Dopo Djokovic anche Hewitt boccia Abu Dhabi e chiede un’altra Davis |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Dopo Djokovic anche Hewitt boccia Abu Dhabi e chiede un’altra Davis |
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
    • Accadde Oggi
    • Atletica
    • Calcio
    • Ciclismo
    • Ginnastica
    • Golf
    • Motori
    • Nuoto
    • Pallacanestro
    • Pallavolo
    • Pugilato
    • Sci
    • Sport di contatto
    • Tennis
    • Vari
    • Politica Sportiva
  • TennisVintage
  • La testimonianza
  • Galleria
  • Sport per Tutti
Tennis

Dopo Djokovic anche Hewitt boccia Abu Dhabi e chiede un’altra Davis

Da Vincenzo Martucci 26/11/2021

Ritorno al futuro. In attesa del bagno di folla di Torino per la nuova Italia di capitan Volandri e di Sinner, Sonego, Fognini, Bolelli e Musetti contro Usa e Colombia di oggi e domani al Pala Alpitour, la nuova coppa Davis è di nuovo sotto attacco. E probabilmente cambierà ancora. Infatti, dopo i problemi della prima edizione di Madrid 2019 e la cancellazione per Covid del 2020, quest’anno la gara a squadre più antica del tennis ha cambiato formula abbracciando l’idea di più sedi per il girone eliminatorio che promuove alla fase finale sempre di Madrid del 2 dicembre. Ma evidentemente non basta a recuperare il senso più intimo della gara, il senso di appartenenza, il nazionalismo, la bandiera, l’affetto del pubblico di casa. Se poi, magari ad arte, magari per vedere l’effetto che fa, spunta fuori il nome di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti (EAU) quale possibile sede per cinque anni della fase finale della Coppa, ecco che il malcontento fra i tradizionalisti diventa dispetto e protesta. E torna come un boomerang agli organizzatori Kosmos, cioé alla società che fa capo al calciatore Gerard Piqué per una nuova revisione.

Il primo paladino della protesta è Novak Djokovic che, obiettivamente, da numero 1 del mondo si espone molto di più dei primi Fab Four, Roger Federer e Rafa Nadal. Nole, dopo essersi dichiarato favorevole alle ATP Finals itineranti dopo il quinquennio al Pala Alpitour di Torino, proprio nel capoluogo piemontese, ha sposato un’ulteriore modifica della Davis la cui gestione per 25 anni è stata affidata a Kosmos dalla Federazione mondiale (ITF): “Dalla prima edizione a questa siamo passati da un estremo all’altro, il vecchio formato non mi piaceva, io propenderei per qualcosa di simile a quello che stanno cercando di fare ora, aggiungendo altre tre nazioni ospitanti, con un gruppo eliminatorio in ogni città invece di due gironi per sede, con poi una fase a eliminazione diretta in un’altra città ancora. E cambierei le sedi ogni due anni”.

Il campione serbo punterebbe quindi a 18 squadre spalmate in 6 città, sempre con l’intento – giusto, genuino – di “portare il nostro sport in luoghi dove non è popolare, per promuoverlo”.

Lleyton Hewitt, che da giocatore era detto “Il selvaggio” per la grinta che sfoderava in campo e che ha cercato di trasmettere al primo allievo Alex De Minaur, una volta capitano non giocatore di coppa Davis, si è calato perfettamente nella parte, ma resta fortemente infiammabile.

E quando a Torino, dopo il 3-0 che la sua Australia rimedia contro la Croazia, gli riportano l’ipotesi di un trasferimento della Coppa negli Emirati, risponde secco: “Penso che sia ridicolo. Così non si tratterebbe più di coppa Davis. Sulla faccenda, negli ultimi tre o quattro anni, ormai sono stato piuttosto esplicito. Si è visto anche qui, in questo bellissimo e grande stadio dove la folla non è stata enorme per noi, che non è questa l’essenza della Davis. Alcuni dei miei ricordi più belli della carriera sono legati a questa gara, con semifinali e finali davanti a tribune affollate. Non importava se fosse in Australia o alle Hawaii. L’atmosfera era sempre incredibile. A volte le sfide in trasferta erano quasi altrettanto speciali perché dovevi trovare un modo per riuscire a tener unita la squadra e farle fronteggiare proprio quella situazione esterna del pubblico. Oggi Tony Roche ed io ci ritroviamo a raccontare ai nostri ragazzi storie di quando abbiamo avuto l’opportunità di giocare in alcune di quelle situazioni, e sono solo molto deluso, specialmente per un ragazzo come Alex che farebbe qualsiasi cosa per essere in quelle situazioni se potesse giocare in grandi partite”.

