Alle Olimpiadi ci sono alcuni sport che possono essere considerati il terreno di caccia di una nazione, come atletica e nuoto in cui gli Stati Uniti hanno il maggior numero di medaglie, ma senza che questa superiorità si trasformasse in dominio assoluto. Nel tennistavolo, invece, se non c’è una vera e propria “esclusiva” del podio, poco ci manca, con la Cina che ha monopolizzato quasi tutte le gare sin dall’apparizione di questo sport ai Giochi, nel 1988, a Seul. Da allora sono state distribuite 37 medaglie d’oro e di queste soltanto 5 sono state conquistate da nazioni non cinesi: 3 dalla Corea del Sud (2 nel singolo maschile, una nel doppio femminile), una dalla Svezia (nel singolo maschile) e una dal Giappone (nel doppio misto). Ci sono gare come il singolo femminile, il doppio maschile, squadre maschili e squadre femminili in cui l’oro è andato solamente alla Cina. Fino al 2016 le gare erano 4: singoli e doppi fino al 2004, singoli e squadre dal 2008 in poi. Nel 2020 si aggiunse il doppio misto, con l’ultima grande sorpresa, i giapponesi che batterono in finale i cinesi. A Parigi, la Cina punta di nuovo all’en-plein che aveva già realizzato quando le gare erano 4: nel 1996, 2000, 2008, 2012 e 2016. Considerato che vogliono vendicarsi della sconfitta di Tokyo e che la Cina schiera nel doppio misto i due numeri 1 delle classifiche mondiali individuali, è difficile prevedere un’altra sorpresa.
LA STORIA
Il tennistavolo è entrato a far parte del programma olimpico nel 1988, in coincidenza dei Giochi in Sud Corea, che ha il tennistavolo fra i suoi sport principali. Va messo in evidenza che ben prima avrebbe meritato questo riconoscimento, soprattutto in virtù della sua popolarità nel mondo. Un dato chiarisce meglio di qualsiasi altra cosa questa situazione: il Comitato olimpico internazionale ha 206 nazioni aderenti, la Federazione internazionale tennistavolo ne ha 227, che è anche il maggior numero rispetto a qualsiasi altra Federazione internazionale, di ogni sport.
Un’altra particolarità da mettere in evidenza è la distorta opinione comune che i praticanti di questo sport si offendano se viene chiamato ping pong, ritenendolo “poco professionale”. La migliore dimostrazione di quanto sia sbagliata questa tesi la danno proprio i cinesi. Nella loro lingua la parola “tennistavolo” non esiste. Esiste la parola “zhuozi” per indicare il tavolo normale, da arredamento. Per lo sport si usa il termine “ping pang qiu”, dove “qiu” (pronuncia “ciò”) significa “palla”. E’ come nella nostra lingua chiamiamo gli sport come pallacanestro, pallavolo, pallamano. Quindi, i cinesi, maestri di questo sport, lo chiamano con il tradizionale suono onomatopeico “ping pang”. Vogliamo dare lezioni ai cinesi o dire che sono poco “professionali”?
Da ricordare, gran paradosso, che il tennistavolo non è stato inventato dai cinesi, come qualcuno potrebbe credere, ma dagli inglesi alla fine dell’Ottocento. Furono proprio gli inglesi, all’epoca del colonialismo a introdurre questo gioco in Cina. I primi Mondiali si disputarono a Londra nel 1926. La Cina vinse il suo primo titolo mondiale nel 1959 a Dortmund, con Rong Guotuan nel singolo maschile. Poco alla volta i Mondiali sono stati preda della Cina, che è arrivata a “lasciare” alcune gare, in genere il doppio maschile, a disposizione delle altre nazioni. Nelle Olimpiadi la situazione è stata subito chiara, anche se la prima edizione segna il trionfo della Sud Corea, che porta due suoi atleti nella finale del singolo maschile, oro a Yoo Nam Kyu, argento a Kim Ki Taek, e vince anche il doppio femminile con Hyun Jung Hwa/Yang Young Ja. Dopodiché, ci saranno solo due altri ori non cinesi nel singolo maschile e uno nel doppio misto.
