la pena qui ricordare. Ad onta del carisma di questi due nomi, Leon e Leal, scegliamo un altro giocatore quale Oscar del mercato 2018. Si tratta del francese Grebennikov, libero che Civitanova ha disinvoltamente regalato, ci sia concesso il termine, anche se non sarà stato proprio così in soldoni sonanti, a Trento. Perché il libero anziché i due bombardieri cubani? Semplice. Sarà un nostro personale pallino, ma chi paga il biglietto e assiste a una gara dove gioca Grebennikov, non può non divertirsi. Ragazzo splendido, solare, sempre sorridente, allegro, alla mano, bravissimo, tecnico, colpo d’occhio sul pallone, acrobatico. Lo ricordiamo in quella fantastica gara2 di semifinale a Modena, quando la ragazzina porgipalloni si vide recapitarne uno addosso e lo afferrò, per istinto, con le mani. Vanificando così il possibile recupero di Sokolov, che la prese male, molto male, e dello stesso Grebennikov. Il quale fu invece protagonista di un siparietto delizioso. Sorridendo alla piccina e accarezzandola, consapevole che lei non l’aveva certo fatto apposta per dare un vantaggio alla squadra di Modena. Al contrario del furibondo guerriero bulgaro, che per la rabbia mollò una bella robusta scrollata al seggiolone dell’arbitro Cesare, rischiando di farlo precipitare e suscitandone le giuste rimostranze.
Scelta della società per il numero degli stranieri. Noi non siamo d’accordo. Ma non siamo dirigenti Lube. Però se gli stessi pensano che il giovane padovano Balaso possa occupare il posto del francese, sul campo e nel cuore e simpatia dei tifosi, noi non ne siamo tanto convinti. Ma la scelta non ci riguarda. E vai col Balaso. Fossi presidente di un club, e non lo sono, ma se ne avessi i danèe, ben mi guarderei di spargerli sul volleyno. Però, costruirei la squadra su Grebennikov. Il resto… poi.
    Leon dunque, e Leal. Il fuoriclasse cubano, ora naturalizzato polacco per matrimonio, ha rappresentato il colpo d’ala di Gino Sirci. Non gli deve essere costato poco, si parla di 900mila euro a stagione più benefit adeguati. Strapparlo a Kazan non deve essere stato facile. Anche se poi lo stesso Leon ha parlato di “scelta di vita”, di “nuova esperienza” e balle varie. Un nuovo grande protagonista nel nostro campionato. Che a Perugia prenderà il posto di Ivan Zaytsev. Ecco, lui, lo zar dell’Umbria, dove è nato e cresciuto, rappresenta un altro forte colpaccio del mercato. Il dissidio aperto con il presidente Sirci ha indotto Catia Pedrini, novella Circe, ad avvicinarlo e attirarlo sotto la Ghirlandina. Ecco, lei, la biondissima Catia, è l’altra regina del mercato. Ha assorbito il duro colpo della rivolta dei suoi gladiatori verso Stoychev. Ha compiuto per iscritto  un “mea culpa” personale accusandosi di ogni nefandezza. Che poi lei non aveva commesso. Almeno, non risulta agli atti. Ha perso però l’alleanza con Giulia Gabana, 10% della società. Sdegnata per l’ammutinamento verso il tecnico bulgaro, ha abbandonato la piazza modenese dimettendosi con un comunicato molto pepato. Ha rimediato alla crepa che si era formata con lo zoccolo duro della tifoseria gialloblù ripilotando a Modena il santone Julio Velasco, l’unico totem che può fare ombra a San Geminiano in piazza Grande. E per completare la ciliegina, ha affiancato al popolarissimo hidalgo italo-argentino, un’altra gloria locale, amatissima dai tifosi, Luca “Bazooka” Cantagalli, quale vice sulla panca. Auguriamoci il recupero di Antoine dimissionato. Soltanto la sua voce potrà celebrare al PalaPanini il ritorno delle due glorie gialloblu. Infine, regia alla Cecil De Mille, ha organizzato una passerella sontuosa nel centro di Modena, attirando in un sabato di follia programmata centinaia di tifosi festanti, per accogliere il nuovo acquisto Zaytsev e confermargli che Modena sarà la sua nuova culla. Così lo zar si trasformerà più felicemente nel nuovo Duca di Modena, prendendo il posto di Francesco II, abbandonato nel 1848. Benvenuto al club.
