Incubo, carneficina, ecatombe? Ben 23 teste di serie maschili e 10 femminili sono state decapitate al primo turno di Wimbledon, record ai Championships, co-record Slam del 2004 agli Australian Open, ma allora con due top ten subito eliminati mentre stavolta sono quattro: Sascha Zverev (3), Lorenzo Musetti (7), Holger Rune (8) e Daniil Medvedev (9). Con l’eco di altrettante donne fuori già all’esordio: Coco Gauff (2), Jessica Pegula (3), Winwen Zheng (5) e Paula Badosa (9). Cui aggiungere i tanti salvifici dribbling al set decisivo, Alcaraz (2) con Fognini, Fritz (5) con Perricard, Aliassime (25) con Duckworth, più le finaliste uscenti, Paolini (4) e Krejciikova (17), e Keys (6) e Tauson (23).
NUOVA REALTA’
La spiegazione è solo nel livello medio alto sempre più alto che assottiglia le distanze coi primi? “E’ la realtà per cui non vedo anomalie in questi risultati. Anche perché alcuni dei più titolati sono lontani parenti di anni fa, da Medvedev a Zverev a Tsitsipas, nettamente in fase calante, ed altri come Berrettini e Musetti non erano chiaramente in condizione”, dice Paolo Bertolucci. Con Vincenzo Santopadre, l’ex coach di Berrettini, ora co-guida di Sonego che chiosa: “E’ un record non così strano. Negli Slam, 3 su 5, i più forti alla lunga vincono ma l’erba è l’unica superficie particolarmente diversa per i movimenti e i tagli della palla, e c’è un livellamento medio per cui spesso tante partite si decidono per poco, tanto che un giornata meno brillante dei favoriti se coincide con una grande prestazione degli sfidanti crea questi risultati”. Con Renzo Furlan (ex guida della Paolini) che suggerisce: “Zverev e Medvedev, stanno giocando al di sotto dei loro livelli da tutto l’anno, Tsitsipas già da un po’ non tiene il ritmo dei primi. Ci sono stati sorteggi non semplici, c’è tantissima attività, con un sovraccarico per una Gauff dopo la finale di Madrid e il titolo a Parigi. Alcuni avevano incognite altissime, come Berrettini e Musetti, senza preparazione e senza match prima di Wimbledon. E poi c’è chi sull’erba fa veramente fatica”.
PILOTA AUTOMATICO
Fabio Fognini, con la sua classe, la risposta in “chop” praticamente dentro il campo e il suo timing magico, ha messo in difficoltà anche uno dei pochi giocatori “con la mano” come Alcaraz. “Se gli va male e non funziona l’unico modo che hanno di giocare non è che riescono a fare qualcos’altro, che so, “remare” da fondo o andare di più a rete. Insistono col loro sistema senz’altra soluzione”, sostiene Adriano Panatta nella “Telefonata” con Bertolucci su Fandango: “Quante partite giocano 3/5 tutto l’anno: dieci? Negli Slam è un altro sport”. E il fattore-erba aggiunge la variante che manda in tilt i troppi che giocano col pilota automatico. Parola di Bertolucci: “L’erba smaschera più di altre superfici”. Parola di Panatta: “Dà meno margine di recupero per quelli più forti in cattiva giornata che vengono travolti da avversari magari non così quotati, a Wimbledon è sempre successo”. Fabio Cobolli la mette sul ridere: “Che bello, lo spogliatoio è vuoto, le vasche sono libere e non devo fare la fila”. Oggio se la vede col 281 del mondo locale Jack Pinnington Jones, più oscuro il compito di Jannik Sinner contro l’australiano Alexandar Vukic (93) con pedigree da erba, mentre Sonego sfida il veterano Basilashvili, 126, ma ex 16, che ha castigato Musetti.
COLPO BELLUCCI
Intanto le teste di serie continuano a cadere anche nel secondo turno e riguardano ancora anche gli italiani. La finalista di 12 mesi fa, Jasmine Paolini (n. 4), troppo remissiva e fallosa (40 gratuiti), cede 4-6 6-4 6-4 alla russa Rakhimova (80 del mondo), così scenderà in classifica all’8. Si esalta invece il mancino di qualità Mattia Bellucci, 24enne di Busto Arsizio (73 del mondo) che sorprende per 7-6 6-1 7-5 il numero 23 del torneo, Jiri Lehecka, 25 ATP e finalista al Queen’s.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 3 luglio 2025)