Anche considerando il resto del podio, la Cina è nettamente in testa, con 20 argenti e 8 bronzi (60 medaglie in totale), davanti alla Sud Corea con 3-3-12 (18 totali) e Giappone con 1-3-4. Per arginare questo strapotere, la Federazione internazionale ha tentato più volte di cambiare le regole arrivando addirittura a un’incredibile soluzione ad Atene 2004, scandalosamente approvata dal Cio. Ogni nazione poteva schierare due doppi fino al 2000, così si era verificato che in 3 edizioni su 5 c’erano state finali di doppio, sia maschile che femminile, con due coppie cinesi. Per il 2004 l’Ittf stabilì che i due doppi di una stessa nazione, per regolamento, dovessero stare dalla stessa parte del tabellone, evitando così di avere una finale “monocolore”. Una decisione che andava contro qualsiasi principio sportivo, ma che passò con la sola opposizione dei cinesi e l’autorizzazione, altrettanto scandalosa, del Cio. Ciò non impedì alla Cina di vincere quelle gare, ma regalò due argenti ad altrettanti nazioni.
Altro grande cambiamento, per l’edizione 2008 a Pechino: cancellata la gara di doppio, introdotta quella a squadre, anche in questo caso per evitare una finale tutta cinese. E dopo il 2008, altro cambiamento. Fino a Pechino, ogni nazione poteva schierare 3 atleti nel singolo. Così, in casa propria, i cinesi presero tutti e tre i posti sul podio nei singolari maschile e femminile. L’Ittf decise allora di ridurre i partecipanti a 2 per nazione, cosa che non impedì ai cinesi di avere, dal 2012 in poi, due loro atleti in finale sia fra gli uomini che fra le donne. Ultima decisione dell’Ittf per regalare qualche medaglia alle altre nazioni è stata l’istituzione della gara di doppio misto, da Tokyo 2021. E qui ci fu la grande sorpresa. I cinesi, convinti di vincere facilmente, schierarono giocatore e giocatrice non fra i primissimi della classifica mondiale, col risultato che persero in finale con i giapponesi Ito/Mizutani. Per Parigi, come già detto, meditano la rivincita e hanno messo in gara i due numeri 1 delle classifiche maschile e femminile.
I GRANDI CAMPIONI
E’ anche vero, però, che quando si parla di tennistavolo, un posto d’onore va dato a un “non cinese”. Si tratta di uno svedese, Jan Ove Waldner, che molti ritengono il più grande pongista nella storia di questo sport. Ma anche se ci sono opinioni diverse (in prima fila i cinesi Kong Linghui, Wang Liqin e Ma Long) la grandezza di Waldner non può essere messa in discussione. Sicuramente è stato il campione con più doti innate e fantasia e ha portato la Svezia a memorabili trionfi proprio contro i cinesi: due sue vittorie mondiali nel singolo, quattro a squadre. L’oro olimpico Waldner lo vinse nel 1992 a Barcellona e fu l’unica vittoria svedese in tutti gli sport in quella edizione dei Giochi, cosa che contribuì ancor di più a renderlo leggendario. E fu lui a essere ancora protagonista dello scontro forse più epico di questo sport, la finale olimpica del 2000 a Sydney contro un’altra leggenda del tennistavolo, il cinese Kong Linghui, anche lui in lizza per il titolo di “migliore di sempre” grazie alla sua perfezione tecnica mai raggiunta da nessun altro. Lo stesso andamento dell’incontro fu da grandi emozioni: 2-0 per Kong, poi Waldner che rimonta fino al 2-2, infine nel quinto e decisivo set il capolavoro di Kong Linghui che parte sparato e va avanti fino alla fine. Poi, con la parentesi del sudcoreano Ryu Seung Min nel 2004 che batte in finale il cinese Wang Hao, verranno solo altri cinesi, in particolare Zhang Jike nel 2012 e Ma Long nel 2016 e 2021, unico uomo ad aver vinto due ori olimpici nel singolo.
