Se non avesse fatto la tennista professionista molto probabilmente avrebbe fatto di tutto per diventare magistrato. Stiamo parlando di Elisabetta Cocciaretto che quest’oggi sul campo numero 16 di Wimbledon ha sconfitto l’americana Katie Volynets ed accede al terzo turno dello Slam più prestigioso per la seconda volta in carriera cosi come era avvenuto nel 2023 grazie anche al supporto di una campionessa come Sofia Goggia che in questi giorni l’ha sentita più volte al telefono.
Ma Elisabetta Cocciaretto, 24enne di Fermo, è prima di tutto una testa pensate una ragazza che seguiamo sin da quando a soli 10 anni si imponeva sui Campi del Lemon Bowl e che sta dimostrando come anche per una tennista professionista che ha scelto nella vita di cimentarsi in questo difficile sport individuale, ci sia la possibilità di andare oltre la ‘bolla’ costruita intorno a loro e avere una visione a 360 gradi della vita.
Perché Elisabetta, come ha confermato ai giornalisti italiani presenti in sala interviste dopo il match odierno, viene da una famiglia per bene con genitori e con il coach Fausto Scolari che ogni giorno le fanno capire quali sono i veri valori da seguire per evitare di cadere nella depressione post sconfitta. La ragazza marchigiana che apprezza le cose semplici nella vita come uscire con le amiche di sempre e che segue gli esempi dei genitori, dei nonni e della zia che da sempre lavorano con fatica tutti i giorni senza mai cadere nello sconforto ha scelto di continuare a trovare il tempo per vivere una vita ‘normale’ anche fuori dal campo da tennis.
Un tema sempre più attuale quello della solitudine di questi campioni risollevato in queste ultime ore dalle dichiarazioni del campione tedesco Zverez che dopo la sconfitta al primo turno proprio qui a Londra si è sfogato con i rappresentanti della stampa: “Faccio fatica mentalmente. Lo dico da dopo l’Australian Open. Sto cercando soluzioni, sto cercando di uscire da questo buco, ma ogni volta mi ritrovo lì dentro. In generale, mi sento molto solo anche fuori dal campo. Ed è una sensazione davvero pesante“.
Una sorta di grido d’allarme: “Non è solo una questione di tennis, è qualcosa che sento nella vita in generale. Non mi era mai successo prima. Faccio fatica a trovare gioia fuori dal campo. Non è una scusa. Arthur oggi meritava di vincere. Ma è qualcosa che sento da mesi. Una solitudine profonda. E al momento non ho le risposte“.
Un grido di allarme che non si può pensare di superare solamente con aiuti esterni ovvero con gli oramai famosi ‘mental coach’ che quasi tutti i top hanno nello staff. Nello sport professionistico sempre più estremizzato in ogni piccola sfaccettatura ben vengano delle belle menti pensanti come la nostra Elisabetta Cocciaretto che nonostante le tante sconfitte di inizio anno che l’hanno portata fuori dalle prime centro giocatrici della classifica WTA, riesce a trovare la giusta serenità sul campo per sorridere e fuori dal rettangolo verde per continuare a studiare non solo per la gioia del papà che è molto più felice quando prende un 30 e lode ad un esame della facoltà di giurisprudenza che quando batte la numero tre del mondo, la Pegula come avvenuto al primo turno di questa edizione di Wimbledon.
Il percorso universitario non si ferma
“Ho dato 16 esami e mezzo, perché mi manca parte di diritto penale che non riesco a fare dallo scorso anno ed altri 10 e mezzo per laurearmi. Lo studio però – ha ripetuto Elisabetta – non mi pesa. Ho sempre studiato sin da piccola ed ho sempre avuto una certa facilità nel farlo. Se non avessi fatto la tennista avrei voluto fare o il magistrato o il notaio ma so che il per farlo avrei dovuto impegnarmi moltissimo. Certo sono ancora giovane, ho solo 24 anni, quindi al momento non sto pensando a cosa farò dopo il tennis, ma sicuramente voglio lasciarmi aperte più strade possibili”.
Brava ‘Coccia’ continua cosi, continua a stupirci sul campo da tennis, tra due giorni sfiderà la svizzera Bencic per un posto negli ottavi ma continua sempre a guardare avanti con la stessa determinazione.
Da Wimbledon, Daniele Flavi