   Infine l’altro cubano, Leal, che arriva a rinforzare la copiosa legione straniera marca Lube. Un grande bombardiere, non si discute. Ma resta sempre il problema del numero di stranieri alla corte del riconfermato Medei. Il tecnico che aveva già firmato per Monza, prima di venire richiamato alla corte di Giulianelli. Bene ha fatto l’amico Fabio, il patron che caccia le palanche con passione e competenza, perché il tecnico è bravo e preparato. Bravissimo nei timeout. L’avete mai sentito in tv? Da ascoltare, credete.
   Beppe Cormio ha poi realizzato l’altro colpaccio, tenendo duro sul contratto pre-firmato da Bruno e resistendo alla dichiarata intenzione del regista brasiliano di fare marcia indietro e tornare ai patri lidi. I contratti non si toccano. Ma per Medei sì, Monza compiacente. Che infatti lo ha subito rimpiazzato con l’ottimo Fabio Soli, reduce da Ravenna. Così Leal si troverà i palloni alzati dall’asso carioca, pur col cuore spezzato, ma con la mente lucida e le solite mani magiche. Il resto, verrà. C’è ancora un Lanza da piazzare e altri giocatori (Buchegger, Anzani) che attendono di conoscere la destinazione. Così come i tifosi di Piacenza, che aspettano il miracolo sulla sorte della loro amata squadra, in bilico davanti al baratro della sparizione. E sarebbe un gran peccato. Anche per l’Emilia-Romagna, che ha già perso Modena donne e vede ridimensionata Ravenna, costretta col cappello in mano a chiedere giocatori in prestito dopo avere venduto quasi l’intero roster per fare cassa e sanare i debiti. A conferma che non tutto oro è quello che luce sottorete in Superlega.
   In campo femminile, si allunga il distacco  tra Conegliano e Novara con le altre. Benché Monza abbia allestito una super-formazione, affidata a Falasca, tecnico bravo e preparato, arrivato dal settore maschile, ma del tutto digiuno dei misteri di uno spogliatoio femminile. Come Busto, dove Enzo Barbaro, dirigente molto emergente, ha saputo comprare bene e dove la squadra rimane affidata a un docente universitario qual è Marco Mencarelli ,uno che le ragazze le sa trattare da sempre, non soltanto allenare. Rimane aperto il problema Pesaro. Disputerà il campionato? Si spera di sì. Così come accaduto per Bergamo, salvata da Zanetti e ricostruita in poco tempo. Filottrano invece attende ancora di conoscere il suo destino. Saltata Modena, il posto sarebbe andato di diritto alle marchigiane, prime fra le retrocesse. Ma la Fipav si è inserita di prepotenza imponendo la promozione “a divinis“ del Club Italia milanese. Così, per ora, Filottrano è rimasta a becco asciutto, in lista d’attesa e non ha gradito. Sull’altra retrocessa, Legnano, ciao Rosina: sparita per debiti. Bella figura.
    Sulla battaglia della promozione dalla A2, ha vinto allo sprint Chieri, una delle quattro piemontesi in lizza. Allo spareggio ha espugnato il palaFlaminio di Rimini, campo imposto a San Giovanni Marignano, squadra rivelazione della stagione. Gran merito per Stefano Saia, bravissimo tecnico milanese, che ha imparato il mestiere fra Bergamo e Piacenza. E sospiro di sollievo per il presidente Stefano Manconi. Un salto in A1 poteva essere quello … del buio. Troppo presto per una società già bene organizzata, ma non ancora corazzata per il massimo livello e priva di un impianto adeguato alle pretese sacrosante della massima serie. Un torneo di vertice per le romagnole, con la ciliegina importante della vittoria a febbraio in coppa Italia al palaDozza bolognese su Mondovì.
    Ma ora lasciamo spazio alle due nazionali, attese alle prime nebbie autunnali dai due Mondiali: Italia e Bulgaria per i maschi, Japan per le ragazze. E aspettiamo altri colpi dal mercato. Buona estate.
Carlo Gobbi
Tags: 2018, finale champions, lube, Pallavolo

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Nota sull’autore: Carlo Gobbi

È il giornalista più poliedrico del panorama nazionale. Oltre a 7 Olimpiadi, 6 Mondiali e 15 Europei di pallavolo, e 139 test match di rugby, ha seguito oltre 20 Mondiali ed altrettanti Europei di ginnastica, judo, hockey, ghiaccio, pallamano, pesi, tiro.

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