Scorrendo la lista dei partecipanti alla terza edizione delle Olimpiadi andata in scena a Saint Louis nel 1904, non compare nessun italiano. La spiegazione è semplice: i costi sono ingenti, il progetto del barone Pierre De Coubertin sta affondando dopo l’esperienza negativa di Parigi 1900 e il Comitato nazionale olimpico (CNO) non ha i fondi necessari per varcare l’Atlantico.
In quella lista compare però un nome sospetto, un certo Frank Bizzoni, nazionalità americana, residente a New York City. Tutto normale, considerato che i Giochi si disputano negli Stati Uniti se non fosse che quel cognome tradisce delle origini ben più chiare. Nel 1904 non è infatti un cittadino statunitense, ma piuttosto un italiano trasferitosi sul territorio a stelle e strisce come molti all’epoca, alla ricerca di fortuna.
Francesco Filippo Bizzoni nasce a Lodi il 7 maggio 1885, ma della sua vita negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza si sa poco o nulla. La vera svolta arriva a ventitré anni quando nel 1898 decide di emigrare in Inghilterra a Bournemouth per lavorare come cameriere. All’epoca l’Italia è un paese povero, l’agricoltura non offre grandi possibilità di crescita e soprattutto costringe i contadini a vivere spesso di stenti in una fase storica tanto che il prezzo del grano sale alle stelle e scatena una serie di rivolte legate al costo del pane.
Mentre Bizzoni decide di attraversare la Manica e lasciare il paese, in Italia il governo guidato da Antonio di Rudinì proclama lo stato d’assedio nella città meneghina e il generale Fiorenzo Bava Beccaris spara sulla folla uccidendo 83 persone, ferendone almeno 450 e arrestandone 2000. Il Bel Paese è una polveriera, ma Bizzoni ha deciso di crearsi una nuova vita con il sogno di arricchirsi come alcuni connazionali.
Dopo cinque anni però Francesco decide di valicare l’oceano e trasferirsi a New York ponendo le basi in quella che sarà la sua nuova nazione. Parla un inglese “passabile” tanto da trovare lavoro come autista e cameriere del New York Club, ma nel tempo libero mantiene viva la passione per il ciclismo su pista. Quella specialità lo conduce nel 1904 a Saint Louis dove si iscrive alle Olimpiadi disputando il quarto di miglio, una competizione che prevede un torneo da disputare 402,33 metri.
Il palcoscenico è il Francis Field della Washington University costruito proprio in occasione dell’Esposizione Universale in cui vengono inserite le Olimpiadi e Bizzoni si mette in luce superando le batterie. In semifinale deve però arrendersi ai padroni di casa Marcus Hurley e Teddy Billington che passano il turno e impediscono a Bizzoni di giocarsi una medaglia.
Poco importa se Hurley vincerà l’oro davanti al connazionale Burton Downing e a Billington, Bizzoni è entrato nella storia e lo ha fatto da italiano. La cittadinanza americana arriva infatti soltanto nel 1917 dopo che il lombardo ha combattuto la Prima Guerra Mondiale con lo United States Army. Proprio negli States vivrà gli ultimi anni felici prima di spegnersi nel Bronx il 25 dicembre 1926 all’età di 51 anni.
La sua partecipazione alle Olimpiadi rimarrà però nella memoria degli appassionati di ciclismo presenti nella Grande Mela tanto che un’associazione locale istituirà il “Memorial Francesco Bizzoni”, prova dedicata ai dilettanti. Bizzoni verrà considerato per oltre ottant’anni un americano lasciando l’Italia orfana di un partecipante alle Olimpiadi di Saint Louis 1904, tuttavia nel 2008 si farà chiarezza restituendo al Bel Paese il suo eroe e a Francesco quelle origini che non aveva probabilmente mai dimenticato.