Dopo una vita trascorsa in carena (23 anni, per la precisione), 12 mesi fa esatti Marco Melandri annunciava il ritiro a fine stagione. “Sento di non avere più energie e grinta, qualcosa si è spento dentro. Bisogna capire quando è il momento di smettere: come in tutte le favole deve esserci una fine” aveva dichiarato commosso. Invece la sua favola nella WorldSBK continua: mentre le squadre stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli in vista della ripresa, il team principal del Barni Racing Team, Marco Barnabò, lo cerca per sostituire l’infortunato Leon Camier. E lo trova. Racconta il campione del mondo della classe 250 nel 2002: “Ero andato a girare con gli amici e, la sera, mi è arrivata la proposta. Impossibile da rifiutare: era un’opportunità unica, complice il calendario breve che include circuiti su cui amo corrrere. Se la stagione fosse ricominciata dalla Thailandia, secondo la tradizionale serie di tappe, non sarei tornato”. Il primo round, che si svolgerà domani e domenica a Jerez de la Frontera, è il campo di battaglia ideale: in Andalusia “Macio” ha ottenuto grandi risultati, dai 6 podi (compresa la doppia vittoria nel 2014 sull’Aprilia) alla Superpole del 2017.
Il 7 agosto sarai impegnato nelle prove a Portimão: ti saresti mai immaginato di festeggiare i 38 anni in pista?
“No, devo dire che è un regalo inaspettato e splendido: mi godrò ogni istante di quel weekend. Come di questo”.
Mancano poche ore alla griglia di partenza: sei pronto?
“Non vedo l’ora: mi è bastato tornare in sella alla Panigale V4 per ritrovare il gusto della competizione e percepire l’adrenalina scorrere nelle vene. Di sicuro mi divertirò e sarà entusiasmante lottare ancora con dei fuoriclasse come Jonathan Rea e Álvaro Bautista”.
Hai collaudato la “rossa” infilando 100 giri nell’unico test che avevi a disposizone: come ti è sembrata la prima stradale a 4 cilindri di Borgo Panigale?
“Strepitosa, ha un motore incredibile: è una vera moto da corsa, del resto è figlia del prototipo della MotoGP. Certo, dovremo lavorare tanto per renderla adatta al mio stile. A iniziare dall’assetto: Camier è molto più pesante e alto di me e le modifiche sono in progressione”.
Che effetto ti ha fatto muoverti nel paddock?
“Nessuna emozione particolare, non era passato molto tempo dall’ultima volta. Tra i box mi sento a casa: èstato più strano guardare le manche alla tv”.
Grazie a 22 vittorie e 75 podi, sei il pilota italiano più vincente nella storia della derivate di serie: qual è il tuo obiettivo in questa stagione così anomala?
“Lo stesso di sempre: dare il massimo. Nelle gare che mi aspettano sarò spinto da una motivazione in più”.
Cioè?
“Avevo chiuso la carriera per nulla soddisfatto di come fosse andato il campionato. Ho voglia di rivincita e non scenderò in pista per partecipare”.
Se la scuderia di Calvenzano fosse entusiasta delle tue prestazioni e ti chiedesse di estendere il contratto al 2021?
“Vivo alla giornata e non escludo nulla. Però dovrei sistemare una questione importante”.
Quale?
“In questo periodo ho un doppio lavoro. Ho appena cominciato una nuova avventura, commento la MotoGP su DAZN – la WorldSBK sottrarrà al microfono solo due tappe in tutta la stagione – e mi dispiacerebbe rinunciare. Spiegare i dettagli tecnici con un linguaggio semplice e raccontare le emozioni che vivono i piloti è davvero appassionante e, al tempo stesso, per niente facile: i ritmi della telecronaca sono elevatissimi e devo imparare il mestiere. Però davanti alle sfide non mi sono mai tirato indietro. Perché dovrei iniziare adesso?”.
Credito foto: Barni Racing Team