Carlos Alcaraz sembra un pugile suonato quando esce dall’Inalpi Arena dopo l’esordio alle ATP Finals. La scaltrezza che lo accompagna verso gli spogliatoi è soltanto frutto della voglia di lasciarsi alle spalle una sconfitta incredibile per lui che si è dovuto inchinare per 6-2 7-5 al norvegese Casper Ruud.
La rabbia gli monta dentro, ma c’è poco da fare. Il tabellino parla chiaro, il numero 8 del seeding si è confermato decisamente più leggero mentalmente a dispetto del talento dove Ruud deve qualcosa ad Alcaraz. E tutto ciò lo si può vedere nell’ultimo game del secondo set dove Carlos prova invano a rimanere agganciato al match con le unghie, non sapendo però sfruttare gli errori di Casper.
A quel punto la partita ha già preso la via della Norvegia dove, quasi increduli, i tifosi possono festeggiare un momento storico per il tennis locale. Il momento decisivo non è probabilmente nemmeno da ricercare nel primo set dove Alcaraz praticamente non c’è, ma nel secondo dove lo spagnolo si trova rimontato sul 5-2 a proprio favore.
Il giovane iberico appare infatti spento, distratto, ostinato nel voler cercare la palla corta a tutti i costi quando il colpo non vuole entrare. E proprio come un pugile in difficoltà, Alcaraz cerca azioni sempre più complicate sperando di trovare quella fiducia che improvvisamente manca. Quello che manca è la voglia di scendere in campo e giocare per puro divertimento, senza pensare ai risultati.
“Tutti i giocatori sono stanchi mentalmente, se qualcuno è fresco mente – ha spiegato Alcaraz -. Alcuni giocatori gestiscono questa stanchezza meglio di altri. Io mi sento stanco, stanco mentalmente. Giochiamo un sacco di partite, il programma è molto serrato, è stato un anno molto impegnativo con pochi momenti liberi e pochi periodi in cui mi sono potuto allenare a casa. Penso comunque di essere arrivato alla fine dell’anno meglio dell’anno scorso: devo offrire un livello di tennis migliore anche se sono stanco mentalmente“.
Sarà la pressione che le ATP Finals portano con sé oppure la stanchezza per una stagione infinita? Non lo sappiamo, ciò che speriamo è che Alcaraz possa ritrovare presto la brillantezza che gli ha concesso di vincere a Wimbledon e tirar fuori quella grinta che ha così impressionato Jannik Sinner.