Sinner, Sinner, Sinner, fortissimamente Sinner. Il tam-tam che annuncia il primo italiano numero 1 del mondo a Roma per il torneo al via mercoledì si fa sempre più impetuoso ed assordante, dagli spot tv al web, segnando il doppio conto alla rovescia della sospirata ripartenza del Profeta dai capelli rossi. Tic-tac, tic-tac: ieri è finita la squalifica di 3 mesi dalle gare concordata con la WADA per responsabilità oggettiva e il campione di tutti, con la faccia d’angelo e i modi che sogniamo per i nostri figli, è sbarcato a Ciampino – alle 14.09, su un Hawker Beechcraft 400XP della compagnia polacca Smart Jet, con volo privato da Nizza partito alle 13.11, precisano i biografi – , dopo gli ultimi allenamenti con Holger Rune a Montecarlo, dove risiede. E dove ha dato l’ennesima dimostrazione di umiltà tirando lo “straccio” sul campo come un qualsiasi tennista, come ci ha raccontato Youtube. All’aeroporto capitolino il 23enne altoatesino è apparso disteso e sorridente, fors’anche divertito dall’accoglienza da superstar con due auto del torneo e la Polizia schierata, più altre divise militari, in diretta sulla tv della FITP, supertennis.tv, scortato dal suo team e da un bodyguard che lo francobollerà senza pausa.
JANNIK DAY
A romana piovigginava e Jannik ha raggiunto direttamente l’hotel, magari per uno dei suoi famosi sonnellini preparatori allo Jannik Day di oggi. Quando il suo popolo adorante, esperto di tennis e non, rinforzato da curiosi e nuovi adepti, lo potrà ammirare per la prima volta sulla terra rossa del torneo che ha annesso anche lo stadio dei Marmi. Non al sorteggio del tabellone principale degli 82esimi Internazionali BNL d’Italia che avverrà a Fontana di Trevi (alle 11 le donne, alla presenza della finalista di Madrid, Coco Gauff, e di baby Tyra Grant che ha appena scelto di giocare per l’Italia, alle 12 gli uomini, con testimoni Taylor Fritz e il 17enne azzurro Federico Cinà, wild card), ma sul Centrale e per ben due volte. Alle 18, in borghese, alla festa delle nazioni azzurre campioni di di coppa Davis e Billie Jean King Cup, con compagni di squadra e capitani, e alle 19 nell’allenamento con il coetaneo Jiri Lehecka. Sarà una visione talmente agognata, importante e quindi affollata che è stato necessario garantirsi il biglietto ground su link dedicato: https://ticketing.
QUALIFICAZIONI
Oggi e domani si disputano le qualificazioni con in palio 12 posti nel tabellone principale per gli uomini e 12 per le donne: in campo 5 italiani (Zeppieri, Vasamì, Basile, Arnaboldi e Piraino (che ha vinto le pre-qualificazioni) e 5 italiane (Pigato, Raggi, Abbagnato, Di Sarra, Fossa Huergo) che sognano di raggiungere i 23 azzurri già nel draw per diritto di classifica o con wild card: Sinner, Musetti, Berrettini, Cobolli, Sonego, Arnaldi, Darderi, Bellucci, Nardi, Fognini, Passaro, Gigante e Cinà e le ragazze Paolini, Bronzetti, Cocciaretto, Errani, Stefanini, Brancaccio, Pedone, Grant, Urgesi e Zucchini.
“Al Top in un paio di partite” Parola di Paolo Bertolucci
Paolo Bertolucci, che problemi avrà Sinner al rientro?
“Potrebbe essere un insieme di fattori, nessuno però così importante e impossibile da risolvere. Mentale, per forza, ci sono i tre mesi lontano delle gare e nessun giocatore di livello così alto è stato fuori così tanto se non per infortunio. Allora, ci si allena a scartamento ridotto e magari si ha paura, alla ripresa, di sentire lo stesso dolore e quindi di doversi fermare ancora. Jannik questo problema non ce l’ha e può ripartire a mille all’ora”.
La partita, si sa, è diversa dall’allenamento.
“E’ quello che hanno sempre patito tutti i giocatori al rientro: ritrovare la distanza con la palla, il rapporto col pubblico, il “15-0”, la palla break, eccetera. Ma secondo me è talmente più forte degli altri che potrebbe risolverlo in un paio di partite”.
