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Motori

Formula 1, ma perché Hamilton che volava in qualifica non ha schiacciato il bottone magico al GP d’Australia?

Da Sport Senators 29/03/2018

Quanti tanti dubbi sulle Mercedes dopo la prima gara stagionale che s’è chiusa a sorpresa con la Ferrari di Vettel prima e quella di Raikkonen terza! La tappa in Bahrain dell’8 aprile potrà chiarire meglio il valore delle forze in pista…

Come lo scorso anno la Ferrari ha iniziato la stagione di F1 con una vittoria, quasi un trionfo visti il primo posto di Vettel e il terzo di Raikkonen. Un po’ a sorpresa, poiché Hamilton, dopo con il suo super giro in qualificazione aveva surclassato i rivali. Quel mezzo secondo e più di vantaggio aveva spaventato tutti e l’inglese era considerato il favorito nel GP d’Australia. Invece la gara ha premiato la squadra a due punte di Maranello, mentre la Mercedes ne aveva una sola. Infatti Valtteri Bottas è scomparso nel circuito dell’Albert Park. Disastroso sabato con un’uscita di pista clamorosa e inesistente in gara, partito quindicesimo e classificato ottavo al termine di una prova anonima, pur guidando una Mercedes.
    Così il Cavallino anche con un pizzico di fortuna e grazie all’acume del responsabile delle strategie Inaki Rueda, il tecnico spagnolo che dirige le operazioni in pista, sostenuto dal “garage” di Maranello dove molti specialisti studiano in tempo reale le tattiche da adottare per pit stop e cambio gomme, ha centrato il momento giusto per le soste di Raikkonen e di Vettel. Il rientro anticipato ai box di Kimi ha costretto Hamilton a seguirlo perché il finlandese era in seconda posizione staccato di soli 2/3 secondi e Lewis avrebbe rischiato di essere sorpassato. La buona sorte, per una volta, ha sostenuto la Ferrari perché, a causa dell’arresto in pista della Haas di Grosjean, Sebastian con un giro fulmineo ha potuto fermarsi e sostituire gli pneumatici in regime di virtual safety car ed è tornato in pista in testa alla corsa. Un colpo di magia che ha portato il tedesco in testa alla classifica e la Ferrari al primo posto fra i Costruttori.
    La corsa australiana, in attesa della seconda del Mondiale in Bahrain l’8 aprile, non ha ancora chiarito bene il valore delle forze in pista. A creare confusione soprattutto è quel giro record pazzesco effettuato da Hamilton in qualificazione. Se il distacco in termini di tempo inflitto dal campione inglese rimarrà tale o comunque simile, ciò significa che Lewis sarà in grado di rifarsi facilmente nel circuito di Sakir. Ma ci sono molti dubbi su quella prestazione. E’ stato tutto merito del pilota e dell’aerodinamica della Mercedes o la squadra tedesca dispone di una power unit nettamente più potente di quella dei rivali? Christian Horner, team principal della Red Bull ha parlato di “30 CV in più in gara e 55 sul giro cronometrato”. Se così fosse sarebbe dura, nelle restanti 20 gare, tenere testa alle Stelle d’Argento. Alcuni indizi portano tuttavia a pensare che la situazione reale non sarebbe così preoccupante per Ferrari, Red Bull e compagni.
   Ci sono delle domande per ora senza risposta. Per quale motivo Hamilton a cinque giri dalla fine ha rinunciato ad attaccare Vettel? Lewis in un primo momento ha detto: “Avevo le gomme posteriori usurate e non volevo rischiare di perdere i 18 punti del secondo posto”. Successivamente ha cambiato versione: “Ho dovuto risparmiare il motore perché deve durare per sette corse”. Allora c’era un problema di power unit della Mercedes? Altra questione: perché l’inglese, che nel giro di qualifica ha potuto usare una potenza superiore, non ha usato neppure una volta quello che qualcuno ha definito «il bottone magico», cioè un overboost di potenza per superare Vettel? Infine una considerazione. Gli altri team motorizzati Mercedes sono andati malissimo a Melbourne. La Force India ha fatto un passo enorme indietro e la Williams è una delle squadre peggiori anche se la FW41 è stata progettata sotto la direzione di Paddy Lowe che era direttore tecnico alla Mercedes. Cosa è successo?
    Il Cavallino, dunque, è diventato nuovamente Rampante. Ma, secondo le parole dello stesso Vettel, la nuova Rossa, la SF71 H che il pilota ha chiamato Loria, con la speranza di aggiungere la G di Gloria a fine stagione non è ancora perfetta, almeno  per il suo stile di guida. I tecnici a Maranello stanno lavorando  su una serie di evoluzioni da portare prima possibile, probabilmente per il GP di Cina del 15 aprile. Un programma di sviluppo soprattutto aerodinamico per consentire al tedesco di sfruttare al massimo  le doti della sua monoposto.
    Insomma i motivi per aspettare con grande interesse il seguito del campionato. In Bahrain, con un circuito molto diverso da quello di Melbourne, potrebbero esserci altre sorprese. Senza dimenticare che, nella prima gara di campionato, tre squadre, McLaren, Renault e Haas (quest’ultima motorizzata Ferrari) sono state competitive, capaci di inserirsi nella sfida tra Mercedes, Ferrari e Red Bull. E questo significa che il Mondiale potrebbe diventare finalmente più incerto e spettacolare.
Cristiano Chiavegato
Tags: cristiano chiavegato, formula 1, ma perché Hamilton che volava in qualifica non ha schiacciato il bottone magico al GP d’Australia?

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