A Pechino, il doppio olimpionico Sara Errani-Jasmine Paolini supera Hsieh-Ostapenko 6-4 6-0 e si qualifica alla finale di oggi alle 10.30 (diretta Supertennistv). All’esordio nel 1000 di Shanghai, i gemelli “de noantri” avanzano decisi: il 23enne Lorenzo Musetti, in corsa per le ATP Finals del 9-16 novembre a Torino, domina per 6-4 6-0 l’argentino Camesana, evidenziando nuovi progressi sul duro e il 24enne Jannik Sinner, già qualificato e campione uscente del Super8, supera per 6-3 6-3 Altmaier, dribblando le condizioni particolarmente umide (“ho avuto poco tempo per adattarmi”) nel delicato incrocio tecnico e psicologico col tedesco che due anni fa al Roland Garros gli inflisse una delle più cocenti sconfitte. Intanto, in parallelo, l’altro 23enne Luciano Darderi supera il cinese Bu per 6-4 6-4, alleviando la delusione del ko del 24enne Matteo Arnaldi con Davidovich Fokina (6-4 6-4), e si qualifica al derby di terzo turno contro Musetti (precedenti 1-0 per Lorenzo, ma solo in 5 set l’anno scorso sull’erba di Wimbledon). Mentre Sinner troverà già oggi Griekspoor (6-0, un solo set concesso).
FEDERER & ZVEREV
I dati tecnici smentiscono la sensazione che i campi in terra rossa siano sempre più veloci, avvicinandosi a quelli in cemento che invece sembrano rallentati, come l’erba. ATP e WTA, che gestiscono il circuito pro, per migliorare lo spettacolo, incrementano gli scambi lunghi a discapito del servizio-volée, diminuendo sempre più gli specialisti ed omologando coi campi anche i giocatori? La tesi del complotto contro gli attaccanti puri è sposata dall’ex super battitore Goran Ivanisevic e anche dal Magnifico, Roger Federer: “Nei miei primi anni, c’era più distinzione tra attaccanti e difensori. Ora tutti giocano in maniera piuttosto simile. Cambiando la velocità di campi e palle, i direttori dei tornei hanno reso ogni settimana praticamente identica e il più debole deve tirare colpi straordinari per battere Sinner o Alcaraz. Mentre sulla superficie più rapida, il match si decide su pochi punti e le sorprese sono più probabili. La rivalità fra Jannik e Carlos funziona benissimo e non hanno interesse a metterli in difficoltà”. Con in scia l’ex grande promessa Sascha Zverev: “Detesto l’uniformità delle superfici. I tornei stanno andando in quella direzione perché Sinner e Alcaraz vadano sempre bene”.
IRONIA SINNER
Jannik ha risposto ironico al tedesco ancora a caccia del primo urrà Slam: “Io e Carlos non facciamo i campi. Non è una nostra decisione. Cerchiamo di adattarci a ogni situazione. Ogni settimana è un po’ diversa. Ho giocato del grande tennis anche su campi più veloci. Cerco solo di giocare il miglior tennis possibile“.
La sua saggezza semplice e lapalissiana fotografa la situazione: gli enormi miglioramenti degli atleti, dal fisico alla tecnica, hanno limato i progressi ai famosi “dettagli” di cui parla sempre. Se servi e rispondi al meglio, se sei veloce e resistente, se esegui e sai fronteggiare tutti i colpi, la differenza la fanno la tenuta mentale e le due-tre variazioni tattiche che a Carlitos vengono naturali e a Jannik no. Così, contro Almaier, il Profeta dai capelli rossi s’è concentrato sul break iniziale in entrambe i set: “Mi ha dato la fiducia per servire e chiudere il match”. Forte dell’88% di punti vinti sulla prima. Da legittimo Djokovic 2.0.
Vincenzo Martucci (tratto dal messaggero del 5 ottobre 2025)
