La fiamma lenta sotto a quel calderone che è il calciomercato si è affievolita da qualche giorno, pronta a rinvigorirsi nei climi rigidi della sessione invernale. Come ogni anno, il 31 agosto agisce in modo simile alla risacca sul bagnasciuga o al cancellino sulla lavagna di ardesia: si porta via ogni discorso, ogni trattativa, tronca bruscamente lo spettacolo dei sempre più popolari prestiti ora gratuiti, ora con diritto di riscatto, ora con obbligo. Di soldi in giro, specialmente in Italia, ce ne sono molto pochi, si sa.
Per qualcuno, però, il mese di settembre può ancora avere il sapore di trattative e di occasioni insperate: è il caso degli svincolati. Dal primo settembre in avanti diventano come i prodotti a metà prezzo che pullulano tra i banchi di quei mercatini tanto cari alle famiglie americane in odore di trasloco; avete presente Toy Story 2, no? Libri, fumetti, giocattoli scaraventati in un cesta dove rimestare e cercare se c’è qualcosa di interessante, di prezioso. Le occasioni migliori, ovviamente, spariscono subito (leggi la coppia Hummels-Hermoso che ha trovato casa all’ombra del Colosseo), alcuni anche se scontati rimangono inflazionati (vedi Rabiot), altri invece infondono nel potenziale acquirente l’ancestrale paura che siano ferri vecchi (quasi tutti).
In ogni caso, bisogna fare di necessità virtù: se un DS vuole sistemare le falle della rosa prima di approdare ai lidi di gennaio, qui deve orientare il proprio cannocchiale. Ecco, dunque, che cosa offre la scatola di cartone con la scritta “ON SALE”…
Adrien Rabiot
Che l’ex duca bianconero sia ancora alla ricerca di una sistemazione a questo punto della stagione è incredibile. Il problema è da ricercarsi nella forbice piuttosto ampia che separa le richieste di mamma Veronique e le offerte recapitate all’ex PSG, ritenute troppo basse. Pare che il vento sia cambiato, dunque, e che il calcio del Vecchio continente non abbia più grande necessità di centrocampisti dinamici dal palleggio non proprio sopraffino. Dunque, è stallo alla messicana.
Dell’estenuante immobilismo in casa Rabiot, si è lamentato anche Deschamps, che l’ha più o meno gentilmente sollecitato ad appore un autografo su un contratto prima di costringerlo a tagliarlo dal giro della Nazionale transalpina. Dopo Juventus, Manchester United, Galatasaray, ora l’Al Nassr del suo ex compagno all’ombra della Mole CR7 avrebbe recapitato a Rabiot un’offerta irrinunciabile, per dirla alla Corleone. Au Revoir Europe?
Yusuf Yazıcı
Qualcuno si ricorda il suo show datato 5 novembre 2020 a San Siro? Milan – Lille 0 – 3, fase a gironi dell’Europa League, tripletta di questo arrembante centrocampista turco dall’aspetto piratesco e prima sconfitta dopo otto mesi di imbattibilità per il Milan targato Stefano Pioli. Yusuf Yazıcı è il più giovane della lista: ha 27 anni. Non è un giocatore alla canna del gas, tutt’altro. Dopo essersi messo in luce al Lille come trequartista, sembrava essersi smarrito nella tundra russa dopo un cervellotico trasferimento al CSKA Mosca. Tornato dai Les Dogues, ha messo a referto 42 presenze e 12 gol. Cinque di queste reti sono arrivate in Conference League, osserveranno i più scettici, ma la doppia cifra per un trequartista non è mai scontata.
Ivan Perišić
Sembrava in procinto di cingersi il capo con la Corona Ferrea monzese, poi le cronache di mercato lo davano rapito dalla bellezza dei luoghi manzoniani che solo il Lago di Como può offrire, infine, persino sotto la lanterna di Genova qualcuno avrebbe fatto il suo nome. Nelle ultime ore di mercato Perišić sembrava possedere il dono dell’ubiquità. Da qualche giorno ha rescisso il contratto che lo legava l’Hajduk Spalato, dove era tornato a gennaio vestendo i panni dell’eroe omerico, ed ora è libero di lasciarsi ispirare nella scelta della sua prossima meta. Il motivo? Ha (stranamente) avuto un alterco con Gattuso.
In ogni caso, contrariamente a quanto successo a Rabiot, Perišić è stato convocato dalla Croazia per questa pausa Nazionali. Dalic, il CT, ha detto che non va dimenticato quello che Ivan il Terribile ha fatto per il Paese.