Fra le donne, è tutta questione cinese, con due nomi su tutte: Deng Yaping, oro nel 1992 e 1996 in singolo e doppio, e Zhang Yining, anche lei doppio oro in singolo e doppio nel 2004 e 2008. Zhang Yining, poi, si confermerà la più forte di tutti i tempi, nettamente al di sopra di qualunque altra giocatrice di qualsiasi nazione.
LE NUOVE SFIDE
A Parigi la Cina si presenta con l’ambizione di prendersi tutti e cinque i titoli e questo obbiettivo appare non solo reale, ma addirittura più facile che nelle precedenti edizioni. A contrapporsi all’annunciato trionfo sono davvero in pochi e comunque con potenzialità nettamente inferiori rispetto ai cinesi. Nella gara a squadre si gioca solo per argento e bronzo, con Giappone e Sud Corea in vantaggio su Francia (gran sorpresa agli ultimi Mondiali a squadre in cui è arrivata in finale), Taipei, Germania e Hong Kong fra gli uomini, stesse nazioni (tranne la Francia) in lotta fra le donne. Nel doppio misto, dopo lo choc di Tokyo nel 2021, la Cina schiera i numeri 1 delle classifiche mondiali, Wang Chuqin (uomini) e Sun Yingsha (donne) che prevedibilmente in finale se la dovrebbero vedere con i giapponesi Harimoto/Hayata. Nel singolo maschile, la finale annunciata è fra Wang Chuqin e l’altro cinese Fan Zhendong, campione mondiale in carica (due titoli vinti nelle ultime due edizioni dei Mondiali individuali). Wang Chuqin, però, ha vinto il Master 2023 proprio contro Fan Zhendong e altre importanti gare e si presenta come il favorito. Per il bronzo, a meno di un clamoroso “suicidio” di uno dei due cinesi, lottano Lin Yun Ju (Taipei), Harimoto (Giappone), Moregard (Svezia), Calderano (Brasile) e il francese Felix Lebrun (in gara c’è anche suo fratello maggiore Alexis), giocatore atipico perché non impugna all’europea, “stretta di mano”, ma a penna, alla cinese, impostato tecnicamente in questo modo proprio da un ex giocatore e tecnico cinese che si trova in Francia. Particolare interessante, ormai l’impugnatura a penna fra i cinesi è usata dalla minoranza dei giocatori. Quasi tutti impugnano all’europea. Infatti, a Parigi, tutti gli uomini (oltre ai due citati, anche Ma Long nella gara a squadre, più la riserva Liang Jinkun) e le donne (Sung Yingsha e Chen Meng nel singolo, Wang Manyu nella gara a squadre, più la riserva Wang Yidi) impugnano all’europea. E’ una grande rivoluzione tecnica che cominciò alla fine degli anni Ottanta e che ha portato alla definitiva affermazione di questo stile. Da ricordare, a proposito di Ma Long, che è alla sua terza Olimpiade e insegue il record assoluto del quinto oro dopo i due nel singolo e i due a squadre, sarebbe il primo a riuscirci fra uomini e donne (solo due donne sono arrivate a 4, Deng Yaping e Zhang Yining).
Fra le donne, anche qui salvo incredibili autoaffondamenti delle cinesi, si dovrebbe ripetere la finale di Tokyo fra Chen Meng (che vinse l’oro) e Sun Yingsha, con quest’ultima favorita, dopo aver vinto il titolo mondiale di singolo nel 2023 e altre importanti gare.
In tutti i casi, sarà grande spettacolo, con scambi effettuati a velocità supersonica, incredibili da vedere per chi non ha mai assistito a una gara di tennistavolo a questi livelli. La meraviglia è assicurata.