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Pallavolo

Che colpi, Civitanova e Conegliano! Ma il record è l’invasione di Juantorena… 

Da Carlo Gobbi 27/04/2018

Due successi inattesi nella corsa ai playoff scudetto di uomini e donne. L’arbitro Boris evita il peggio fra il gigante cubano naturalizzato italiano che entra nel campo di Perugia per derimere le questioni col serbo Atanasijevic!

E finalmente è successo. L’evento che noi della pallavolo aspettavamo da anni. Da quel 1991 quando al Forum di Assago, durante un memorabile Italia-Cuba, finale di World League n.2, Andrea Zorzi, Zorro per gli amici, saltò al di là della linea di demarcazione entrando in campo avversario per un memorabile “tete a tete” con Joel Despaigne. Lui non ammetterà mai questo gesto, colto nel raptus agonistico, ben visto da noi e altri dodicimila paia d’occhi. Ma stavolta l’invasione sottorete è avvenuta…per la strada maestra. Cioè diretta. Siamo al secondo set di gara2 tra Lube e Perugia al Palasole di Civitanova. Finale scudetto, impianto zeppo, come dicono oggi gli anglofoni, “sold out”, ergo tutto esaurito per la plebe italiota, grande tensione in campo e fuori, tifo alle stelle. C’è uno scazzo a rete, uno dei tanti fra i protagonisti che lasciano sfogare rabbia e temperamento bollente con il verbo. D’improvviso, ecco l’irreparabile. I due metri e passa di Juantorena, il famoso Osmani dei divani, si abbassa e varca la linea proibita entrando nel campo avversario. Un tabù che ti insegnano ai primi rudimenti del voleyno, da bimbetto. Non si fa: invasione! A tu per tu con i due metri e passa di Alexander Atanasijevic. Italo-cubano contro serbo, posto4 contro opposto. Chissà cosa si saranno detti. Le cronache non riporteranno i blablabla concitati a denti serrati e occhi infuriati (rimetta gratuita) dei due contendenti.
    La  Gazza, rappresentata dal principe dei giornalisti italiani, e non solo di pallavolo, Gianluca Pasini, non citerà una sola riga pietosa. Andrea Lucchetta non è presente, confinato al lontano Palaverde di Villorba per gara3 di finale femminile con Maurizio Colantoni sul palco Rai. Ma ci sono Marco Fantasia da Genova e Claudio Galli, ex azzurro da Milano via Parma, o viceversa. Non sappiamo come avranno commentato il fatto storico. Speriamo di rivederlo lunedì sera su Oltre la rete. Noi siamo lì a fondo campo.  Ma ecco una saetta nel mezzo della mischia. L’arbitro Boris di Vigevano, almeno trenta centimetri sotto ai due gigantoni da due metri e passa, si fionda a centro rete e si interpone fra i  due contendenti verbosi. Le mani di Osmani non si alzano. Non fanno in tempo. Coraggioso, tempista, deciso. Bravo Boris. Questione di un attimo. Osmani, quello delle mani sui divani, retrocede, si abbassa e torna nelle sue file. Il serbo rimane lì fra i suoi. Sospiro di sollievo tra gli addetti ai lavori delle due fazioni. Va bene uno scambio di idee, ma poi finiamola lì. Grazie a Boris, tutto è bene…. Un arbitro di rugby, peraltro ben più aduso a separare colossi forzuti, non si sarebbe comportato meglio. Segnaliamo Boris alla storia del volley con piacere. A Zorro, diciamo soltanto: Andrea, non sei più solo. A Lucky: dovrai dire di Osmani che alza le mani dai divani per tentare invasione.
    Sapete già come è finita la tenzone. Dopo il 3-1 di gara1 a favore di Perugia, che ha certamente giocato meglio, qui la Lube ha compiuto un inseguimento fantastico, recuperando da 0-2 e vincendo al tie-break dopo due ore e tre quarti di battaglia scintillante.  Grande Sokolov, ma bravissimo il tecnico Medei, che non andrà più a Monza per rimanere alla Lube. Ripensamento utile: e se vince lo scudetto, che fai, lo cacci? Lui dal terzo set rispolvera dalla panca il serbo Stankovic insieme a Kovar al posto di Sander e Candellaro. Mossa vincente. Con quattro muri punto e tanti toccati, autorevolezza, esperienza, battute insidiose, il capitano della Serbia (ormai ex, ha rinunciato, Nik Grbic ripensaci, convincilo) rimette in carreggiata una Lube in affanno che stava scivolando dalla partita, pilotandola fino alla vittoria. Kovar farà il suo collaborando a rimediare una ricezione disastrosa e aiutando la difesa. Una vittoria del cuore, che ha stremato il patron Fabio Giulianelli, coriaceo con la sua aritmia. Favorita da un calo repentino dei due martelli di patron Gino Sirci, Zaytsev e Russell e dai muri stampati in faccia a Atanasijevic. Domani sera a Perugia, terzo round. Si arriverà a gara5 di nuovo al PalaEvangelisti? Staremo a vedere. Sirci arrabbiato, alla fine addosserà la colpa alla “distribuzione”. Ma De Cecco non ha responsabilità se i suoi martelli esausti non passano più.
