Wengen, Kitztbuehel, Lake Louise, Adelboden, Alta Badia. Perché nessuna di queste località non ha mai ospitato un Campionato del Mondo di sci alpino? La domanda andrebbe posta alla FIS che, ogni due anni organizza la rassegna iridata. Stazioni sciistiche che hanno fatto la storia di questo sport, eppure che non hanno mai trovato spazio nell’appuntamento più importante.
Un dubbio che andrebbe avanzato anche pensando alla scelta di Saalbach-Hinterglemm, un centro all’avanguardia per gli sport invernali, ma che senza dubbio non è all’altezza dei nomi precedentemente citati. La cittadina austriaca che sta ospitando l’edizione 2025 dei Mondiali ha dimostrato ancora una volta di non avere piste adatte per tutte le specialità esaltandosi nelle discipline tecniche, ma peccando nelle prove veloci.
Considerando che il Mondiale dovrebbe essere l’obiettivo cardine di un atleta, è impensabile che atleti che preparano l’appuntamento per oltre dodici mesi debbano far i conti con tracciati che favoriscono nettamente sportivi con determinate caratteristiche. Nulla da togliere per chi riesce a mettersi al collo una medaglia, ma troppo spesso i Mondiali di sci hanno favorito carneadi in grado di centrare la giornata giusta e lasciare un buco nel palmarés di chi ha dimostrato di valere un posto nell’Olimpo.

I casi di Stephanie Venier e Breezy Johnson nel supergigante e nella discesa libera femminile sono l’esempio più lampante, atlete senza dubbio di valore, che hanno saputo centrare qualche podio in Coppa del Mondo, ma che hanno dimostrato di non esser così versatili non appena la difficoltà aumenta. La loro capacità di far scorrere gli sci su tracciati semplici, dove è fondamentale azzeccare la giusta sciolinatura e avere una corporatura adatta, le ha favorite a discapito di chi come Federica Brignone, Sofia Goggia o Lara Gut-Behrami fa della completezza un pregio.
Ma non è soltanto la Ulli Maier ad avere questi difetti. Basterebbe tornare indietro nel tempo per citare altri esempi. Uno su tutti la WM Strecke di Are dove nel 2019 trionfò la slovena Ilka Stuhec, fenomenale nel far scorrere gli sci, ma sempre in grande difficoltà quando è necessario muoversi in curva. Sempre ad Are ci si potrebbe spostare sull’Olympia dove nel 2007 l’altoatesino Patrick Staudacher trovò l’unica giornata di gloria di una lunga carriera vincendo il titolo mondiale in supergigante ottenendo un solo podio in Coppa del Mondo.
Tutto ciò per non parlare della Planai di Schladming, pista divenuta celebre per lo slalom speciale dove, grazie a un impianto di illuminazione ad hoc, è possibile ammirare una delle gare più cool del panorama mondiale. Peccato che non sia all’altezza per la velocità tanto che nel 2013 ha saputo esaltare un gigantista come Ted Ligety, in grado di firmare una tripletta con i successi in supergigante, combinata e oro fra le porte larghe, lasciando l’amaro in bocca a chi aveva guidato la specialità durante quella stagione. A rafforzare questa tesi il secondo posto del francese Gauthier de Tessières, atleta dalle caratteristiche simili a Ligety, ma soprattutto in grado di portare a casa un solo podio in Coppa del Mondo.

Rimanendo sull’edizione austriaca, al femminile si gareggiò sulla Streicher che regalò un impensabile oro alla francese Marion Rolland, sino a quel momento autrice soltanto di un secondo e un terzo posto nel Circo Bianco, non riuscendo mai più a ripetersi su un tracciato che costò ginocchio e carriera a Lindsey Vonn.
Chiaramente i Mondiali hanno coinvolto località in grado di offrire un panorama di piste all’altezza su tutti i fronti, da Garmisch-Partenkirchen a Sankt Moritz passando per Bormio e Cortina d’Ampezzo. La vera domanda è: perché località come Wengen o Kitzbuehel non sono mai state prese in considerazione per ospitare un Mondiale benché sappiano regalare da decenni imprese strepitose sia in discesa che in slalom?
Qualcuno potrebbe obiettare perché al femminile quei tracciati sono troppo pericolosi, eppure siamo certi che comprensori di queste dimensioni possano offrire altre piste del relativamente “più semplici” del Lauberhorn o della Streif possano ospitare le gare in rosa offrendo spettacolo e un livello tecnico decisamente più elevato di quello visto sinora. Ai posteri l’ardua sentenza, o forse verrebbe da dire, alla FIS che spesso preferisce privilegiare la Coppa del Mondo alla rassegna iridata.