Capisco che per molti sia difficile farlo, un po’ come Fonzie incapace di pronunciare la parola “scusa”, ma forse dovremmo cantare tutti: “Meno male che l’Inter c’è”. Per chi volesse un’indicazione, sulle note dell’inno di Forza Italia, quando Berlusconi faceva il modesto (“Meno male che Silvio c’è”).
No perché la sopravvivenza dell’unica squadra italiana rimasta nella Champions League, il Panda Inter, è interesse di tutti, serve a salvaguardare la specie. E chissà se in una grande e insperata botta di fortuna, unita anche alle sorti di Roma, Lazio e Fiorentina nelle altre Coppe, non ci scappasse ancora, pure in quest’anno così disgraziato, la quinta squadra italiana in Champions League. Certo ci vorrebbe un miracolo e almeno il trionfo in un trofeo che adesso è difficile immaginare.
Comunque la demolizione dei pregiudizi e dei preconcetti è stata la conseguenza più diretta dei gol di Thuram e Lautaro (e un rigore sbagliato da Zielinski…) più ancora del risultato che spiana la strada per il passaggio dell’Inter ai quarti di finale di Champions League. La vittoria di Rotterdam (Feyenoord-Inter 0-2) non eccezionale ma comunque molto sostanziale ribadisce una certa differenza tra l’Inter e le sue consorelle italiane finite male in Champions League. L’Inter ha maltrattato il Feyenoord che a sua volta aveva eliminato il Milan, mentre ancor peggio è andata a PSV e Club Brugge che avevano eliminato Juventus e Atalanta. L’Inter, per fortuna, va in direzione contraria.
Capisco che sia un po’ come il gioco delle tre carte e che la proprietà transitiva non si possa applicare al calcio così come lo si può fare nella scienza applicata alle attività umane, ma comunque almeno un certo scetticismo, lo 0-2 di Rotterdam, lo spazza via. E pazienza se l’Inter non appaia la corazzata dello scorso anno – intanto in Champions League ha anche il pregio di non prendere gol – comunque sta lì a giocarsela su tutti i tavoli mentre le altre italiane hanno fatto una brutta fine.
Vedremo poi se riportando le carte sul tavolo del campionato italiano all’ Inter continueranno a entrare assi e re. Intanto il 2-0 in Olanda arriva con un’ Inter notevolmente condizionata dagli infortuni e soprattutto senza Çalhanoğlu e Dimarco che sono due pilastri di centrocampo e difesa. Chiamato al dovere l’attacco ha esaudito il compito mandando in gol i suoi dioscuri, Thuram e Lautaro. Non sarà il massimo l’Inter ma è ancora una squadra robusta e organizzata.
Inzaghi non sembra preoccuparsi più di tanto di critiche e punzecchiature – il pareggio di Napoli è stato accolto quasi come una sconfitta… – e prosegue nella perseveranza del suo calcio maniacale e ossessivo al dettaglio. Ma fa benissimo così. Giammai seguisse i critici, mal glie ne incoglierebbe…
Champions League, cantiamo tutti: meno male che l’Inter c’è
La sopravvivenza dell'unica squadra italiana rimasta nella Champions League, il Panda Inter, è interesse di tutti, serve a salvaguardare la specie