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Vari

Tennistavolo, Cina, soltanto Cina. Al massimo, Cina contro… Cina!

Da Sport Senators 28/04/2018

Scattano i Mondiali a squadre della disciplina dominata tradizionalmente dalla stessa nazione sia fra gli uomini che fra le donne. La Federazione mondiale ha cambiato palle, formula, regole, classifiche: ma al di là dell’apparenza, la sostanza resta la stessa…

Dal 29 aprile al 6 maggio, ad Halmstad (Svezia), si giocano i Mondiali più scontati di qualsiasi sport, quelli in cui puntare su chi vince è talmente facile che le agenzie di scommesse dovrebbero quotare solo la sconfitta dei favoriti e niente altro. Sono i Mondiali a squadre di tennistavolo, con la Cina maschile e femminile pronta a stroncare qualsiasi “avversario”, ammesso e non concesso che si possa davvero parlare di avversari, visto il divario enorme fra cinesi e resto del mondo. Per capire meglio la situazione è opportuno ricordare un paio di cose.

   L’ultima volta che la Cina maschile ha perso i Mondiali a squadre fu nel 2000, quando vinse la Svezia dei mitici Waldner e Persson. Da allora, 8 successi consecutivi. La Cina femminile, invece, fu sconfitta nel 2010 da Singapore, grande sorpresa sì, ma in realtà le avversarie delle cinesi erano… cinesi, ex giocatrici di club e della nazionale di Cina, “emigrate” a Singapore. Per vedere davvero una vittoria estranea alla Cina bisogna risalire addirittura al 1991, quando vinse la Corea unita. Se poi passiamo ai Mondiali individuali la situazione peggiora, per gli altri ovviamente. Nel singolo maschile, dal 2005 in poi, solo finali con giocatori cinesi, e appena 5 giocatori stranieri con il bronzo (su 14, perché non c’è finale per il terzo posto): tre sudcoreani, un tedesco, un danese. Nel singolo femminile, situazione ancora più catastrofica per il resto del mondo: dal 1979 a oggi, una sola vittoria non cinese, quella della sudcoreana Hyun Jung-hwa nel 1993; dal 1995 a oggi solo finali cinesi, nelle ultime 20 edizioni solo 6 argenti e 8 bronzi (su 40) per tutte le altre.
    Nei doppi ci sono numeri simili o ancor più impressionanti, tanto che negli ultimi anni la Cina ha cominciato a rinunciare alle medaglie del doppio misto, non schierando i suoi doppi, ma solo un giocatore o una giocatrice da schierare in coppia con il rappresentante di un’altra nazione. Insomma, un espediente inventato dall’Ittf, la federazione internazionale tennistavolo, per tentare di dare un’immagine diversa e più interessante all’esterno, visto che 5 vittorie su 5 della Cina nei Mondiali individuali e 2 su 2 in quelli a squadre costituivano una minaccia per la popolarità di questo sport. Insomma, una medaglia “regalata” alle altre nazioni. E lo stesso è avvenuto alle Olimpiadi, ridotti i giocatori di ogni nazione nel singolo, da 3 a 2, per evitare un podio tutto cinese, come a Pechino 2008 sia nel maschile che nel femminile. In passato, altro obbrobrio c’era stato nel 2004, contro qualsiasi regola sportiva: allora c’era la gara di doppio, con 2 doppi per nazione, e l’Ittf stabilì che i due doppi di una stessa nazione dovevano essere sorteggiati obbligatoriamente dalla stessa parte del tabellone, per evitare finali tutte cinesi.
   In pratica, invece di sollecitare le altre nazioni a uno sforzo per tentare di battere la Cina, l’unica soluzione prospettata dall’Ittf è quella di cambiare regolamenti o convincere amichevolmente la Cina a rinunciare a qualcosa, per paura di annoiare la gente con questo dominio cinese e quindi provocare il disinteresse verso il tennistavolo. Di questa stessa linea fanno parte i grandi cambiamenti voluti dall’Ittf nel 2000 e nel 2001: riduzione del set da 21 punti a 11, per rendere il confronto più equilibrato e pieno di sorprese, pallina più grande da 38 millimetri a 40, nel tentativo di rallentare il gioco a scapito dei cinesi, più veloci. Il risultato è stato perverso: all’inizio, c’è stata una specie di riequilibrio, con un austriaco Schlager, che vince il singolo ai Mondiali 2003, e col sudcoreano Ryu Seung-min che vince l’oro olimpico nel singolo ad Atene 2004. Ma, subito dopo l’iniziale assestamento, i cinesi ricominciano a vincere e lo fanno in maniera ancora più netta di quanto era accaduto prima dei cambiamenti. Da quel momento, i cinesi asfaltano letteralmente gli avversari, tanto che l’Ittf pensa a qualche altro trucchetto per creare interesse.
