La montagna va conosciuta, ascoltata e rispettata. Una volta però che ci si è entrati in sintonia, può regalare grandi sorprese e soprattutto scoprire di poter varcare i propri limiti, senza mai infastidirla.
Filip Babicz lo ha imparato da bambino quando, camminando lungo i monti Tatra che costeggiano la celebre località sciistica di Zakopane, ha iniziato ad arrampicare e diventare un fenomeno in questo sport. Eppure l’agonismo in assoluto non gli è mai bastato perché il richiamo della montagna era troppo forte per fermarsi a una parete e per questo a trentatré anni ha deciso di lanciarsi nell’alpinismo e in una serie di avventure in alta quota.
L’ultima di queste è la traversata delle quattro creste del Cervino, un traguardo che soltanto pochi uomini sono riusciti anche soltanto a completare, ma che l’alpinista di origine polacca ha saputo realizzare in sole 7h43’45” cancellando record su record.
Se è vero che la voglia di esplorare lo ha portato a lasciare l’arrampicata sportiva, l’adrenalina e la velocità sono rimaste nel suo essere tanto da consentirgli di riscrivere la storia dell’alpinismo con un’impresa da capogiro, soprattutto se si valuta che per Filip si trattava della prima volta in solitaria. Chiaramente vivere a Courmayeur, ai piedi del Monte Bianco e a una novantina di chilometri dalla vetta ha aiutato, ma soltanto un atleta polivalente come Filip poteva riuscire a completare il tutto in un lasso così breve di tempo.
Partendo dal Rifugio Duca degli Abruzzi all’Oriondé, posto a 2802 metri fra le vette delle Alpi Pennine, Babicz ha prima raggiunto la Cresta di Furggen (4478 metri) percorrendo la Diretta degli Strapiombi in 1h38’ battendo il primato. Da lì la discesa in soli quaranta minuti lungo la Cresta dell’Hörnli seguendo la via normale svizzera fino alla base poco sopra Hörnli Hütte a 3260 metri, la famosa base situata sul lato di Zermatt.
A quel punto è lì che è emersa la qualità richiesta principalmente da un alpinista, essere in sintonia con l’ambiente che lo circonda valutando attentamente i pericoli presenti ed evitando di rischiare un poco di più rispetto a quanto richiesto. Seguendo il difficile percorso che porta alla base della Cresta di Z’mutt, caratterizzato dalle scariche di sassi e pietre, Babicz è giunto ai 4478 metri della vetta in 2h18’, altro tempo record prima di scendere nuovamente per la via normale italiana fino al Colle del Leone a 3579 metri in 37 minuti e raggiungere così il Rifugio Duca degli Abruzzi all’Oriondè.
“L’ispirazione per scalare le quattro creste del Cervino viene dalla sua estetica e forma piramidale. Il punto focale di questo progetto era seguire un tracciato che ne esaltasse la perfezione. Niente scorciatoie, un solo punto di partenza e di arrivo, per tracciare un percorso perfetto. La pura perfezione della forma” ha raccontato Babicz che, come spiegato sui social, ha superato la stessa immaginazione. Dopotutto superare i propri limiti è uno stimolo per andare oltre e per questo motivo Filip è già pronto ad andare oltre.