Grazie, tennis: sport inventato dal diavolo, capace sempre di sorprendere e di regalare storie uniche, nel bene e nel male. Grazie. Perché sogno e favola sono le parole più inflazionate dello sport. E per un giorno collimano appassionatamente nell’abbraccio colmo d’affetto, di lacrime e di entusiasmo dei due cugini tennisti Valentin Vacherot e Arthur Rinderknech (figli delle sorelle Nadine e Virginie Paquet), sul campo di Shanghai, dopo essersi qualificati a sorpresa alla finale di oggi nel “1000” cinese più duro e sconvolgente che mai. Quello dei ritiri-record per il caldo umido (record anche quello), a cominciare dal campione uscente, Jannik Sinner.
VOLO VALENTIN
Vacherot è un giocatore che frequenta soprattutto il circuito Challenger, con qualche capatina nelle qualificazioni dei tornei ATP, e magari una wild card nel torneo di casa, a Montecarlo. Una sorpresa non da poco perché il primo monegasco finalista sull’ATP Tour di sempre arriva al traguardo più importante della carriera a 26 anni, da 204 del mondo, partendo da riserva delle qualificazioni fino ad entrare nella storia dei Masters 1000 come finalista di più alta classifica nella categoria (dal 1990), che scala in un amen 146 posti nel ranking. Non solo infrangendo per la prima volta la barriera dei top 100 ma salendo al miracoloso numero 58, (addirittura 40 in caso di successo finale). Dopo aver infilato Bublilk, Machac, Griekspoor, Rune e poi Djokovic per 6-3 6-4 (primo top 10 che supera). Segnando un altro stupefacente primato: in un torneo solo ha già guadagnato 597.890 dollari, più che in tutta la carriera (594.077). Una follia: “Non sto ancora realizzando, non so cosa dire. E’ una cosa da pazzi: già solo il fatto di condividere il campo con Nole era incredibile. Mi ha insegnato tanto in questo match. Adesso si tratta di proseguire così. E’ stata un’ora e quaranta di pura gioia, anche se non erano in tanti a fare il tifo per me, lui qui ha molti sostenitori. Mentre lo annunciavano con tutti i suoi titoli, e i 4 successi qui, mi ero anche un po’ perso, ma è stata davvero un’esperienza incredibile. Ora devo solo riuscire a pensare solo alla finale”.
SUPER SERVIZIO
Vacherot e Rinderknech hanno in comune anche l’altezza (1.93 e 1.96), il portentoso servizio e la frequentazione alla Texas A & M University, oltre al ricordo di questo torneo della vita, in parallelo. Valentin è sorprendente anche nel gestire al meglio le emozioni dopo ogni match vinto, in ultimo contro Djokovic, non in spolvero, claudicante, ma pur sempre capace del colpo di coda del campione. Arthur, 30enne figlio di Francia, 54 ATP, ma mai nemmeno i quarti nei “1000”, volta si supera scavalcando gli ostacoli Zverev ed Aliassime, e poi anche il redivivo Daniil Medvedev per 4-6 6-2 6-4 (10 palle break salvate e 48 vincenti!). “Neanche nei sogni migliori io o qualcuno della nostra famiglia avremmo immaginato qualcosa del genere. Forse abbiamo iniziato a crederci nei quarti. Io, a un certo punto, con le condizioni sempre più umide, ho pensato: “Forse perdo ma lotterò come un pazzo. E al limite aiuterò Val per la finale”. Troppo forti le emozioni dopo il doppio fallo finale del russo. Rinderknech, che non brilla per simpatia sul Tour, scrive sulla telecamera in campo: “E ora, cosa?”. Poi aggiunge: “Avremo fatto qualcosa di buono alle persone che ci circondano per meritarci una cosa del genere perché è incredibile. Ormai comunque vada abbiamo già vinto entrambe”.
Vincenzo Martucci (Tratto da messaggero del 12 ottobre 2025)
