Il salto triplo della Spal disegnata da Leonardo. Che storia! |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Il salto triplo della Spal disegnata da Leonardo. Che storia! |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Calcio

Il salto triplo della Spal disegnata da Leonardo. Che storia!

Da Sport Senators 26/04/2017

Dopo due fallimenti, la gloriosa società di Ferrara è a un passo dal ritorno in serie A, dalla Lega Pro.… La svolta, dopo la sconfitta, in casa, contro il Frosinone, cui hanno fatto seguito cinque vittorie consecutive

Semplice volare in serie A. Come semplici possono essere le mosse di un allenatore che ha nel cognome la chiarezza delle cose fatte bene, perché il calcio è più semplice di quanto si possa pensare e non è solo una favola, soprattutto quando si vince. Leonardo è un toscano di cinquant’anni, anzi meglio dire fiorentino, che ha scavalcato l’Appennino per entrare nel principato degli Estensi e guidare la Società Sportiva Ars et Labor, la mitica Spal con la maglietta bianco e celeste con le losanghe strette. Nacque pochi mesi prima che la squadra di Ferrara retrocedesse in serie B, stagione 1967-1968. Anni d’incanto lontani, rivitalizzati dall’impresa di oggi.

La Spal, a sorpresa, pratica il salto triplo (a un passo): dalla Lega Pro alla massima divisione. Non è una novità assoluta, ma resta un’impresa per una città che prima di ritornarvi è passata attraverso due fallimenti, forche caudine alla quale non ha potuto sottrarsi una società storica e che sembrava nascosta dalla polvere dell’oblìo, sommersa dalle anse del Po, il fiume che a pochi chilometri la lambisce.

Chi è stato protagonista della serie A degli anni 50-60, non avendo grandi bacini di utenza a cui attingere e soprattutto pochi capitali da spendere (una volta bastava la fantasia, ora non più), è stato travolto dal tempo, incapace di reggere la dimensione nuova. E’ scesa agli inferi la Spal, ma è risalita nel ricordo di un passato che resta vivo. Per i ragazzi che oggi viaggiano verso i settanta, le prime figurine del tempo, che sbucavano dallo strappo delle bustine acquistate alla prima edicola a portata di mano, portavano tra le loro dita i nomi di Oscar Massei o Sergio Carpanesi, Sergio Cervato o Carlo Dell’Omodarme, Edy Reja o Fabio Capello. Erano i campioni del tempo, l’orgoglio di una città di provincia capace nel coccolarli, allevarli, lanciarli.

Guidava quella splendida società Paolo Mazza, elettricista di professione, poi allenatore, infine presidente, l’uomo che riportò per la prima volta la squadra in A nel girone unico. Usava testa, fantasia, imprenditorialità contadina per reggere al confronto con le grandi di allora: alla Juve c’era la famiglia Agnelli, all’Inter la famiglia Moratti, al Milan la famiglia Rizzoli. Tutta gente con la “grana”: e allora si rispondeva con buon senso, colpi di mercato e giovani emergenti. Fino a che durò.

Cose Semplici che l’attuale tecnico della Spal, cresciuto nella periferia del calcio che non è un vuoto a perdere, ma croigiuolo di grandi genialità tecniche (un nome su tutti: Sarri), ha saputo gestire con un mix di giovani emergenti e giocatori esperti.

Il campionato di serie B è tosto. Qui si sono formati giovani calciatori diventati campioni e carneadi della panchina trasformatisi in maghi, non è facile averne ragione. Eppure la Spal ha sempre dimostrato di saper stare in vetta, di lottare con Verona (sulla carta la squadra più attrezzata) e Frosinone (anch’esso appena retrocesso) che raccoglievano per pedigree i favori del pronostico. La svolta è avvenuta dopo una sconfitta, in casa contro il Frosinone, che poteva chiudere i conti con la possibilità di accesso alla serie A immediata. Quella è stata una sferzata e con cinque vittorie consecutive la Spal si è messa tutti alle spalle e può cominciare a togliere lo champagne dal frigo.

La parola d’ordine è chiara: attaccare. La squadra emiliana nasce da un’idea che porta lontano, se costruita su equilibri (vedi la Juve, comunque ricchissima di campioni) proponendo anche cinque assalitori in avanti e una difesa che non rinuncia mai al possesso e ambisce a costruire e a risucchiare gli avversari. Giovani e anziani si ritrovano, si capiscono, lottano con una sintonia che difficilmente si vede in serie B. E poi c’è un portierino, Alex Meret, 19 anni che pur senza la fortuna di Donnarumma, straordinario debuttante in A con il Milan, a Ferrara si è costruito un presente che ha sapori di un futuro luminoso. Qui ha deciso di scendere di categoria Sergio Floccari, attaccante che ha subito fatto la differenza e che a fine stagione si riprenderà ciò che pochi mesi fa aveva deciso di togliersi: la serie A.

Il futuro, passata la festa, non sarà una passeggiata. Bisognerà cominciare dallo stadio, dedicato a Paolo Mazza, che si è colmato fino a 8500 spettatori per la sfida contro il Verona, ma che sarà troppo piccolo per le grandi che arriveranno a giocare da queste parti. Il progetto è di uno stadio che potrà accogliere 16 mila spettatori, un piccolo salotto per mostrare il calcio delle Semplici cose, delle Semplici idee e della favole Semplici che è ancora bello raccontare.

Sergio Gavardi

Condivisione...

Articolo precedente
Da Ivanov a Magee: gli sfortunati dello sport
Articolo successivo
Sharapova come Federer ferma il tempo. Con un aiutino della Vinci? Ce lo dirà Makarova

Nota sull’autore: Sport Senators

Post correlati

  • L’Inter, altro che terriccio, scivola su De Zerbi! E… chi porta la madama all’altare?
  • La Juve che verrà: Pirlo deve restare, ma il centrocampo va rifondato
  • Burgnich, la roccia della grande Inter e quel gol incredibile ai tedeschi
  • Messi è il vero perdente dell’Argentina: più di Sampaoli, più di Caballero. Ma attenti alla “marmelada peruana”…
  • La grande impresa di Eusebio. Altro che figlioccio di Zeman!
  • Joan Laporta: il ritorno al Barcellona nel nome di … Guardiola e Xavi!

Ultimi articoli

  • Da Berrettini a Musetti, quando super è troppo di tendenza. Se è un coach…
  • McLaren, questione di testa
  • Lo Us Open da quest’anno torna in chiaro in tv su Supertennis
  • Il braccio sinistro della legge
  • Tutto è possibile, ma solo per chi crede in se stesso e negli altri…
  • L’Union(e) fa la forza, alla scoperta dell’Union Berlin e dell’Union St. Gilloise (II parte)

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi