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Live

Pjanic solleva la Juventus, ma il razzismo resta un’emergenza

Da Sport Senators 25/09/2019

Nell’anticipo della quinta giornata la Juventus ha vinto a Brescia dopo essere stata in svantaggio. Decisivo Pjanic. Bianconeri in testa aspettando Inter-Lazio.
Giornata 5   Verona-Udinese 0-0, Brescia-Juventus 1-2 | Stasera: Roma-Atalanta, Fiorentina-Sampdoria, Genoa-Bologna, Inter-Lazio, Napoli-Cagliari, Parma-Sassuolo, Spal-Lecce. Domani: Torino-Milan | Classifica  Juventus 13, Inter 12, Napoli 9, Roma 8, Atalanta Bologna Lazio 7, Torino Milan Cagliari Brescia Sassuolo 6, Verona 5, Genoa Udinese 4, Parma Sampdoria Spal Lecce 3, Fiorentina 2
Brescia-Juventus
Come ha giocato Balotelli
 I bambini con la numero 45
Ieri sera non si contavano i bambini allo stadio con la sua maglietta numero 45 e anche alla lettura delle formazioni lo speaker si è lasciato prendere la mano, anzi la voce, urlando per tre volte il suo nome.
Gianluca Oddenino, La Stampa
Non ha litigato con nessuno
Si è fatto tutta la gara senza litigare con nessuno, a differenza, per dire, del bravo e dotato ragazzo Tonali. Ha provato a sbatterla dentro fino all’ultimo, in quel suo modo selvatico, carico di rabbia elegante. Ha provato a tirare 8 volte, ha vinto tre quarti dei contrasti aerei, ha perso 10 palloni che sono un bel po’. E alla fine si è incavolato perché è stato sconfitto.
Marco Evangelisti, Corriere dello Sport-Stadio
Fa reparto
Mario ha bisogno di tempo anche per inserirsi nei meccanismi rodati del Brescia, ma è già una presenza ingombrante: richiama l’attenzione dei difensori, guadagna falli che consentono ai compagni di respirare, “fa reparto”, come si diceva una volta.
Claudio Savelli, Libero
Il longform sul ritorno di Balotelli in Italia
(@ lo Slalom 22 settembre)
Le retour de l’enfant terrible. Così l’Équipe titola il suo reportage da Brescia su Mario Balotelli e i luoghi delle sue origini. “È lì che ha toccato i primi palloni con i suoi amici Sergio Viotti e Marco Martina Rini. Tutti e tre appartengono alla generazione 1990. Formavano un trio inseparabile e hanno realizzato il loro sogno: diventare calciatori professionisti. Il silenzioso Marco ha girato tra club di B e C e oggi si trova a Darfo Boario, nella quinta divisione italiana. Sergio, il volubile, è un portiere che conta qualche presenze con la nazionale giovanile e cerca una nuova sfida dopo un’ultima esperienza a Ciliverghe (serie D)”.
 L’emergenza razzismo
Oggi è in programma l’incontro tra il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il presidente della Figc Gabriele Gravina.
Riconoscimento facciale
Gravina presenterà anche alcune proposte per combattere il sistema. A partire dalla vera novità: la tecnologia per il riconoscimento facciale. La Figc vorrebbe favorire e sostenere investimenti in questo senso che potrebbero permettere di individuare con assoluta certezza i responsabili di qualunque fatto grave all’interno degli stadi. Compresi gli ululati ai calciatori di colore. Anche per questo servirà l’appoggio politico, decisivo per permettere azioni forti negli stadi, a partire dalla sospensione delle partite.
Matteo Pinci, Repubblica
Fiona May. Dopo aver parlato ieri con El País del suo disimpegno in ambito federale seguito all’esperienza fatta con la presidenza Tavecchio (“Non era la loro priorità. È stata un’esperienza deludente”), Fiona May ha rilasciato una lunga intervista sullo stesso tema a The Athletic augurandosi che le autorità in Italia intervengano con mano molto molto pesante sui razzisti da stadio.
“A cominciare dagli arbitri perché hanno il potere di portare le squadre fuori dal campo. Devono essere più sensibili e prendere il controllo della situazione. I club che non sono in grado di intervenire sui loro tifosi dovrebbero perdere a tavolino. Dovrebbero essere esclusi dalle Coppe. Forse perché sono figlia degli anni 80 ma ricordo che Maggie Thatcher fu dura con gli hooligans e funzionò. L’Italia ne avrebbe bisogno. Un campo di calcio è un luogo di lavoro. Immaginate di andare al lavoro e di essere un bersaglio per via del colore dei capelli? Lukaku e gli altri sono molto più professionali di me. Io diventerei matta”.
Il ruolo dei media. “La migliore pallavolista della nostra Nazionale è nera, così tutti vanno a scavare nel suo passato. Sta succedendo anche nel mio sport. Quando mia figlia ha vinto la medaglia d’oro agli Europei Under 20, uno dei principali giornali ha detto che non era davvero italiana. Certo che lo è! L’estate scorsa tutto il paese è impazzito quando quattro ragazze nere hanno vinto ai Giochi del Mediterraneo nella staffetta 4×400. Sono stati coinvolti i politici. Alcuni commenti sono stati disgustosi. Era una medaglia d’oro: perché non la stavamo celebrando? Che importava di quale colore fossero le ragazze?”.
Per anni abbiamo fatto finta di non vedere
L’Italia non è il Paese più razzista del mondo. È soltanto – in fatto di legalità – il più indolente, il più furbacchione e quindi il più lassista. Per anni abbiamo finto di non vedere. Curato la malattia con dosi omeopatiche di castigo e massicce iniezioni di retorica. Il placebo nazionale. Infatti il rischio di una terapia solo verbale rimane fortissimo: siamo sempre in attesa di sapere chi ha distribuito all’Olimpico gli osceni adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma o se Lukaku gli ululati di Cagliari, come Dalbert quelli di Atalanta-Fiorentina, se li sia inventati.
Andrea Monti, Gazzetta dello sport
Pjanic
Ieri sera a Brescia, durante Brescia-Juventus, il bosniaco è stato oggetto di cori razzisti: “sei uno zingaro”.
Fonte Lo slalom. Il meglio del racconto sportivo letto e commentato
Foto tratta da sportmediaset.it
Tags: ma il razzismo resta un'emergenza, Pjanic solleva la Juventus

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