Antonio Candreva
Antonio Candreva dovrebbe restare in Serie A. Farebbe troppo strano guardare un intero campionato senza le sue proverbiali punizioni dalle mille variabili balistiche e i suoi cross in grado di tramutarsi in tiri velenosi, vero Onana? «Il GPS dice che vado come uno di 28 anni, non come uno di quasi 38» ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa. Candreva effettivamente è stato in grado di reinventarsi superata la soglia dei trent’anni, mantenendo una brillantezza atletica sufficiente per la massima serie. Le ultime due stagioni con la Salernitana? 70 presenze e 14 gol. E che gol.
Konstantinos Manolas
Per qualche istante, l’idea di rivedere Manolas con indosso la maglia giallorossa è stata tangibile. Il cuore dei tifosi era palpitante: a Manolas sono legati dolci ricordi, su tutti la capocciata contro il Barcellona in Champions League per realizzare la rimonta per antonomasia della Storia giallorossa. Ma, forse, certe emozioni è meglio lasciarle sul fondo della memoria collettiva e, pescando a strascico nei momenti di noia o di tristezza sportiva, farle rimanere impigliate nella rete.
L’esperienza alla Salernitana è sembrata autunnale. Magari, però, qualcuno vorrà puntare una mezza fiche. Così, senza impegno.
João Pedro
Dopo Cagliari il buio: la carriera di Joao Pedro ha preso una brutta china. L’italo brasiliano è però uno di quei volti del nostro calcio che non si possono odiare, detestare. Per lui sarà sempre affetto incondizionato. Un talento magari non eccelso ma a suo modo unico, un po’ come i discorsi che si sono fatti per Junior Messias. Giocatori che rendevano e rendono accattivante la Serie A anche oltre i soliti nomi arcinoti. Rivederlo in Italia non dispiacerebbe a nessuno, ma forse potrebbe intaccare l’archetipo, la forma plasmata dal Demiurgo platonico che abbiamo di lui.
Miralem Pjanić
Miralem Pjanić e quel passato glorioso in Serie A ormai simile all’Isola del Teschio di King Kong, avvolto dalla nebbia. In piena pandemia è stato parte di quella tragicomica operazione di mercato architettata da quel volpone di Fabio Paratici con i suoi omologhi blaugrana: il bosniaco, valutato 65 milioni di euro, in cambio di Arthur, il cui cartellino ammontava a 80 milioni. Il Pjanic del presente ha una calvizie incipiente e un fisico ancora più minuto e lontano dagli standard del calcio moderno. Il Genoa ci starebbe pensando. Il buon Miralem si troverebbe a dividere il campo con Badelj. Attenti a quei due…
Eric-Maxim Choupo-Moting
Eric-Maxim Choupo-Moting ha giocato in 4 dei 5 top campionati europei. Per completare la sua carriera di globetrotter manca solo l’Italia. Dopotutto ha fatto il suo in tutti questi campionati, spesso ha giocato con le squadre più forti, PSG e Bayern tanto per citarne un paio. Come ciò sia potuto accadere rimane, però, un mistero…
Anthony Martial
Anthony Martial, l’uomo per tutte le stagioni. Un calciatore da televendita, un idolo di Mastrota. “Cerchi un attaccante? Martial, 208 presenze col Manchester United, è quello che fa per te!” La Juventus lo avrebbe avvicinato, così come l’Inter, poi il Marsiglia, il Lille e la lista potrebbe andare avanti all’infinito. Poi ognuno ha risolto a suo modo il problema attaccante e Martial è rimasto a appiedato.
Insomma era lecito aspettarsi per Martial un futuro in un club di buon livello in Europa, oppure un passaggio dorato in Arabia Saudita, uno da paperone alla Rockefeller in MLS o quelle avventure esotiche in terra carioca, leggi Depay al Corinthians. E chissà che l’inglese non possa raggiungere l’ex Atletico Madrid a breve. Che voglia dare una svolta romantica alle sua carriera?
Mattia Destro
Non può finire così. Date una degna Last Dance a Mattia Destro.
Mario Balotelli
Vogliamo credere che qualcuno nel mondo possa ricascarci per l’ennesima volta.
Simone Zaza
Forse si è ritirato e non l’ha detto a nessuno.
Sicuramente, qualche illustre svincolato è stato tralasciato da questa lista. Niente panico, non è detto che non ci sia una seconda parte.