Roger Federer, spettatore d’eccezione del trionfo di Sinner. Il campionissimo svizzero, che in passato ha sollevato due volte il trofeo (2014 e 2017) nel ‘1000’ cinese, da tre giorni era l’ospite d’onore del torneo e ha assistito anche all’ultimo atto di una competizione che ha visto il ritorno in campo in Cina di un’altra leggenda, Novak Djokovic. Accomodato in tribuna d’onore accanto al nuovo fenomeno Carlos Alcaraz e a Juan Carlos Ferrero, Roger si è gustato lo spettacolo dei due campionissimi, emozionando persino Novak che a fine match ha ammesso “è la prima volta che accade, Roger, giocare davanti a te e la cosa mi aggiunge ulteriore pressione! Sarebbe bello che tu potessi essere qui in campo con noi“.
Un ritorno alla grande di Nole (4 volte campione a Shanghai) che, tuttavia, è stato fermato da uno Jannik Sinner chirurgico e lucidissimo fino all’ultimo punto. Una tournée cinese splendente per il fenomeno azzurro che, dopo aver disputato la finale a Pechino (persa con Alcaraz), centra per la prima volta in carriera il grande evento di Shanghai con lo score di 7-6(4) 6-3, intascando il settimo titolo dell’anno – e terzo “1000” del 2024 -, il quarto finora della categoria, 17esimo in carriera, diventando il più giovane vincitore della storia a Shanghai.
SINNER, “TROPPO FORTE”
Dopo lo storico trionfo all’Australian Open, a Miami, Cincinnati e agli US Open – e la splendida finale disputata a Pechino contro Alcaraz -, il n. 1 del mondo è invincibile a Shanghai. In 1 ora e 38 minuti viene a capo di un match a dir poco complicato con il fenomeno Djokovic, ormai ultimo dei Fab Four ancora in attività. Un percorso assolutamente straordinario per l’azzurro che, dopo aver sofferto non poco al secondo turno con Etcheverry, riassetta i meccanismi del proprio gioco e travolge tutti gli altri avversari in due set (Shelton, Medvedev e Machac), prima di superare in finale lo stesso Nole. Storica per lui la vittoria contro Machac, non per il risultato in sé, ma perché gli assicura di chiudere l’anno in vetta alla classifica mondiale e diventare così il primo italiano di sempre a riuscirci. Pazzesco.
Il primo set è un testa a testa complicato, con Novak impeccabile al servizio, devastante per la precisione e l’abilità con cui smista le palle, da una parte all’altra del campo. Ma Jannik non è da meno, granitico da fondocampo, attentissimo e imperturbabile, bravissimo nel contrastare il martellamento del serbo e sfondare alla distanza la sua difesa accanita. Al tie-break giunge il sorpasso dell’azzurro che parte subito in vantaggio, dimostrando sempre maggiore attenzione e chiudendo il parziale per 7 punti a 4. Sale così a 24 vittorie al tie-break in stagione, a fronte di sole 8 sconfitte.
Nella seconda frazione, Jannik ormai balla da solo. Centrato e glaciale, continua a sfondare il muro serbo, anche grazie ad un calo di precisione ed energia da parte del 24 volte campione Slam. 7-6(4) 6-3 il punteggio della vittoria per il tennista di Sesto che non sembra essersi destabilizzato neanche dalla presenza del “divino” Roger in tribuna. “Jannik semplicemente troppo bravo oggi” ha ammesso Djokovic dopo l’incontro, “troppo forte e troppo veloce, sta vivendo un anno incredibile e si merita questa vittoria”.
Jannik conquista il sigillo n. 17 in carriera, il quarto ‘1000’, nonché il titolo n. 7 e terzo ‘1000’ del 2024. Si tratta della vittoria stagionale n. 65, la quarta in carriera contro Djokovic. Non solo. Scrive un altro record diventando, a 23 anni e 58 giorni, il più giovane campione della storia a Shanghai e il primo tennista a vincere 7 titoli in un anno dopo Andy Murray (2016).
ANCORA NOLE
Un come back vincente per Djokovic, almeno fino alla finale, nonostante il fastidio al ginocchio nei quarti e in semifinale. Il campionissimo serbo era assente all’evento cinese dal 2019, precedentemente vinto ben quattro volte (2012, 2013, 2015 e 2018). Un ritorno tanto atteso che Novak onora alla grande, superando Michelsen, Cobolli, Safiullin, Mensik (l’unico ad averlo trascinato al terzo set) e Fritz, prima di cedere a Jannik Sinner. Ultimo dei Fab Four ancora nel circuito (Nadal saluterà definitivamente il tennis dopo le Finali di Davis a Malaga), a 37 anni Djokovic dimostra di essere sempre RoboNole. Dopo la straordinaria finale giocata a Wimbledon con Alcaraz e la titanica conquista dell’oro olimpico a Parigi, il serbo continua ad inseguire nuovi record. A Shanghai infatti giocava per il titolo n. 100 in carriera (Connors detiene il primato con 109 sigilli, seguito da Federer a quota 103), 60esimo Masters 1000. Si ferma, per ora, a 99 e a 59 ma Nole, nonostante i suoi nuovi tempi, intervalli e recuperi, sembra più agguerrito che mai a scrivere ancora la storia del tennis. Del resto, lo stesso Jannik, con grande rispetto riconosce che “non ha punti deboli, bisogna cercare di cogliere l’attimo quando ti offre qualche chance ma non ce ne sono molte in una partita. Lui è una leggenda del nostro sport ed è così difficile giocare contro di lui, per questo oggi sono molto felice. Vedo tante leggende intorno a me, Roger, Carlos e Juan Carlos fuori dal campo e Novak qui in campo, anche per questo sono molto felice”.