“C’è l’ala Longoni, dallo scatto bruciante, che lascia surplace i pur coriacei difensori dalle bianche casacche”. La voce inconfondibile di Nicolò Carosio si diffonde per le strade deserte di Lecco. I bar sono presi d’assalto affinché tutti quel pomeriggio possano vedere in televisione la partita della Nazionale contro l’Austria. Non importa che si tratti semplicemente di una sfida di Coppa Internazionale, quel pomeriggio del 9 dicembre 1956 Lecco celebra uno dei suoi figli più famosi, Angelo Longoni.
Nato in riva al Lario il 17 gennaio 1933, Angelo cresce calcisticamente proprio con la maglia del Lecco dove alla fine degli Anni Quaranta si mette in luce tanto da finire nel mirino del Milan. A soli diciassette anni, Longoni viene acquistato dai rossoneri che tuttavia non investono particolarmente su di lui. In quattro anni l’attaccante accumula soltanto quindici presenze e due reti in Serie A.
A quel punto per lui arriva il passaggio all’Atalanta, più vicina a casa, ma soprattutto decisa a inserirlo al centro del progetto. Sotto la guida di Luigi Bonizzoni, Angelo diventa un punto fisso della Dea tanto da ricevere nel dicembre 1956 la chiamata del commissario tecnico Alfredo Foni.
Per Lecco è una notizia sensazionale, nessun giocatore proveniente dalla città del Manzoni ha mai vestito la maglia azzurra, motivo per cui quel pomeriggio bar, circoli, sedi di associazioni vengono riempiti da tifosi accaniti e semplici curiosi che accalcano anche la sala televisione dell’oratorio di Lecco dove è presente anche Luigi Longoni, fratello minore di Ciccio.

La Nazionale si sta ricostruendo dopo il fallimento del Mondiale 1954 con l’ingresso di tanti oriundi, tuttavia quel pomeriggio a Genova gli occhi sono tutti puntati su Giampiero Boniperti, vera star della Juventus e degli azzurri. Contro l’Austria, per la gioia dei lecchesi, si accende la rapidità di Longoni che, grazie ai suoi scatti brucianti, lascia sul posto i difensori viennesi. L’effetto si vede a cavallo fra il primo e il secondo tempo quando Longoni realizza due gol permettendo all’Italia di affrontare la gara senza problemi. L’Austria prova ad accorciare con Alfred Körner, ma gli azzurri si difendono in maniera ordinata e portano a casa i due punti.
A Lecco è grande festa per Longoni con gli abitanti che sono pronti a vederlo nuovamente in campo con la casacca della Nazionale, tuttavia per Angelo inspiegabilmente non c’è più spazio. Longoni continua a segnare con l’Atalanta, ma il commissario tecnico non lo chiama, chiudendo l’esperienza a Bergamo con 197 presenze e 38 gol prima di passare nel 1961 alla Lazio dove gioca ancora due stagioni con trentaquattro presenze e dieci gol.
A quel punto per Angelo gli anni migliori sono passati, decide di lasciare la Serie A e trasferirsi in Serie C alla Vis Sauro Pesaro prima di rivivere un’ultima stagione al Lecco in Serie B chiudendo la propria carriera nel 1965 con il rimpianto di aver vissuto soltanto “un giro di valzer” in azzurro.