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Tennis

Allie, Victoria, gli Us Open e le storie del tennis nascoste. Fra ferite ed amicizie che fanno più forti

Da Vincenzo Martucci 26/08/2017

L’ultimo turno delle qualificazioni di New York riporta d’attualità l’esperienza delle ragazze statunitensi Kiick e Duval: fra ritiri e stop la parola vittoria cambia significato….

Il vertice, l’acme, il top. La vetta della montagna è sempre la più affascinante, bella, agognata e visibile. E quindi, alla vigilia degli Us Open, ultima tappa del Grande Slam 2017 sul cemento di Flushing Meadwos, a New York, tutti guardano soprattutto alla corsa per la gloria di Federer e Nadal, o delle tante pretendenti – sette-otto? – al trono delle donne, anche in prospettiva numero 1 della classifica. Ma lo sport è così vivo anche perché racchiude sempre storie nelle storie, e si ravviva di settimana in settimana, di torneo in torneo. Ecco quindi che anche un match delle qualificazioni, valido alla promozione per il tabellone principale, nasconde una storia fantastica, che va ben al di là di un mero risultato. Come quella fra due giovani statunitensi, che venerdì, sul campo 4, si sono abbracciate ugualmente vittoriose, dopo il 6-3 1-0 che ha promosso, solo tennisticamente parlando, Allie Kiick contro Victoria Duval, costretta al ritiro da un infortunio alla gamba sinistra. Come racconta il sito web del torneo.

“Dopo tutto quello che tutt’e due abbiamo passato, giocare l’ultimo turno delle qualificazioni agli Us Open è stato straordinario”, ha detto infatti la Kiick, 22enne numero 633 del mondo. “Quando attraversi qualcosa di tragico non sai che cosa ti porterà il futuro”, ha aggiunto la Duval, 21 anni, numero 401. “Ovviamente il mio obiettivo era arrivare in tabellone ma non posso essere troppo delusa per come ho lottato duramente questa settimana e per quanto cuore ho lasciato in campo. Peccato perché non in campo non ho potuto fare quello che volevo. Siamo tutt’e due gran lottatrici, sono felice per  Allie e non vedo l’ora di vedere come si comporta ora”.

Certe vittorie sono agro-dolci. “E’ una delle mie migliori amiche, sapendo tutto quelle che ha passato, non è stato divertente vincere e vincere così, per infortunio”, ha aggiunto la vincitrice, anche lei residente ad Orlando, in Florida, figlia dell’ex star NFL, Jim Kiick. “La prima cosa che ho pensato, è stato di abbracciarla e dirle: “Verrà il tuo momento, stai a testa alta e farai grandi cose”. Del resto, aveva spesso visitato l’amica durante la chemioterapia cui si era sottoposta, portandole regali, giocandoci a carte e sostenendola nella battaglia contro il linfoma di Hodgkin che l’aveva colpita nel 2015. E lei stessa, la Kiick, nelle qualificazioni degli Us Open 2014, era stata in grado di giocare pochi games prima di ritirarsi per un infortunio al ginocchio. Che l’ha stoppata a lungo.

Certo, il potenziale della Duval sembrava superiore, agli Us Open 2013, quando, a 17 anni, aveva superato nel primo turno di tabellone Sam Stosur (regina del 2010). Un anno dopo le veniva diagnosticato il tumore al sistema linfatico, nel settembre 2015 annunciava di aver battuto il male, ma agli Us Open 2015, al secondo torneo dopo il rientro alle gare, si fermava ancora per operarsi al menisco. E’ tornata l’estate scorsa, adesso si è fermata di nuovo, ma con uno spirito comunque vincente: “Ogni match penso che sia un privilegio poter andare ancora in campo, poteva tranquillamente succedere che non avrei giocato più a tennis. Invece so di che cosa ero capace prima di ammalarmi e ho ancora lo stesso obiettivo”. Noi scommettiamo che ce la farà, perché nella sua vita ha superato altre terribili avventure, superiori a un infortunio fisico in campo. Nata a Miami, ha vissuto da bambina ad Haiti dove papà, medico, lavorava, e un giorno, insieme a mamma, zia e alcuni cugini, è rimasta sotto minaccia armata di alcuni rapinatori che si erano introdotti in casa. A gennaio 2010, Vicky si stava allenando ad Atlanta, dove s’era trasferita per allenarsi con Brian de Villiers (coach dell’emergente Melanie Oudin), quando il padre rimase coinvolto nel terribile terremoto di Haiti, rimase intrappolato in casa per undici ore sotto le mura di casa, subendo numerose fratture alle gambe e contraendo una pericolosa infezione, dopo una prima operazione chirurgica nel suo giardino. E riuscì a riguadagnare gli Stati Uniti solo grazie a una colletta del circolo di Atlanta che lo portò con un aereo privato a un ospedale di Fort Lauderdale, in Florida. Poi è arrivato il cancro e Victoria è entrata in un’orbita angosciosa. Dalla quale è uscita anche grazie al tennis. Figuratevi quant’è stato difficile anche per la sua amica Allie, che conosce tutte le vicissitudini della Duval, batterla, e batterla così. Proprio a New York.

Vincenzo Martucci

Tags: Allie, Allie Kiick, gli Us Open e le storie del tennis nascoste. Fra ferite ed amicizie che fanno più forti, tennis, Victoria, Victoria Duval

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Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

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