Dal nostro inviato a Parigi
Due fantasmi si aggirano nell’Olimpiade di Parigi, sono nordcoreani e hanno spaventato i giornalisti che si improvvisano esperti di sport cosiddetti “minori” ogni quattro anni e tirano fuori storie assurde.
Nel caso in questione, lo sport incriminato è il ping pong (nome che alcuni “intellettuali” rifiutano di usare perché considerato poco degno di essere associato allo sport, ignorando che in lingua cinese il termine “tennistavolo” non esiste, e se non lo chiamano così i cinesi…) e gli atleti sotto accusa sono i vincitori dell’argento nel doppio misto: lui è Ri Jong-sik, 24 anni, lei Kim Kum-yong, 22 anni.
Sono stati indicati come il “mistero” dell’Olimpiade perché sconosciuti, Ri n.322 della classifica mondiale, Kim n.509. E allora, come hanno fatto a eliminare al primo turno la testa di serie n.2, i giapponesi Harimoto-Hayata, e poi a battere tutti gli altri doppi in teoria nettamente più forti di loro. E via con le interpretazioni più varie all’insegna del “non si sono mai visti in una competizione internazionale se non quella della qualificazione all’Olimpiade”.
E allora, proviamo a svelare questo cosiddetto mistero. I due giocatori nordcoreani non sono affatto sconosciuti, ma ben noti a chi segue il tennistavolo (così non si può dire che discriminiamo gli “intellettuali”). E’ vero che per tre anni non hanno giocato gare internazionali, ma solo perché la Corea del Nord ha deciso di non partecipare ad alcuna manifestazione a causa dell’epidemia di covid. Quindi, nessun atleta nordcoreano, di qualsiasi sport, è andato in giro per il mondo. Tant’è che la Corea del Nord non ha partecipato all’Olimpiade di Tokyo nel 2021 e per questo motivo è stata esclusa dal Cio dalla successiva Olimpiade invernale di Pechino 2022.
Dal 2023, poi, il Governo nordcoreano ha deciso di far uscire nuovamente gli atleti oltre i confini. Ma Ri Jong-sik e Kim Kum-yong erano conosciuti già prima di questo autoembargo. Ri ha partecipato dal 2015 a moltissime gare internazionali giovanili e poi assolute, inclusi i Campionati Asiatici del 2019, arrivando al terzo turno del singolo e del doppio misto. Dopo lo stop di tre anni ha giocato, a ottobre 2023, quindi appena 9 mesi fa, i Giochi Asiatici (previsti nel 2022 e spostati di un anno per il covid) ad Hangzhou in Cina, con questi risultati: sedicesimi di finale in singolo, ottavi in doppio con Ham Yu-song, ottavi in doppio misto con Pyon Song-gyong, non con Kim Kum-yong, ottavi a squadre. La sua classifica non è migliorata molto perché valgono solo i risultati del singolo (e in misura minore del singolo nella competizione a squadre) e, per le complesse regole della Federazione internazionale, ci vogliono più gare per spostamenti di rilievo. Nel 2024, poi, Ri ha giocato il torneo di qualificazione olimpica con la nuova compagna di doppio misto, Kim Kum-yong.
E passiamo a Kim Kum-yong. Dal 2018 partecipa a gare internazionali giovanili e assolute, nel 2019 ai Campionati asiatici giovanili. Dopo lo stop di tre anni per il covid, eccola ai Giochi Asiatici di Hangzhou, con questi risultati: sedicesimi di finale nel singolo, ottavi nel doppio con Pyon Song-gyong, ottavi nel doppio misto con Ham Yu-song, quarti di finale a squadre.
E questi due nordcoreani sarebbero “sconosciuti”? Qualche dubbio sul fatto che fossero abbastanza forti da superare avversari da primi posti in classifica? Oltre a considerare la reale forza dei due nordcoreani, bisogna pensare che sono in forte crescita dopo lo stop di tre anni e che dai Giochi Asiatici del 2023 sono migliorati moltissimo. Inoltre, la gomma usata dalla Kim Kum-yong su una faccia della racchetta, puntini lunghi (ammessi dal regolamento, nessun imbroglio) che provocano effetti strani e complessi che prendono di sorpresa gli avversari, è decisiva in alcuni scambi, soprattutto perché gli altri giocatori non sono abituati a contrastarla. La somma di tutti questi elementi dà come risultato il rovesciamento di graduatorie già definite.
Eppure, un rapido sguardo alla storia di Olimpiadi e Mondiali avrebbe dovuto far nascere qualche sospetto, perché la Corea del Nord nel tennistavolo ha sempre ottenuto risultati di rilievo, come il bronzo nel singolo femminile ai Giochi di Rio 2016 con Kim Song-i (e Ri Myong-sun negli ottavi e la squadra nei quarti), prima della rinuncia a quelli di Tokyo. Il risultato migliore è l’argento della Kim Hyang-mi nel singolo ad Atene 2004. E ai Mondiali il medagliere nordcoreano totale è di 3,5 ori, 8 argenti e 12 bronzi.
Quanto allo “stupefacente” selfie sul podio del doppio misti fra i nordcoreani e i sudcoreani, questi ultimi medaglia di bronzo, i rapporti fra i giocatori dei due Paesi sono sempre stati cordiali, a dispetto delle tensioni fra i Governi (ricordiamo che, almeno ufficialmente, Nord e Sud Corea sono tuttora in guerra, sospesa per l’Armistizio di Panmunjeom del 1953, cui non è mai seguito però un Trattato di pace) e che è successo più volte che sia stata fornata una squadra unica fra le due Coree. E’ accaduto nei Mondiali di tennistavolo del 1991 in Giappone, con la clamorosa vittoria della Corea unita contro la Cina nella gara a squadre femminile; di nuovo ai Mondiali a squadre del 2018 in Svezia, medaglie di bronzo; all’Olimpiade invernale del 2018 a Pyeongchang, in Sud Corea, gli atleti delle due Coree sfilarono insieme nella Cerimonia inaugurale e nell’hockey su ghiaccio femminile gareggiarono come un’unica squadra; e ancora squadra unita ai Giochi Asiatici del 2018 e ai Giochi Asiatici Paralimpici del 2018, ai Mondiali giovanili di calcio in Portogallo nel 1991 e ai Mondiali di pallamano maschili del 2019 in Danimarca e Germania.
Avviso ai naviganti-giornalisti: basta informarsi un po’ per evitare di raccontare storie fasulle.
Dal nostro inviato a Parigi
Gennaro Bozza