C’è il punto di domanda anche sul fisico.
“Ha lavorato molto, ha messo dentro tanta benzina, sicuramente questa parte finale ha fatto molto scarico, all’inizio potrebbe risentire, ma sono certo che prestissimo troverà la scioltezza necessaria”.
Le aspettative non saranno un pericolo?
“Saranno tante, però è riuscito a mantenere questo gap importante con gli avversari che si sono fatti del male da soli, senza riuscire a vincere quanto era nelle loro possibilità. E questo dà una certa tranquillità. L’unico vero, serio, competitor è Alcaraz, che però è ancora alle prese più con se stesso che con il tennis in generale e deve decidere che cosa vuole fare da grande: gli piace giocare e divertire quasi più che vincere. Le sue qualità gli permettono e gli hanno già permesso di esprimere un tennis a livello spaziale, ma con questa mentalità restano nel singolo torneo, non nell’arco dell’anno. Su cui si fonda la classifica ATP”.
Il pubblico può essere controproducente.
“Lo stadio è quello lì, non diventano 120mila persone, non entrano in campo. In ogni caso, questa pressione è più tra il pubblico che per un campione che è abituato al tifo. Incide piuttosto su Berrettini, su Musetti, ottimi giocatori che non sono fenomeni come Jannik. Allora magari parti 3-0 e il pubblico ti fa volare, poi ti fermi, sbagli due palle, vai sotto e senti: “Movite, svegliati”, le cose romane… Allora Cobolli e compagnia possono accusare. Ma Sinner è di un’altra dimensione, non lo sposta di una virgola”.
La reazione dei colleghi può dargli ancora problemi?
“La cosa peggiore per chi è innocente e deve pagare per colpe non sue, è proprio avere colleghi ostili. Però, ti serve come in tutti i casi nella vita: fai una bella cernita dei sorrisi veri e e di quelli finti… Jannik ha sempre dichiarato: “Volevo andare avanti perché sono innocente”. Quindi entra a testa alta, sicuro, da numero 1 del mondo, e lì c’è tutta la differenza. E’ normale che agli avversari facessero comodo altri due mesi di squalifica per evitarlo per i prossimi due Slam. Invece così sanno che per vincere un torneo devono battere Sinner. E questo cambia tutto”.
La terra però non è la sua terra promessa.
“E’ la superficie che ha frequentato meno, però la conosce. Per caratteristiche tecniche, la sua prima scelta è l’indoor, quindi il cemento, forse con l’erba, e poi c’è la terra. Non ci giocherebbe la partita della vita, come Nadal sull’erba ma ha vinto due volte Wimbledon”.
Ma i primi due turni sono pericolosi?
“Per tornare ad esprimersi al meglio dopo che stai fermo tre mesi, servirebbero 5/6 partite. Però, con Nadal e company, abbiamo visto che i fenomeni sono subito pronti e rifiniscono la forma torneo facendo”.
Giochiamo, al primo turno a Roma chi gli diamo?
“Uno da “dietro” discreto, non un Perricard, o un Opelka, che hanno quel super servizio: con loro non si scambia e non gli fanno trovare il ritmo. Diamogli Bergs, Echeverry, Borges o Carballes Baena”.
E al secondo turno chi gli converrebbe e chi no?
“Direi Jordan Thompson, eviterei Safiullin. Il secondo turno almeno per me è il più pericoloso: quando riprendevo dopo la pausa invernale, forse per la grande voglia di ricominciare, mi sentivo benissimo. Ma subito dopo venivano fuori i problemi che temevo nel primo match”.
Chi deve temere Sinner?
“Io invece mi chiedo: come può perdere ormai con Tsitsipas, Ruud, Fritz o Medvedev? L’unico è Alcaraz se gioca da Alcaraz. Ma se guardi anche gli altri… Zverev ha peso, sostanze e personalità per giocarsela, ma agli Australian Open era convinto per la prima volta: ”Vinco uno Slam”. Invece è andato ko e ancora non s’è ripreso. Chi è salito molto è Draper, ha peso di palla ed è in fiducia. E poi c’è Musetti che è entrato nella dimensione del giocatore”.
Vincenzo Martucci (Tratto dal messaggero del 5/5/25)