    Nelle donne, che sono un round più avanti, si è avuta la grossa sorpresa. Dopo il successo netto di Novara in casa in gara1 – ottima la Piccinini -, arriva la sconfitta delle tricolori al tie-break in gara2 al Palaverde. Poi ecco l’Imoco che va ad espugnare in tre set il campo opposto pur lamentando l’infortunio di Rahaela Folie in avvio di secondo set. La legge dello zoppo è impietosa. Lo diciamo a Barbolini, di non prendersela. E Conegliano in stagione ci ha fatto il callo agli infortuni. Dopo Megan Hodge subito all’inizio, ecco Robin De Kruijf, già operata al ginocchio ma presente al Palaverde a sostenere le compagne, guidate da una splendida Wolosz e trascinate da una Fabris spaventosa a rete. Ora la Folie. Addio nazionale?
   In campo novarese, da registrare il calo fisico della Picci. Forse 39 anni sono tanti per giocare a questi livelli ogni tre giorni. Non è meglio pensare al matrimonio e un bebè, secondo i suoi desiderata? Poi il crollo dell’olandese Plak, mai vista sui suoi livelli, annullata dal muro impietoso delle pantere. Non basta la Paola nazionale, la fantastica Egonu, a tenere in alto le speranze delle piemontesi. Domenica al Palaverde, potrebbe avvenire il passaggio di consegne dello scudetto. Con l’inno nazionale suonato in avvio dalla banda degli alpini di Conegliano. Un tocco simpatico davvero. E sarà pure l’addio al seggiolone dell’arbitro Fabrizio Saltalippi, umbro ma residente a Milano per lavoro, lui è ingegnere, che raggiunge quota 55. All’amico Saltalippi facciamo tanti auguri. Tenente del genio alpino, un corso infinitamente lontano dal nostro, ahimè, sarebbe bello che la banda gli suonasse, per rispetto e in suo onore, il Trentatre, inno ufficiale delle penne nere. Un bel gesto per un addio a un vero signore del fischietto. Lo raccomandiamo all’amico Benedetti, capogruppo di Conegliano. Ma anche al designatore degli arbitri, l’amico Giuseppe Caldarola. I regolamenti….Ma una tantum, per una buona causa, si può anche sgarrare!
   In dirittura d’arrivo anche la tenzone per la promozione in A2 femminile. Dopo l’exploit  del Millennium Brescia, che allo sprint ha bruciato le piemontesi, eccoci  domenica  a gara2. Sorpresa grossa nel derby del vecchio Piemonte sabaudo: Chieri espugna il PalaCastagnetta di Cuneo. E domenica sera potrebbe trovarsi in finale. Nell’altra sfida, successo di San Giovanni Marignano in casa su Orvieto. Per il sestetto gioiello di Stefano Saia, grande protagonista della stagione con una coppa Italia infilata già nel carniere al PalaDozza di Bologna su Mondovì, si profila un traguardo luminoso. Chieri è già stata battuta in semifinale di Coppa. Staremo a vedere.
   Intanto Davide Mazzanti ha diramato le convocazioni per il World Tour, che non si chiama più così. Molte le giovani, due le assenze di rilievo. Valentina Diouf, che se l’è presa mica male per l’esclusione, e Alessia Gennari. Ma lei pare abbia detto no grazie per un’estate di riposo al ginocchio. Ora tocca a Chicco Blengini, presente a Perugia e Civitanova, offrire a Pasini e soci le sue scelte. Attendiamo…
Carlo Gobbi
(fotto tratta da danielatarantini.com)
Tags: carlo gobbi, Che colpi, Civitanova e Conegliano! Ma il record è l’invasione di Juantorena…, Pallavolo

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Nota sull’autore: Carlo Gobbi

È il giornalista più poliedrico del panorama nazionale. Oltre a 7 Olimpiadi, 6 Mondiali e 15 Europei di pallavolo, e 139 test match di rugby, ha seguito oltre 20 Mondiali ed altrettanti Europei di ginnastica, judo, hockey, ghiaccio, pallamano, pesi, tiro.

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