   Si passa perciò, dall’inizio di quest’anno, a un nuovo sistema delle classifiche mondiali, che si rivela una vera barzelletta perché premia i più deboli e penalizza i cinesi. In sostanza, si tiene conto, mese per mese, degli 8 migliori piazzamenti ottenuti dal giocatore nei tornei nel corso dei 12 mesi precedenti. Il precedente sistema teneva conto di tutti i risultati e, in più, faceva guadagnare o perdere punti ai giocatori grazie a vittorie e sconfitte con gli avversari di più alta o più bassa classifica, oltre ad assegnare bonus in base ai piazzamenti nei tornei individuali. Tutto cancellato, valgono solo gli 8 migliori piazzamenti e questo avvantaggia i più deboli perché: ovviamente hanno meno risultati di rilievo rispetto ai più forti, che possono avere anche 20 vittorie nei tornei in un anno, ma ne valgono solo 8 per la classifica; possono subire tutte le sconfitte che vogliono, specialmente contro avversari di classifica più bassa, e non perdono nemmeno un punto.
     Qual è stato il risultato? Il caos primordiale. L’attuale campione del mondo di singolo e squadre, campione olimpico di singolo e squadre, il cinese Ma Long, che era l’indiscusso numero 1 della graduatoria mondiale, a gennaio è quasi sparito dalla classifica e adesso è faticosamente rientrato prima come numero 9, poi come numero 6, che rimane comunque una bestemmia tecnica. Il numero 1 è cambiato 4 volte in 4 mesi, premiando addirittura in un mese il tedesco Boll, che a 37 anni si ritrova in testa alla classifica con pochi risultati di rilievo. Ma la conseguenza più ridicola riguarda proprio i Mondiali a squadre che si disputano ad Halmstad. La testa di serie n.1 della gara a squadre è la… Germania, perché nel momento in cui è stato effettuato il sorteggio per la composizione dei gironi, a marzo, in classifica i tedeschi Boll e Ovtcharov erano n. 1 e 3 del mondo, mentre i cinesi Fan Zhendong e Lin Gaoyuan n. 2 e 4, così i tedeschi si sono ritrovati come n.1 anche nella classifica a squadre! E il bello è che fra gli stessi cinesi il nuovo sistema provoca altri paradossi, perché Lin Gaoyuan è uno dei meno bravi ma, proprio in base al sistema che premia i più deboli, si è ritrovato a essere il secondo cinese più in alto nella classifica, davanti a giocatori come Xu Xin (n.5 a marzo) e Ma Long (n. 9 a marzo, come già detto), che sono di un’altra categoria rispetto a lui.
   Ovviamente, che la Germania sia testa di serie numero 1 non provoca alcun problema alla Cina, che stravincerà questi Mondiali, ma causa danni alle altre nazioni che si ritroveranno in posizione svantaggiata nel tabellone, a partire dal Giappone, e soprattutto alla credibilità del tennistavolo. Secondo l’Ittf, basterebbe lanciare come campioni giocatori diversi dai cinesi, con una medaglia regalata dalla Cina ai Mondiali nel doppio o con un bronzo olimpico “obbligato e inevitabile” grazie alle nuove regole, o con il clamore mediatico di un numero 1 mondiale tedesco, giapponese o che altro, per far aumentare l’interesse per questo sport. Magari può anche funzionare per un po’, ma poi il grande bluff viene scoperto e ci si ritrova peggio di prima e con la reputazione perduta. Quindi, resta solo da vedere per quanto tempo il giochetto potrà andare avanti. Per il momento, oltre alle scontate vittorie della Cina, non resta che assistere a questi Mondiali che qualche spunto interessante comunque lo presentano: osservare l’India guidata dal tecnico italiano Massimo Costantini che, dopo gli ori ai Giochi del Commonwealth, si misura con i più forti del mondo; vedere se l’Italia dà segnali di risveglio, costretta a giocare in Seconda divisione e, purtroppo, senza buoni risultati da troppo tempo; sperare che venga fuori qualche giovane europeo in grado di restituire anche solo un po’ della passata grandezza di nazioni come Svezia e Ungheria che furono capaci di battere la Cina e regalare interesse a uno sport che adesso, poco alla volta, rischia di produrre solo noia e quindi di scomparire.
Gennaro Bozza
(Foto FITeT)
Tags: gennaro bozza, mondiali 2018, Tennistavolo

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