Il lancio del disco è probabilmente una delle specialità più antiche dell’atletica leggera e forse questo è uno dei motivi che ha spinto Mattia Bartolini ad avvicinarsi a questo sport. Un passaggio graduale, ma che piano piano ha condotto il portacolori dell’Atletica Grosseto Banca Tema ai vertici del nostro movimento. Il record italiano Under 18 ottenuto ai Campionati di Società è soltanto la punta dell’iceberg di una stagione che ha visto Bartolini conquistare l’argento agli EYOF e che ora lo accompagnerà verso l’avvicinamento all’atletica dei grandi.
Come si è sentito nel battere il record di Carmelo Musci?
Diciamo che battere un record porta sempre più emozioni perché non c’è mai stato nessuno migliore di te. Ci tenevo particolarmente perché già avevo realizzato il primato italiano fra i Cadetti e quindi volevo chiudere questi quattro anni fra gli Allievi con un record con il disco da un chilo e mezzo.
Come avete preparato questo record?
L’obiettivo di quest’anno era senza dubbio superare quota sessanta metri, firmando il personale. Ovviamente ci ho creduto sin dall’inizio di poter fare anche il record italiano, ma un primato non si prepara, perché penso che arrivi in genere quando meno te l’aspetti. Devi fare un lancio perfetto, quindi è impossibile prepararlo prima.
Come ha vissuto l’esperienza agli EYOF?
In Nazionale c’è sempre un bell’ambiente, anche perché sapevamo di avere atleti di spessore come Kelly Doualla o Alessia Succo. Magari non io perché mi presentavo con la quinta misura nel ranking e quindi non si sarebbe mai aspettato il podio. Fortunatamente in squadra abbiamo diversi personaggi importanti così ci siamo dati la carica a vicenda e questo ci ha spinto a fare ancor di più. Oltre all’atleta, il 50% di una prestazione proviene dai compagni di squadra, dal tifo, per cui non avrei potuto trovare condizioni migliori.

Come si è avvicinato al lancio del disco?
All’atletica non ho mai pensato prima del lockdown perché ho fatto tennis per sei anni. In quel periodo ho perso interesse per questo sport visto che non avevo un gruppo di ragazzi con cui allenarmi e con quelli che mi ritrovavo prima, ero il più piccolo. Così ho deciso di cambiare disciplina e una delle poche che era l’atletica. Mi sono tuffato in un mondo completamente diverso, tuttavia all’inizio facevo velocità. Essendo più grosso degli altri e forse più goffo, mi sono spostato sui lanci che in genere vengono un po’ scartati da chi è più mingherlino e punta principalmente su velocità, mezzofondo o salti. Ho intrapreso una carriera nel lancio del giavellotto, ma complice una questione di doti naturali, mi sono spostato sul disco ed è stato subito amore.
C’è un atleta a cui si ispira?
Direi Daniel Ståhl che ha vinto l’oro ai Mondiali andati in scena a Tokyo, ottenendo il titolo all’ultimo lancio, per la seconda volta consecutiva. Mi ispiro molto al suo stile, soprattutto al modo di comportarmi in gara. Lui non ha mai ansia quando va in pedana e per questo vorrei fare come lui.
Come gestisce l’impegno agonistico con quello scolastico?
La scuola è difficile da gestire perché diventa complicato formare entrambi gli ambiti. Magari vorresti andare bene a scuola, ma devi fronteggiare la stanchezza degli allenamenti. Non ho quindi un metodo per far coincidere tutt’e due, mi alleno e con le forze rimaste, mi metto a studiare. Nonostante tutto non ho mai avuto problemi, quindi ciò che è fondamentale è non avere particolari ansie per evitare di arrivare troppo stressato a una verifica o a un’interrogazione.
Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?
Il primo sono sicuramente i Mondiali Under 20, per cui mi sono prefissato di fare il minimo, anche se sono al primo anno e quindi sono leggermente sfavorito rispetto agli altri. Nonostante ciò sono sicuro di potercela fare perché me lo sono ripetuto più volte così come l’ho fatto con i miei genitori e il mio allenatore. Sento di poter già superare quota sessanta metri con il disco da 1,7 chilogrammi al primo anno. Sarà un cambiamento radicale, ma questo record italiano mi ha dato la carica e sono convinto di potercela fare nella prossima stagione.
