E se fosse Indian Wells? Se, dopo il test con la racchetta d’inizio settimana alla Piatti Academy di Bordighera, Novak Djokovic decidesse di anticipare il rientro sul circuito Atp Tour e si presentasse giovedì al via del Masters 1000 di Indian Wells? Lo azzarda Sport Novosti, il giornale di sport più aggiornato, credibile e vicino all’ex numero 1 del mondo. Lo stesso che aveva annunciato il Masters 1000 di Miami, dal 19 marzo, come prima tappa post-Australian Open. Dopo i nuovi problemi al gomito e l’eliminazione nel quarto turno del primo Slam della stagione contro il suo clone, il coreano Hyeon Chung campione delle prime NextGen Finals a Milano. Problemi che avevano convinto il campione serbo a sottoporsi a un “piccolo intervento”, a Milano, e ad un ulteriore stop.
Da Bordighera, Nole ha inviato al Novosti un video del suo allenamento, trasmettendo le sue buone sensazioni e, soprattutto, l’evidente e forte desiderio di tornare in campo in partite ufficiali, oltre all’informazione che, in questi giorni, si sarebbe trasferito a Las Vegas, dal super-coach Andre Agassi. Per verificare, insieme, le sue condizioni e decidere se anticipare di una decina di giorni il rientro.
Sicuramente, a forzare i tempi c’è il fatto che, sul cemento all’aperto di Indian Wells, nelle condizioni di caldo secco del deserto della California, Nole si è sempre trovato talmente bene che, dopo la finale persa contro Nadal nel 2007, si è imposto in cinque occasioni (2008, 2011, e poi dal 2014 al 2016). D’altra parte, qualsiasi risultato, al rientro, sarebbe comunque utile per recuperare il ritmo partita e avrebbe un significato diverso. Anche perché, senza gli acciaccati Rafa, Murray e Wawrinka, con Nishikori e Raonic ancora convalescenti, e Dimitrov, Cilic, Goffin, Thiem e Zverev altalenanti, l’unico posto già fermamente occupato, in vetta, sembra soltanto quello del solito Federer. Uno come Djokovic non può non scalpitare dopo un così lungo silenzio nel tennis d’èlite che dura dai quarti di Wimbledon di luglio, quando si è ritirato dopo un set contro Berdych, chiudendo anticipatamente la stagione, sulla scia dei quarti, persi ancora con un evidente calo fisico, al Roland Garros contro Thiem, e prima ancora nella finale di Roma contro Sascha Zverev. Per il dominatore di appena due anni fa, scivolare addirittura al numero 13 del mondo dev’essere un’onta di difficile digestione. Che merita magari uno sprint per tornare a ruggire in faccia agli avversari.
Vincenzo Martucci
(tratto dal sito www.federtennis.it)