Si avvera il sogno americano di Sinner! Non ci sono più aggettivi per questo magico ragazzo, un “tennista troppo gentile” secondo l’amico e avversario Jack Draper che, però, con la racchetta in mano è micidiale. L’azzurro trionfa agli US open e si impone sempre più da n. 1 del mondo, continuando a compiere imprese straordinarie e a scrivere nuove pagine di storia del tennis italiano e mondiale. Jannik è il primo tennista italiano dell’Era Open a sollevare due trofei Major (Pietrangeli ci era riuscito nel 1959 e 1960).
Un’altra data che non dimenticheremo mai: l’8 settembre 2024 Jannik stringe al petto la seconda coppa Slam della stagione – dopo quella dell’Australian Open – e della carriera, primo atleta italiano uomo a vincere gli US Open; la prima campionessa azzurra in America è stata Flavia Pennetta, in quella magica finale tutta italiana del 2015.
Con una prestazione pressoché perfetta, Sinner domina il beniamino di casa, l’americano Taylor Fritz con il punteggio di 6-3 6-4 7-5, in un match in cui è riuscito a chiudere nettamente i primi due set e, nel terzo, in svantaggio 3-5, è stato glaciale nel capovolgere lo score.
Il n. 1 del mondo aggiunge così un altro prezioso tassello ad una stagione finora straordinaria in cui è l’unico ad aver vinto sei titoli (Melbourne, Rotterdam, Miami, Halle, Cincinnati e gli Us Open); sale a 55 vittorie stagionali a fronte di sole 5 sconfitte e a 23 match vinti nei Major (due sconfitte: in semifinale al Roland Garros e nei quarti a Wimbledon). Il sigillo di New York è il sedicesimo in carriera. Numeri pazzeschi per Jannik che, da lunedì (14esima settimana da n. 1 ATP), sale a 11.180 punti nel ranking e 9.000 nella Race per Torino e stacca ulteriormente il n. 2 del mondo Sascha Zverev, a quota 7.075 punti ATP; Carlos Alcaraz è in terza posizione con 6.690 punti e Novak Djokovic è quarto, con 5.560. Con queste cifre, l’azzurro è quasi certo di terminare l’anno in vetta alla classifica.
Sinner diventa il primo n. 1 del mondo a vincere gli US Open dopo Rafa Nadal, nel 2017. È il terzo tennista nell’Era Open a vincere i suoi primi due titoli Slam nella stessa stagione dopo Jimmy Connors (1974) e Guillermo Vilas (1977). Solamente altri tre giocatori hanno vinto l’Australian Open e gli US Open lo stesso anno (da quando entrambi si giocano sul duro): Roger Federer e Novak Djokovic per tre volte e Mats Wilander, nel 1988. Ricordiamo inoltre che Jannik Sinner e Aryna Sabalenka – campionessa nel torneo femminile – sono i primi atleti uomo e donna a vincere l’Australian Open e gli US Open nella stessa stagione dal 1988, quando ci riuscirono Steffi Graf e, appunto, Mats Wilander.
Dicevamo, contro Fritz, primo americano in finale nella Grande Mela dopo Roddick (2006) e in uno Slam tout court (Roddick a Wimbledon, nel 2009), Jannik è stato impeccabile nel rimanere quasi sempre in controllo del match. Preciso e devastante di dritto, sottile e puntuale nelle variazioni, potente al servizio. Il tennista di Sesto mette a segno l’88% di punti con la prima palla (68% per Fritz) e il 42% di punti in risposta (32% di Taylor). Soprattutto, l’azzurro fa la differenza con tattica e precisione, commettendo soltanto 21 gratuiti (uno soltanto nel secondo parziale!) a fronte dei 34 dell’americano. Solidissimo negli scambi più brevi e da fondocampo, Sinner fa muovere molto l’avversario, togliendogli campo e potenza, lucidissimo e chirurgico nei momenti salienti della partita. Solamente nel terzo set, Taylor, rischiando e osando di più, riesce a a portarsi in vantaggio 5-3, ma Jannik ancora una volta è imperturbabile e centrato, capace di spezzare ulteriormente il ritmo frenetico dell’avversario. Dopo 2 ore e 17 minuti, al primo matchpoint, il n. 1 del mondo può alzare le braccia al cielo. È sempre più storia. Dopo mesi difficili e sofferti per il caso Clostebol, l’abbraccio con il team è più che mai liberatorio, tenerissimo il bacio con la fidanzata Anna.
“Oltre al campo c’è ben altro. Dedico questo titolo a mia zia, che non sta benissimo, è una persona importantissima per me e non so per quanto tempo rimarrà ancora nella mia vita. Se posso fare un augurio a tutti è quello di essere sempre in salute”. Jannik non si smentisce mai. Il protagonista assoluto del momento fa un passo indietro e ricorda chi sta soffrendo, dedicandole il trofeo. Chapeau. “Mia zia è una persona molto importante per me. Quando ero più giovane trascorrevo molto tempo con lei, quando i miei genitori lavoravano andavo a sciare con lei e mi accompagnava alle gare di sci. La vita reale è un’altra cosa. Noi atleti purtroppo viaggiamo molto e, se avessi più tempo, trascorrerei molto più tempo con lei e le persone care”, ha spiegato più tardi Jannik in conferenza stampa.
La preziosità dell’esempio veicolato dall’altoatesino sta anche nella sua grande umiltà. Attualmente tennista più forte del mondo, con un secondo sigillo Slam in bacheca e unico italiano a riuscirci nell’Era Open, eppure Sinner sottolinea quanto debba ancora migliorare: “Ora festeggerò con il mio team e la mia famiglia prima di rimettermi al lavoro. Il lavoro non si ferma mai, devo ancora tanto migliorare”. Ricordiamo che, nonostante capitan Volandri non l’abbia schierato per il tie di Coppa Davis a Bologna per permettergli di recuperare le tante energie spese nelle ultime settimane, Jannik sarà comunque presente alla Unipol Arena per supportare da bordo campo i compagni di squadra Berrettini, Arnaldi, Cobolli, Vavassori e Bolelli.
Con le vittorie di Sinner a Melbourne e a New York, e quelle di Carlos Alcaraz al Roland Garros e Wimbledon, è la prima volta dal 1993 che le quattro prove del Grande Slam siano state vinte da un giocatore di 23 anni o meno. L’eredità di Federer, Nadal e Djokovic – nonostante Nole e Rafa non abbiano ancora detta l’ultima parola sul campo – non potrebbe essere in mani migliori. Il tennis, grazie a loro, continua a brillare. E, per ora, la stella più luminosa veste il tricolore e si chiama Jannik Sinner.