Keke Rosberg è sempre stato considerato una sorta di “cavallo pazzo”, un pilota pronto a prendersi qualsiasi rischio pur di raggiungere il successo. La caparbietà non basta però per sfondare in Formula 1, servono anche soldi e soprattutto una macchina all’altezza di scuderie storiche come Ferrari, Lotus, Brabham e McLaren.
Tutto ciò che Keke non ha perché l’unica scuderia che ha deciso di puntare su di lui è l’esordiente Theodore Racing, una squadra fondata dall’imprenditore olandese di origine indonesiana Theodore “Teddy” Yip, in grado di costruirsi la propria fortuna a Macao.
Rosberg esordisce il 4 marzo 1978 in Sudafrica a trent’anni riuscendo a centrare la qualificazione per la gara compiendo di per sé un’impresa visto che l’auto appare lenta e difficile da guidare. Dopo soli quindici giri il finlandese viene appiedato dalla monoposto marchiata Hong Kong, ma questo è il primo passo verso una nuova era.
Dopo due settimane Rosberg si ripresenta in pista a Silverstone per il BRDC International Trophy, una prova non valida per il Mondiale, ma che vede al via gran parte dei piloti iridati. Se si eccettuano Ferrari, Ligier e Williams, quasi tutte le scuderie giungono in Inghilterra per l’appuntamento con Niki Lauda, grande favorito.
A fronte di temperature particolarmente rigide, il più veloce è lo svedese Ronnie Peterson che conduce la propria Lotus in pole position fermando il cronometro in 1’16”07, trentasei centesimi più veloce rispetto all’austriaco della Brabham-Alfa Romeo. Più distante Mario Andretti che in mattinata aveva firmato il miglior tempo con la propria Lotus, ma che al tempo stesso è costretto a scattare dalla seconda fila a fianco del padrone di casa James Hunt, in grado di realizzare il medesimo crono.
Tutto nella norma invece per Keke Rosberg, costretto a scattare dall’undicesima casella, lontano quasi tre secondi dal poleman, ma soprattutto invischiato in una bagarre dove non sarà invece presente Divina Galica, ex sciatrice inglese a caccia di nuove emozioni in Formula 1. La pilota della Hesket ha un importante passato negli sport invernali tanto da aver conquistato due podi in Coppa del Mondo.
L’ebbrezza di una discesa libera non è però abbastanza forte tanto che all’inizio degli anni Sessanta decide di lanciarsi nell’automobilismo. La Formula 1 arriva nel 1976 quando partecipa al Gran Premio della Gran Bretagna senza qualificarsi, un esito che si ripete nel 1978 in Argentina e in Brasile. Il BRDC International Trophy è l’ultima occasione per convincere Lord Hesket, ma ancora una volta la qualifica non arriva e così Divina dovrebbe concludere anzitempo l’esperienza fra i motori.
La fortuna e il meteo la assistono visto che la domenica un tremendo diluvio si abbatte su Silverstone. René Arnoux rinuncia a partecipare e così Divina viene ripescata. Le pessime condizioni atmosferiche costringono però gli organizzatori a rinviare di un’ora e mezza il gran premio a cui non prende parte nemmeno Niki Lauda.
L’austriaco esce di pista nel giro di ricognizione e danneggia pesantemente la frizione della sua Brabham tanto da non riuscire a ripartire. Un destino simile colpisce Ronnie Peterson che è costretto a partire dai box con il muletto cedendo la pole ad Andretti che al via si tiene dietro Hans-Joachim Stuck.
La gioia per l’americano dura tuttavia poco visto che dopo tre giri finisce fuori pista ed è costretto a lasciare la vetta a Stuck che vi rimane finché alla quattordicesima tornata il motore lo costringe a rallentare. In una gara pazza in vetta balza l’irlandese Derek Daly, alla prima esperienza in Formula 1. La poca conoscenza del tracciato pesa tremendamente su di lui e dopo pochi chilometri si ritrova fuori dal tracciato con la macchina distrutta.
E’ qui che torna in gioco Keke Rosberg, un pilota sì “avventuroso”, ma dotato di un talento infinito che sotto la pioggia emerge in tutta la sua complessità. Il finlandese viene tallonato dal ben più titolato Emerson Fittipaldi che più volte prova a portare la sua Fittipaldi-Ford Cosworth a ridosso della Theodore. Il bi-campione del mondo le tenta tutte, ma Rosberg non si lascia intimorire conquistando così la prima vittoria in carriera.
Per Fittipaldi non resta altro che la piazza d’onore e l’onere di aver scoperto un nuovo talento. Terzo posto per l’inglese Tony Trimmer a tre giri dal vincitore, mentre Divina Galica la gara si conclude al dodicesimo giro quando un incidente la estromette da una prova passata alla storia.