Lleyton è fortemente nostalgico della vecchia, cara, Coppa Davis: “E’ stata una gara che è stata tenuta nella massima considerazione perché era lassù, in alto, all’apice del nostro sport, nel tennis maschile, e si giocava in cinque set solo come gli Slam. L’abbiamo buttato fuori dalla porta, e ora stiamo buttando via anche la casa e la porta. Giocare uno spareggio di qualificazione qua e là, al meglio dei tre set, non è lo stesso che avere partite del tabellone principale in casa e fuori durante tutto l’anno. Quindi, se ora stanno addirittura vendendo l’anima della coppa Davis al Medio Oriente per altri cinque anni, penso che sia ridicolo, e stanno davvero uccidendo questa gara”.

L’ex numero 1 del mondo, campione di Slam e delle ATP Finals, contesta anche i capisaldi della riforma ITF: “Non è vero che i più forti non giocavano più la Davis. Era solo Roger (Federer), e comunque anche lui ha fatto di tutto per ottenere il suo nome scritto sulla Coppa. Ecco quanto ha significato per un ragazzo come Roger all’epoca in cui era il più grande giocatore di tutti i tempi. Perché quella gara ha significato molto per tutti i migliori: Novak giocava ogni volta che contava per la Serbia, Andy (Murray)… abbiamo visto cosa ha passato per la Gran Bretagna per farle vincere la Davis. Io ho vissuto anche l’altra faccia della medaglia, il dolore di aver perso in semifinale, quindi so bene cosa significa per i più forti: Zverev ha giocato la Coppa, è venuto contro di noi in Australia, per lui giocare a Brisbane ha significato il mondo. C’era qualcosa di veramente speciale in questa gara”.

E quindi rilancia, da patriota, da amante del tennis, ma anche da dirigente: “Adesso c’è anche l’ATP Cup. Qualcuno può dire che sono di parte perché si disputa in Australia, ma ho fatto parte della gara negli ultimi due anni e già dal primo anno il pubblico ha risposto e tutti i migliori hanno partecipato. E l’atmosfera è stata incredibile. Non soltanto per l’Australia ma per ogni paese”.

Così la disputa fra ATP e ITF si riaccende a partire da gennaio quando il tennis mondiale si trasferirà per tutto il mese “down under” per culminare poi negli Australian Open.

Vincenzo Martucci (Testo tratto da supertennis.tv)

Tags: Dopo Djokovic anche Hewitt boccia Abu Dhabi e chiede un'altra Davis

Condivisione...

Articolo precedente
Maradona un anno dopo che ci ha lasciato è ancora più grande
Articolo successivo
Gojo-Piros-Mejia, Torino indica la terra promessa?

Nota sull’autore: Vincenzo Martucci

Napoletano, 34 anni alla Gazzetta dello Sport, inviato in 8 Olimpiadi, dall’85, ha seguito 86 Slam e 23 finali Davis di tennis, più 2 Ryder Cup, 2 Masters, 2 British Open e 10 open d’Italia di golf. Già telecronista per la tv svizzera Rsi; Premio Bookman Excellence.

Post correlati

  • L’intervista: Lorenzo Musetti ed il triangolo Tartarini-Tirrenia-Mouratoglou
  • Sinner cade sul più bello
  • Kyrgios? No, thanks. Perché Wimbledon s’è inchinata a re Djokovic…
  • Rivoluzione tennis, ma il limbo di tre anni per aiutare i giovani pro non è uno sprint alla cieca? 
  • Imprese tricolori nel principato
  • Quel vulcano di Riccardo Piatti, sempre all’avanguardia, ha aperto un’accademia con la moviola per l’allenamento…

Ultimi articoli

  • Francia-Danimarca la finale dei mondiali di handball 2023 a Stoccolma
  • In Svezia e Polonia le semifinali dei Mondiali di Pallamano
  • E’ arrivata la bufera
  • Ancora lei: l’azzurro donne è sempre nelle mani di Camila… Bella e brava!
  • Che ci avete dato?
  • Un successo il Padel Trend Expo, oltre 18 mila persone in tre giorni

Sport Senators

Le grandi firme di 45 Olimpiadi, 8 mondiali di calcio, 86 tornei del Grande Slam, 13 Tour de France, 43 giri d’Italia, 20 GP di Formula 1, 31 Mondiali di Atletica leggera, 100 campionati Mondiali ed Europei di nuoto, ginnastica, scherma, judo, e tanti altri sport.

Accounts Social

  • Facebook
  • Twitter

Newsletter

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
Iscriviti!

Cerca

Sport Senators © 2018 - All Rights Reserved | Testata registrata al Tribunale di Milano. Registrazione n.168 del 30.05.2018. Direttore responsabile Vincenzo Martucci

  • Home
  • Chi Siamo
  • Firme e Voci
  • Sport
  • Accadde Oggi
  • Galleria
  • Sport per Tutti
  • TennisVintage
  • Privacy policy

Continuando la navigazione, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi